Il diluvio

di - martedì 02 agosto 2022 ore 15:47

Mandaci la pioggia, che riempia i fiumi, irrighi i campi, inondi le città, mandaci la tempesta e facci sentire la forza di cui sei capace. Manda il vento spalatore di nuvole a gonfiare, come vele, le tende dei palazzi. E fai del balcone una plancia e del palazzo un’imbarcazione. Muovilo, fallo avanzare sulle acque: che le fenda come nave corsara. E le persone, affacciate, che assistano a tanta potenza. E le finestre siano luci accese nella notte, fari ai naviganti. Avvisi.

Mandaci la bufera, il refrigerio dalla calura. E dall’inferno salvaci. Spingi i casamenti nel diluvio, oltre il gorgo dei tempi, oltre i confini tracciati sulle carte. Oltre il buio, fino alle nubi rosate dell’alba. Fino ai ghiacci boreali. Congela le terre emerse, spazzale con il Buran glaciale. Che si resti così, confinati nel grande freddo che meritiamo e aneliamo, contro la vampa del sole e l’incendio della Terra e del tempo. Razza nefasta, nociva, la più evoluta delle bestie, la più infelice. Disumana.

Ma verranno la colomba e l’ulivo. Riemergeremo. Si ritireranno le acque, usciremo dalle arche spiaggiate, dai palazzi arenati: uomini e animali. Riversandoci nelle strade, nelle piazze, riempiremo di niente la vita. Non sarà salva la Terra, né salvi saremo noi. Chissà se più umani. Chissà se avremo più della bestia o del Dio.

Pontedera, Agosto 2022