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Politica venerdì 04 ottobre 2013 ore 17:45

Di Sandro spiega i motivi del no alla fusione



Il consigliere regionale Di Sandro spiega il suo parere contrario alla fusione di Peccioli, Palaia e Capannoli

Peccioli - C'è anche chi sostiene che la fusione dei Comuni di Peccioli, Capannoli e Palaia non sia una strada positiva. Il fronte del no ha una sua corrente politica e a Peccioli è incarnato dalla lista civica Peccioli Libera di Vincenzo Di Sandro, che dice, invito i cittadini di Peccioli Palaia e Capannoli domenica e lunedì ad andare a votare no. “Come consigliere comunale di Peccioli – esordisce Di Sandro - ho seguito con attenzione le vicende sull’ipotesi di fusione dei Comuni e penso che secondo me questa fusione è sbagliata e per tanto domenica 6 e lunedì 7 ottobre è giusto andare a votare no. Non sono mai stato pregiudizialmente contrario alle fusioni, ma sono contrario a questa, - spiega Di Sandro - che secondo me è un progetto affrettato, poco trasparente, privo di contenuti, e non del tutto democratico. Una fusione sulla cui reale convenienza economica per i cittadini rimangono tanti dubbi, forse troppi”. “Cancellare definitivamente tre Comuni come quelli di Peccioli, Palaia e Capannoli - con tutta la loro storia - per crearne un’entità nuova, astratta, territorialmente non omogenea, priva di passato, di riferimenti e di tradizioni, è una decisione importante, anche perché irreversibile. Per Di Sandro inoltre anche le procedure utilizzate dalla Regione non sono regolari: “Bisognava sentire i cittadini, - spiega il consigliere comunale - coinvolgendoli realmente, attraverso un vero percorso partecipativo e poi si doveva procedere con il resto. Ma nel nostro caso questo spirito è stato stravolto. La decisione è stata presa in fretta e furia esclusivamente dai tre sindaci uscenti, che si sono accordati, c’è chi dice invitati da Macelloni, dopo una serie di tira e molla e di estenuanti trattative avvenute nell’oscurità delle stanze del partito. Tre sindaci a fine mandato. Tutti non ricandidabili. Tutti appartenenti allo stesso partito, che rischiava di perdere le prossime elezioni in tutti e tre i comuni. Inoltre – continua Di Sandro - è stato detto che la fusione è l’unica soluzione per risolvere le difficoltà economiche e mettere fine ai disservizi che da anni affliggono i nostri comuni.
Se davvero la fusione è obbligatoria e inevitabile, perché in tutta Italia solo una manciata di Comuni stanno pensando di fondersi? Perché Terricciola, Lajatico, Chianni - che essendo più piccoli, avrebbero più convenienze economiche di noi a fondersi - hanno deciso di non farlo?”. Secondo Di Sandro infatti anche la ricaduta economica sul territorio rappresentata dagli incentivi alla fusione non è garantita, anzi: “Gli incentivi promessi dalla Regione e dallo Stato - in gran parte incerti - non ammonteranno a più di 5 euro pro capite al mese, da cui andranno tolte le spese, che saranno considerevoli. Uno studio serio sui questi costi non esiste. Nessuno sa con precisione come saranno riorganizzati i servizi comunali e le scuole, quanto costerà realizzare o affittare un nuovo municipio. Nessuno ha avuto il coraggio di spiegare come sarà possibile risparmiare 600 mila euro l’anno, senza tagliare il numero dei dirigenti e dei dipendenti comunali, senza chiudere le scuole più periferiche, senza chiudere o accorpare le anagrafi, gli uffici comunali, gli uffici tecnici. Nessuno ha il coraggio di dire che fare la fusione e allo stesso tempo lasciare in piedi l’Unione Valdera è uno spreco e un’offesa all’intelligenza dei cittadini. Inoltre - continua il consigliere della lista civica - , dopo la fusione, il sindaco, gli assessori, il segretario comunale e i dirigenti comunali avranno stipendi più alti. In altre parole, la verità è che i vantaggi della fusione non sono certi, così come non sono certi i risparmi e così come non lo è il miglioramento dei servizi per il cittadini. Per questo – conclude Di Sandro - affermo che secondo me questa fusione non è un progetto, ma una scatola vuota; non è una sfida coraggiosa, ma un azzardo incosciente; non è un passo verso il futuro, ma l’ennesimo libro dei sogni e delle illusioni”.

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