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Cronaca lunedì 16 giugno 2014 ore 21:18

Hanno la casa ma non possono entrare

Agli alloggi popolari della Rotta si sgretola il cornicione e i pompieri diffidano gli inquilini a passare dalla porta. Da anni attendono il Comune



PONTEDERA — Le 12 famiglie che vivono al civico 420 di via Tosco Romagnola a La Rotta dal 7 di giugno (in teoria) non potrebbero neppure entrare nel palazzo, a causa dei pezzi di muratura che si staccano dal cornicione e cadono a terra, anche sulla soglia del portone. A dirlo non sono i residenti, ma una diffida (un atto ufficiale) fatta dai vigili del fuoco con tanto di bolli e sigilli del ministero dell'Interno dopo l'ennesimo distacco di muratura dal cornicione. Ma i problemi non finiscono qui. La situazione di incuria e deterioramento delle strutture delle case popolari di via Tosco Romagnola a La Rotta va avanti da anni, tanto che i cittadini si sono, in più occasioni, rivolti a voce e con lettere al comune in particolare all'assessore Marco Cecchi, assessore alla casa nel primo mandato Millozzi, riconfermato con lo stesso incarico due settimane fa, ma per ora non è cambiato niente, stando al racconto di chi vive qui da anni.

A rendere ancora più difficile la situazione c'è il fatto che le case non sono tutte del Comune, in tre appartamenti chi vi risiede ha comperato la casa e vorrebbe fare i lavori per sistemarla, ma non è possibile a causa dell'altro comproprietario dell'immobile: il Comune che non si decide attraverso Apes il gestore dell'immobile ad intervenire. I cittadini che si sono rivolti ad Apes infatti si sono sentiti dire che devono parlare con il comune.

“Lo scorso 7 giugno – dice Sara Fiorato una delle tre proprietarie degli appartamenti riscattati – abbiamo chiamato i vigili del fuoco dopo l'ennesimo cedimento di pezzi di intonaco dal sotto gronda, che cadono da un'altezza di tre piani e potrebbero colpire chi si trova sotto. I vigili del fuoco vista la situazione hanno proceduto a termini di legge apponendo una diffida alle due porte del palazzo, in cui, in sintesi si dice che chi entra in casa lo fa a proprio rischio e pericolo, perché i pezzi di muratura potrebbero continuare a cadere. Insomma se qualcuno dovesse farsi male non c'è copertura assicurativa che tenga e stiamo attendendo da quindici giorni che una ditta che cura le case per Apes, venga a montare un camminamento, un paramassi in modo da proteggere i passanti da un'eventuale caduta dei pezzi di muratura, ma per ora non si è presentato nessuno. Ho anche inviato una mail all'assessore Cecchi che aveva garantito un rapido intervento dei tecnici, ma per ora non è successo niente”.

“La storia della case popolari de La Rotta - racconta Fiorato che vive qui con suo marito e una bambina piccola che già una volta è stata sfiorata da un pezzo di intonaco distaccatosi dal sotto gronda – va avanti dal 2010. Noi comprammo questa casa nel 2008 da un precedente proprietario che l'aveva riscattata dal comune, poi nel 2010 cominciarono i problemi. E abbiamo cominciato a rivolgerci al Comune, l'altro proprietario dell'immobile perché venissero fatti i lavori, di cui noi dobbiamo e vogliamo pagare la nostra quota come proprietari, ma non possiamo fare niente perché il Comune o Apes per suo conto non si decide ad intervenire”.

“Il problema secondo vari esperti che hanno visionato l'edificio documentando le condizioni del tetto – spiega Sara Fiorato che vive al terzo piano - sono le rotture presenti nella copertura che lasciano entrare acqua quando piove, come abbiamo più volte segnalato al Comune, ma alla fine la situazione è andata peggiorando a causa delle continue infiltrazioni di acqua e oggi siamo in presenza di un atto formale che attesta la pericolosità di alcune parti dell'edificio”.

“I problemi – continua Fiorato - del tetto inoltre hanno causano disagi anche all'interno degli appartamenti. Nella case c'è la muffa, l'intonaco si stacca dai muri e in camera mia il contro soffitto ha cominciato ad incurvarsi”.

“L'assessore Cecchi – conclude Fiorato – ha anche ricevuto una mia mail a cui ha risposto circa un mese fa dicendo che avrebbe mandato subito un ingegnere a vedere la situazione. Ma poi non è accaduto niente. Inoltre il Comune e Apes continua a rimpallarsi le responsabilità su chi deve intervenire e nel frattempo noi speriamo che non cadano i pezzi di muratura sulle nostre teste”.


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