Attualità giovedì 07 giugno 2018 ore 16:10
Telefonini e rivoluzioni

Si va sempre più confermando la tesi che le offese via social sono (anche) una panacea contro gli assalti alla Bastiglia
PONTEDERA — Se per sfogare la rabbia il popolo parigino avesse avuto a disposizione i telefonini e i rispettivi Facebook e compagnia bella, chi sa se avrebbe assalito la Bastiglia in quel famoso 14 luglio del '789. Chi sa. E se i ragazzi e le ragazze del '68 avessero potuto comunicarsi via etere gli slogan contro il potere e per il femminismo, forse l'autunno caldo sarebbe stato meno caldo.
A Pontedera è successo che un "nero" incaricato dalla sua ditta di controllare i contatori dell'acqua è stato scambiato per un possibile ladro e i telefonini si sono scatenati nel lanciare e rilanciare all'infinito l'allarme (per certi aspetti, anche se non tutti, anche giustamente). Con i telefonini è stato recentemente offeso minacciato anche il presidente Matterella, poi subito riabilitato ed elogiato. Con i social partono strali e parolone-parolacce da bettola, e via e via. Come tutti ormai sanno. Ma c'è il rovescio della medaglia.
Senza i telefonini a disposizione, forse, è probabile, qualcuno sarebbe sceso in piazza, nelle piazze, non soltanto per dimostrare pacificamente... Invece non è successo nonostante il clima non proprio di allegria.
Allora? Abbasso i telefonini o viva i telefonini?
Si dirà: né viva nè abbasso, l'importante è rispettare gli altri pur avendo idee diverse. Certo, l'ideale sarebbe questo. Ma poiché i difetti dell'umanità sono noti da che mondo è mondo, secondo noi sono meglio i telefonini e i social irrispettosi e minacciosi (in questo caso, comunque, da perseguire) che non gli assalti, concreti, alla Bastiglia.
Mario Mannucci
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