Attualità giovedì 12 ottobre 2017 ore 12:30
In provincia 1 impresa su 3 vive in piccoli borghi
A dirlo è Coldiretti Pisa che sostiene la legge a tutela dei Comuni sotto i 5mila abitanti: "Dei 37 piccoli paesi pisani, 16 puntano sull'agricoltura"
PISA — Dall’uva colombana di Peccioli al fegatello di maiale macinato passando per il pomodoro pisanello, il Doc di Montescudaio e l’extravergine Igp. Sono questi una piccola parte delle decine di specialità alimentari della provincia di Pisa destinatari della storica legge sui piccoli comuni che permetterà di tutelare i piccoli borghi dove vivono un’impresa agricola su tre (36%).
L’agricoltura è infatti l’elemento distintivo di 16 dei 37 comuni del territorio provinciale dove la popolazione non supera i 5mila abitanti. “In questi territori – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Pisa - si sviluppa e vive la nostra agricoltura, cassaforte del nostro vero Made in Italy, che oggi guarda alla tradizione con grande capacità di innovazione. Soprattutto nelle piccole comunità si continua a difendere e produrre un patrimonio agroalimentare importante composto da un variegato paniere di specialità alimentari che rappresentano l’identità del territorio e delle comunità. Una produzione sempre più a rischio che continua a caratterizzare la storia e la qualità della vita di questi piccoli centri”.
La legge dei Piccoli Comuni è un obiettivo fortemente sostenuto negli anni da Coldiretti per tutelare e valorizzare un patrimonio naturale e paesaggistico, culturale e artistico senza eguali per la popolazione residente ma anche per il numero crescente di turisti italiani e stranieri che vanno alla ricerca dei tesori nascosti del territorio. “I piccoli comuni – spiega Aniello Ascolese, direttore Coldiretti Pisa - sono il vero motore della vacanza enogastronomica tanto da aver legato il proprio nome a ormai note specialità. Nei piccoli comuni della provincia si trova la grande maggioranza degli agriturismi che intercettano una importante fetta della domanda turistica e si coltiva oltre la metà della produzione agroalimentare che ha reso celebre il Made in Italy nel mondo grazie alla presenza di un’impresa agricola su tre di quelle censite impegnate quotidianamente per assicurare la salvaguardia delle colture agricole tradizionali, il mantenimento delle tipicità alimentari, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e dagli incendi per difendere un ambiente che offre grandi opportunità di sviluppo sostenibile. Ora ci sono le condizioni – conclude Ascolese - per recuperare in queste aree i troppi ritardi infrastrutturali e nei servizi offerti con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino alle edicole. Ma sarà importante anche valorizzare le opportunità offerte dalla nuova agricoltura nel presidio del territorio e nel sociale in aree che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona. E’ una sfida affascinante che vedrà impegnata Coldiretti”.
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