Il question time del ministro della Cultura Alessandro Giuli e l'incontro al Ministero stesso tra il sottosegretario Gianmarco Mazzi e il direttore artistico del Teatro della Toscana Stefano Massini hanno scandito i tempi dell'ultimo atto andato in scena sul declassamento della Fondazione.
Una decisione prima paventata, poi adottata e, alla fine, contestata. "La Commissione, a maggioranza, non ha ritenuto il programma della Fondazione ammissibile nel settore dei teatri nazionali - ha detto Giuli alla Camera - da parte sua, il Teatro della Toscana può presentare motivata istanza di riesame della domanda di contributi. In ogni caso, le Commissioni consultive per lo spettacolo dal vivo non subiscono alcuna influenza esterna del loro operato".
"Se mi viene chiesto un parere personale, non posso che ribadire che il Teatro della Pergola è troppo importante per essere percepito come un teatro locale - ha aggiunto - va salvato da tutte le criticità che negli ultimi anni ne hanno eroso la reputazione. Questo è il mio giudizio, ma quello delle Commissioni è insindacabile da parte del ministro".
A neppure 500 metri di distanza, invece, si è tenuto il confronto anticipato dal sindaco Matteo Franconi tra Massini e Mazzi. E, quest'ultimo, ha ribadito la possibilità di riaprire il caso. "Massini mi ha espresso la richiesta, secondo me legittima, di parlare con la Commissione - ha detto il sottosegretario - ho chiesto al direttore generale dello spettacolo dal vivo Antonio Parente se fosse possibile e lui mi ha risposto che è già accaduto in passato. Essendo un dialogo tra un artista ed operatori culturali è utile".
"Comunque sia - ha tenuto a precisare - il giudizio dei membri della Commissione è in senso tecnico: dicono che non sono in grado di esprimere la valutabilità del teatro, perché loro lavorano sulla triennalità. Possono farlo per il 2025, ma non per il 2026 e il 2027".
"Pur non avendo le stesse idee, siamo due persone di spettacolo - ha aggiunto Massini - questo Paese ha dato il meglio di sé ogni volta che la cultura ha superato le divisioni di destra e sinistra. La nostra è una battaglia per il rispetto di tutti quelli che lavorano nel Teatro della Toscana. Nella mia stagione ho inserito con grandissima fierezza registi che non la pensano come me: c'è addirittura qualcuno nel cartellone che in questi giorni mi ha lanciato letame contro. Sono alla guida di un teatro pubblico e ho il dovere di essere il direttore di tutti".