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Attualità giovedì 24 dicembre 2020 ore 17:30

Sorpresa, il presepe di don Zap arriva via web

Don Armando Zappolini

La Natività di don Armando in un messaggio per far riflettere, senza figuranti ma con foto vere di genitori e bambini migranti



PONSACCO — Alla Vigilia di Natale, si direbbe quasi all’ultimo minuto, don Armando Zappolini ha allestito il suo presepe. E’ un presepe che niente ha a che vedere con i “soliti” di don Armando, e neanche con quelli tradizionali che troviamo nelle chiese e in quasi tutte le case nel periodo natalizio.

E’ un messaggio, una lettera aperta, una similitudine per far riflettere.

“Tanti bambini e tanti genitori vivono da anni la triste esperienza di rifiuto vissuta da Giuseppe e Maria mentre cercavano un posto per far nascere il loro bambino" si legge nel messaggio. Che prosegue: "Porte chiuse, ricerca di soluzione di fortuna in una stalla, necessità di fuggire come profughi dopo la nascita”.

Il messaggio don Armando lo ha intitolato “Presepe 2020”.

Don Armando Zappolini, prete paladino di chi vive situazioni di difficoltà e di emergenza, come sempre, ha sorpreso tutti col suo presepe, dove sono assenti i soliti “figuranti” e dove la natività ha lo stesso spazio delle altre foto di genitori e bambini in situazioni tragiche.

Riportiamo integralmente il “Presepe 2020” firmato Don Armando.

Natale 2020 - SUPERAMENTO DEI DECRETI SICUREZZA: UN NATALE DI DIGNITÀ PER IL NOSTRO PAESE

18 dicembre 2020: il Senato ha modificato i decreti sicurezza del precedente governo, eliminando le dure misure restrittive e reinserendo la “protezione umanitaria” per i richiedenti asilo. Un gesto di civiltà che libera il nostro paese dalla vergogna di questi anni. Questo Natale, già segnato dalla grave situazione sanitaria e sociale legata al Covid, si alleggerisce almeno di una grave ingiustizia, dove visioni ideologiche e strumentali hanno provocato sofferenze e profonde ingiustizie in tante persone innocenti. 

Tanti bambini e tanti genitori vivono da anni quella triste esperienza di rifiuto provata da Giuseppe e Maria mentre cercavano un posto dove far nascere il loro bambino: porte chiuse, ricerca di una soluzione di fortuna in una stalla, necessità di fuggire come profughi dopo la nascita. Ha detto giustamente il vescovo don Tonino Bello che “non è stata certo la notte più bella della loro vita quella vissuta a Betlemme da Giuseppe e Maria”. 

E la storia di quella notte continua nelle porte e nei porti chiusi, nella indifferenza e nel razzismo, in leggi (come quelle superate da pochi giorni) che volevano dare a tutto questo una copertura legale. È il momento di guardare avanti e di cambiare! Ci sono ancora due obbiettivi da raggiungere: il diritto di cittadinanza per i bambini stranieri ed il superamento della legge Bossi/Fini. 

Se Gesù nascesse davvero oggi in Italia non sarebbe cittadino italiano! Una proposta di legge accompagnata da più di centomila firme è nascosta alla Camera dei Deputati nella inerzia colpevole di tutti i partiti che a parole hanno a suo tempo sostenuto l’iniziativa. Centinaia di bambini nati in Italia, che parlano i nostri dialetti e giocano con i nostri bambini, non sono cittadini come tutti gli altri. 

A Ponsacco sono 406 i bambini ed i ragazzi da zero a 18 anni che non hanno la cittadinanza italiana, frequentano le nostre scuole, giocano e studiano come tutti gli altri, non si distinguono spesso dagli altri, ma non hanno gli stessi diritti, non sono cittadini! La legge Bossi/Fini ha segnato il modo con il quale in Italia si affronta da anni il problema della immigrazione, ostacolando di fatto l’ingresso regolare e favorendo così quella irregolare e clandestina. Si volevano situazioni marginali e socialmente complesse per fomentare odio e razzismo, anche contro gli interessi degli apparati produttivi del paese che cercavano canali regolari di assunzione di personale. 

Viviamo un Natale meno ipocrita e meno distratto rispetto alle grandi ingiustizie nelle quali continua la vicenda del piccolo Gesù e dei suoi genitori. Rendiamo più vere le luci e la festa coinvolgendo chi vive la notte della esclusione e la tristezza della solitudine. Non sarà un Natale più bello solo per chi aiuteremo, ma soprattutto per noi.

don Armando

Marcella Bitozzi
© Riproduzione riservata


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