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Definizioni

di - domenica 10 novembre 2019 ore 07:30

Ho fatto diversi lavori nella vita. In uno di questi dovevo riempire dei formulari e stamparne un registro. La prima stampa era provvisoria, poi veniva quella definitiva su carta vidimata e numerata. Il provvisorio non è mai stato un problema, ma passare al definitivo mi ha sempre messo addosso brividi ed ansia. Tutto ciò che è definitivo non è il mio forte, mi dà uggia, apprensione. Ha un che di assoluto, di lapidario. Lo so che è un problema mio, una mia debolezza. Il definitivo è l’illuminismo, spiega e definisce le cose, dà loro una linea precisa, un contorno, un confine. Il provvisorio le lascia indefinite, le cose, si accontenta del vago, si fa una ragione della loro incertezza, non sceglie, lascia aperta ogni soluzione: è il romanticismo, l’orizzonte che sfuma. Io sono combattuto, come molti, fra queste due tendenze, ma propendo fatalmente verso la seconda. Il romantico, il provvisorio, l’indefinito. E allora, per curare questa inclinazione un po’ patologica, voglio provare a inquadrare fatti e idee e dare alle cose una precisa definizione. Questo il primo elenco.

La vita

La vita è come la sveglia a molla che ho sul tavolino. Fa un sacco di rumore e, se non la carichi di continuo, rallenta e si ferma. Che palle, però!

Il senso della vita

Ha un senso la vita? Penso di sì, tutto sommato. Perché se la vita non avesse senso, figuriamoci la minestra in brodo! Che tuttavia anch’essa ha un suo perché: certe vellutate, il brodo di pollo con i tortellini delle feste o il più comodo dado per insaporire l’acqua bollente e nulla più. Chissà se la fanno sempre la pasta Combattenti? Inoltre il brodo non si mastica e per i vecchi è una consolazione. Quando s’invecchia la gengiva ne risente, anche il bollore sfuma e il piacere passa dal sesso al cibo. Una bella fregatura.

L’esistenzialismo

L’esistenzialismo è una corrente di pensiero che afferma il valore intrinseco dell’esistenza umana individuale e collettiva come centrale, in opposizione ad altri principi filosofici totalizzanti ed assoluti. In soldoni l’esistenzialismo mi pare dica che c’è la nostra esistenza e poco altro al mondo. In effetti, se si esclude la tredicesima e, per i più fortunati, il premio ferie nella vita non c’è tutto questo grande scialo. E va già bene a chi comunque lavora.

I social

I social? Dio ce ne scampi! Io sono fieramente “asocial”. E anche se non mi pare mi pretendano, comunque non mi avranno. Mai. Poi dentro, dice, ci sono cattivi pensieri e brutte parole. Fanculo i social!

La buona politica

In Senato la destra si è astenuta sulla proposta di istituire una commissione contro l’hate speech, l’istigazione all’odio e al razzismo, avanzata da Liliana Segre. La senatrice a vita, a suo tempo colpita e discriminata dalle odiose leggi razziali fasciste, sopravvissuta al campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau dove fu internata a quattordici anni perché ebrea, recentemente è fatta bersaglio sui social da insulti antisemiti. Un esponente della Lega l’ha definita “nonnetta mai eletta” e “vecchietta ben educata reduce dai campi di concentramento”. Ovviamente non sono di questo tenore gli insulti, ma tale mancanza di rispetto è sufficientemente grave. Giorgia Meloni invece, le ha telefonato giustificando l’astensione con questo pregnante argomento: ci siamo astenuti perché difendiamo la famiglia. La famiglia è sempre la famiglia, specie se cristiana, è vero, anche se la senatrice Segre non risulterebbe essere una sostenitrice del libero amore. Tuttavia l’on. Meloni ha scelto una motivazione ineccepibile, la più calzante tra le altre due possibili che erano, nell’ordine: ci asteniamo perché teniamo per la Juventus e ci asteniamo perché siamo contro il VAR. Oltretutto queste due asserzioni sarebbero risultate alquanto contraddittorie tra loro. Ce ne sarebbe stata anche un’altra, più forte e sensazionale: ci asteniamo perché siamo vegani. Ma era chiedere troppo ai Fratelli d’Italia: non sono ancora pronti e, si sa, “prima di tutto gli Italiani”. La buona politica o si basa su motivazioni condivise, forti e coerenti o non è buona politica.

P.S. Il nostro paese è più da vergognarsi che da scherzarci su. Per la gravità e la quantità delle offese e delle minacce che quotidianamente riceve, alla senatrice Liliana Segre è stata assegnata una scorta. Resista senatrice, lo faccia per la parte migliore di noi, non solo di questo paese, e anche per quella peggiore e bastarda.

Il razzismo

Il razzismo, non si giustifica. Palese o latente che sia. Come “la banalità del male”, può diffondersi inconsapevole. Pare che si possa spiegare con il fatto che “solo” da duemila anni, quelli che si contano dalla nascita di Cristo, l’uomo ha imparato il comandamento dell’amore e della fratellanza. E questo vale anche per le altre religioni monoteiste, l’ebraismo e l’islamismo. Prima di allora era homo, homini lupus. Prevaleva l’istinto primordiale per la difesa di se stesso, della propria terra, della tribù di appartenenza, del proprio clan. Oltretutto, questo cammino verso la solidarietà umana è stato incerto, contraddittorio, nonché attraversato da barbarie e guerre. Le ideologie feroci e pure la cristianità e le altre religioni per questo non sono certo esenti da pecche: al di là delle buone intenzioni c’hanno messo del loro. Quindi la capacità di integrarsi e di vedere le differenze come ricchezza e non come minaccia, nella mente e nel cuore degli uomini è relativamente recente, rispetto alla nostra comparsa sulla Terra. Certo, bisogna ammettere che se a qualcuno non sono bastati duemila anni per comprendere questo, vuol dire che non siamo una razza tanto intelligente e veloce di comprendonio. Tra l’altro il futuro presente mi pare ancora compromesso, speriamo meglio per quello prossimo. Buona domenica e buona fortuna.

Pontedera, 10 Novembre 2019 


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