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Politica venerdì 04 luglio 2014 ore 17:32

Millozzi sui gazebo "No alle fughe in avanti, no alla Pontedera da Bere"

Angela Pirri, il vicesindaco di Pontedera e Simone Millozzi, il primo cittadino
Angela Pirri, il vicesindaco di Pontedera e Simone Millozzi, il primo cittadino

Il sindaco dopo l'apertura del suo vice Angela Pirri sui gazebo la richiama all'ordine: "Non servono rivoluzionari"



PONTEDERA — Millozzi non ci sta. E anche dal luogo delle ferie richiama all'ordine il vicesindaco Angela Pirri dopo l'apertura di ieri sui gazebo durante la riunione in sala Carpi con i commercianti. Il sindaco non usa mezzi termini e dice “Niente fughe in avanti, nessuna rivoluzione”. Poi la questione storico-culturale, Millozzi rimanda al mittente anche l'allocuzione Pontedera da bere che tanto ricorda la più famosa Milano da Bere degli anni '80, quando Craxi era primo ministro, De Michelis sedeva nel governo italiano e Berlusconi muoveva i primi passi. Insomma la replica di Millozzi alle parole del vicesindaco Pirri che abbiamo riportato ieri non lascia troppo spazio alla fantasia e propone una visione alternativa sulla questione dei gazebo, ovvero quella che fino a ora ha sempre contraddistinto sull'argomento l'amministrazione Millozzi. Ecco le parole del sindaco

“Mi preme sottolineare che, rispetto a ciò che è stato riportato, questa amministrazione comunale ha una precisa posizione che è quella del programma elettorale che è stato sottoposto ai cittadini. Comprendo le ragioni e lo slancio dell'assessore che da poco è al servizio della comunità come amministratrice. Ma esistono dei rilievi di metodo e di merito da evidenziare in questa situazione.

I rilievi di metodo sono relativi al fatto che le decisioni riguardo all'attività amministrativa si condividono nella giunta e con le forze politiche che fanno parte della coalizione. Pontedera negli ultimi anni è stata ben governata e le fughe in avanti solitarie non sono mai state nella cultura di governo di questa città e non lo sono nella mia in particolare. Pontedera non ha bisogno di rivoluzioni e nemmeno di rivoluzionari perché è una città ben governata, che solo pochi giorni fa, democraticamente, ha avuto un forte consenso dei cittadini.

Poi c'è un problema di merito. Il merito è relativo al fatto che questa città ha delle complessità e ha sempre scommesso sulla qualità. Il tema dei gazebo è assolutamente sovradimensionato rispetto all'impatto che può avere sull'economia cittadina. Peraltro non ci sono resistenze o “nemici” dei gazebo. Negli ultimi anni i gazebo sono stati autorizzati per gran parte dell'anno. Io stesso ho detto che è opportuno sedersi intorno ad un tavolo insieme alla città per discuterne. Ho sottolineato in campagna elettorale la volontà, di concerto con le associazioni di categoria, di apportare eventuali modifiche ai regolamenti comunali anche in tema di gazebo. Bene ha dunque fatto l'assessore ad annunciare iniziative sperimentali di aperture in occasione di eventi particolari.

In questo senso nessuno può quindi far passare questa amministrazione, o il sindaco, come chiusa e prevenuta su questo tema. Ma occorre attenzione. Qualcuno ha parlato di “pontedera da bere”, parafrasando uno slogan degli anni '80 che peraltro non ha portato fortuna alla città a cui era riferita e ha lasciato macerie morali e culturali. Ebbene oggi questo modello è già in crisi e evidenzia notevoli problemi. Non è trasformando la città in un aperitivificio che aiutiamo il commercio. Inoltre, e soprattutto, la città è anche fatta di residenti, di commercianti, di persone che hanno diritto al riposo e alla quiete notturna e di fruire di beni comuni come gli spazi pubblici. Occorre trovare un giusto e corretto equilibrio. Questo equilibrio non si raggiunge con le fughe in avanti.

Nelle prossime settimane avremo modo di tornare su questi temi. Voglio solo far osservare che il tessuto commerciale di Pontedera, che è molto complesso, è già oggi uno dei migliori del territorio toscano. Lo è perché negli ultimi decenni si è puntato sulla qualità urbana, sulla gestione della mobilità, sull'innovazione. Occorre ripartire da qui; ripartire cioè da una riqualificazione del centro storico che interessi anche le vie laterali che si “affacciano” sul corso Matteotti, come da impegno preso nei confronti dei commercianti. In luoghi non lontani da noi si è puntato solo sulla quantità e su altri modelli, che non mi sembra stiano dando grandi e positivi risultati. La città si aspetta da chi governa la comunità, possibili soluzioni di rilancio di una strategia che porti nuova occupazione, lavoro, economia in una visione ben più ampia di quella collegata esclusivamente alla questione, pur importante, della durata dei gazebo all'esterno. Dobbiamo avere quindi una capacità di ascolto e di innovazione ma con l'orgoglio di chi non deve scimmiottare nessuno. E senza buttare al vento l'opera di chi ci ha preceduto e ha lavorato molto bene”.


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