Politica

"Movida, il Comune non si sottrae alle sfide"

Il sindaco Franconi, interpellato da Fratelli d'Italia, risponde sul tema dei disordini nel centro: "Tutelare socialità e interessi delle persone"

Il Corso Matteotti di Pontedera

Probabilmente, molto, se non tutto, deriva dalla rissa nel centro città di un sabato sera di metà Gennaio. Da quel momento, il tema della cosiddetta mala movida è rimbalzato un po' ovunque. Una residente, per esempio, ha scritto a QUInews, lamentandosi dell'episodio. In Consiglio comunale, invece, il gruppo di Fratelli d'Italia, durante il consueto question-time, ha chiesto all'amministrazione di intervenire.

"Stiamo uscendo da una situazione difficile, ma non è possibile che ogni weekend ci siano scorribande di giovani che creano disordini - ha commentato Matteo Bagnoli - mettono paura ai residenti e procurano disagio. Occorre che il sindaco intervenga, insieme alle forze dell’ordine, per fermare questo degrado".

"La pandemia ha segnato uno spartiacque decisivo per quanto riguarda la fruizione degli spazi, in particolare per i giovani che non hanno potuto vivere in serenità la loro socialità - ha replicato il sindaco Matteo Franconi - la città, e in particolare in centro, deve accogliere questo presidio di socialità, contemperando però gli interessi di residenti e attività commerciali. Ci troviamo di fronte a una nuova sfida per la gestione degli spazi e, come in questo caso specifico, per il rapporto tra giovani e spazi urbani, soprattutto adesso dopo il confinamento dei mesi scorsi".

"L’amministrazione non si sottrae alla sfida, anzi. Occorre però ricordare le prerogative dell'amministrazione sul contrasto ai fenomeni di criminalità, dei quali si occupano le forze dell'ordine e la prefettura - ha specificato - da parte nostra, grazie alla polizia municipale, per la quale nei prossimi mesi potrà essere effettivo il terzo turno di servizio, e alle associazioni di volontariato, vogliamo contribuire. La situazione che viviamo, però, non è un’emergenza. Dobbiamo lavorare con scuole, associazioni e presidi sociali, per contrastare il disagio giovanile".

"Se abbiamo chiaro che la tutela della socialità, e non la repressione, è la vera sfida, capiamo da soli come servano misure articolate, non slogan - ha concluso Franconi - nei casi specifici, le forze dell’ordine hanno fatto le dovute sanzioni, ma pochi episodi non possono mettere in discussione una generazione intera".