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​È normale? Sì, lo è!

di - venerdì 07 ottobre 2022 ore 08:00

Una delle frasi che mi sento ripetere più spesso in studio è “Dottoressa, ma è normale secondo lei?”. Le persone sono così spaventate dall’idea di non corrispondere ai canoni esterni di “normalità” e dalla paura di essere “pazze”, che hanno bisogno costante di conferme. Ed è qualcosa che capita più o meno a tutti in alcuni momenti della nostra vita, nei quali, magari, siamo più vulnerabili, siamo stanchi o abbiamo necessità di fare un po' di chiarezza.

Ci sono, per contro, dei comportamenti e degli atteggiamenti che, invece, dovremmo sentirci liberi di normalizzare, con i quali “fare pace”.

Vi faccio alcuni esempi. Tutti sbagliamo e tutti siamo a rischio di commettere errori. Punto e basta. Inutile lambiccarci il cervello cercando ostinatamente di voler essere sempre e comunque in grado di non sbagliare mai. Accettare l’idea di sbagliare non significa starsene passivi nell’attesa che qualcuno si muova per noi, al contrario, è l’unico modo che abbiamo per cercare, ove possibile, di trovare una soluzione alternativa. Se ci concentriamo solo sull’errore, alla fine, non riusciremo a muoverci da lì, e allora tutto si ingigantirà a dismisura. Ed ecco che ci colleghiamo all’altro punto da sfatare. Se da soli non riusciamo perché sentiamo che abbiamo scarse risorse in quel momento, possiamo, anzi dobbiamo chiedere aiuto. Renderci conto che non possiamo farci carico di tutto dovrebbe essere un elemento saldo e solido nelle nostre menti e nel modo in cui affrontiamo la nostra quotidianità. Chiedere aiuto non è sempre semplice, lo so, ma può permetterci di trovare le giuste energie per affrontare una situazione per noi eccessivamente complessa. Nella nostra vita è “normale” aver voglia di provare e magari fallire, una volta o più volte. Tutti noi, se davvero ci mettessimo a nudo con autenticità, potremmo raccontare molte esperienze relative ai nostri fallimenti e ai nostri tentativi di migliorare. Provare, tentare, impegnarsi, puntare ad un obiettivo e, per una serie infinita di motivi, non riuscire a raggiungerlo, è frustrante, certo, ma succede e non dobbiamo permettere al fallimento di decidere al posto nostro la traiettoria della nostra esistenza. Magari il fallimento può insegnarci ad agire in maniera diversa, altre volte ci può far capire che quella non era la nostra strada oppure, semplicemente, ci lascerà l’amaro in bocca che noi riusciremo a digerire, magari ripartendo verso altri lidi. Ammettere i propri errori può essere un buon punto di partenza, quando e se ci rendiamo conto di aver fallito, di aver sbagliato in qualcosa. Anche e soprattutto se si tratta di un errore che intacca la relazione con l’latro. Ecco perché diventa fondamentale imparare a chiedere scusa ed esprimere le nostre emozioni, raccontarci ed aprirci. Far emergere la tristezza, la delusione, il dolore, la frustrazione per un eventuale fallimento, o, per contro, la gioia dell’essere riusciti a realizzare un desiderio tanto atteso.

Tutti questi atteggiamenti sono assolutamente normali e meritano la nostra capacità di ascolto e di accoglienza, anche verso i nostri stessi limiti.

Non è normale il contrario, non esistono i supereroi! Ma esistiamo noi che riusciamo a compiere imprese grandiose ogni giorno, basta rendercene conto!


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