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Attualità giovedì 20 settembre 2018 ore 14:34

"Lotti sottodimensionato, lavoratori demotivati"

Sala d'attesa del pronto soccorso dell'ospedale Lotti
Sala d'attesa del pronto soccorso dell'ospedale Lotti

Cgil denuncia sovraffollamento, ferie arretrate che non verranno mai smaltite, caos in estate e inverno e lunghe attese al pronto soccorso



PONTEDERA — Mario Di Maio, della Cgil Fp di Pisa, è intervenuto per denunciare la situazione all'ospedale Lotti di Pontedera.

"I recenti avvenimenti legati all’ennesimo episodio di grave disagio subito dell’utenza, al Pronto Soccorso dell’ospedale “Lotti” di Pontedera, a causa dei frequenti episodi di sovraffollamento, impongono un approfondimento rispetto anche alle dichiarazioni fatte dall’azienda. Come sosteniamo da tempo, il problema non è solo più legato alla stagione invernale a causa delle patologie stagionali o dei picchi influenzali che mettono a dura prova il nosocomio, ma strutturale".

"Assistiamo a queste situazioni sempre più spesso nonostante siamo solo nella stagione estiva dimostrando ancora una volta che l’ospedale è sottodimensionato per organici e posti letto oltre al fatto che non può rappresentare sempre l’unica soluzione. Ricordiamo che la Regione Toscana l’inverno scorso ha impegnato risorse economiche a fronte di contenere i picchi influenzali per gli accessi in ospedale".

"Resta il fatto, non accettabile, per chi si rivolge comunque al Pronto soccorso, di restare in attesa per ore o parcheggiati lungo un corridoio, e come hanno affermato cittadini in quelle circostanze, solo la buona volontà e disponibilità oltre alla professionalità degli operatori, infermieri , Tecnici sanitari , Operatori Socio Sanitari e Medici ha alleviato parzialmente quelle estenuanti attese".

"Questi episodi, stanno determinando una sfiducia di molta parte dell'utenza, verso i servizi, e d'altro canto produce tra gli operatori un diffuso senso di demotivazione, smarrimento e frustrazione per l’impossibilità di svolgere serenamente il proprio lavoro senza sentirsi sovraccaricati ogni giorno".

"Le ridotte sostituzioni di personale del turn over, le mancate sostituzioni di gravidanze, le lunghe malattie di personale con oltre 50 anni di media, i riposi saltati, ed i richiami in servizio dalle poche ferie concesse, e sopratutto il carico di lavoro enormemente aumentato espongono tutto il personale ad un continuo e stressante sforzo psico-fisico ed ad un possibile rischio assistenziale".

"E’ evidente che l’operatore stanco si espone a maggiori rischi di errore clinico assistenziale. I posti letto sono pochi, ma sopratutto mancano le risposte sul territorio che andrebbe potenziato, dell’assistenza domiciliare, delle cure intermedie le case della salute, sanità di iniziativa ecc... Appaiono quindi quantomeno sorprendenti le dichiarazioni Aziendali quando afferma che si risolve tutto attraverso una riorganizzazione oppure quando sostiene che gli operatori devono sapersi relazionare con i pazienti".

"Riteniamo che le relazioni siano proficue quando portano soluzioni che alleviano il paziente dalle sue condizioni in cui si trova. Ma sempre più spesso l’operatore assiste impotente, senza barelle, letti con un sovraccarico di lavoro che non permette neanche di rifiatare. In merito alla riorganizzazione necessaria riteniamo che è quella che evita gli sprechi, non quella dei tagli e della chiusura dei posti letto, ma di un modello adeguato alle necessità dell’utenza con risorse altrettanto adeguate".

"Forse non ha ben chiaro, ad esempio, che in alcuni reparti è ormai quasi impossibile garantire lo smaltimento delle ferie pregresse accumulate negli anni. La dimostrazione sta proprio nel fatto che si è reso vano anche il tentativo durante l’estate di chiudere i posti letto, programmando ferie che non si possono in realtà garantire come di fatto poi avviene".

"La popolazione invecchia, si muove sempre meno, di conseguenza non è più pensabile che il problema sia dei soli ospedali della costa che prontamente vengono potenziati. Otre tutto si richiamano Medici ed infermieri e non gli operatori socio sanitari, questo ha prodotto nuovi problemi organizzativi, con il rischio di demansionare l’infermiere che lamenta l’assenza dell’OSS nell’assistere i pazienti, costringendo gli Operatori Socio Sanitari in servizio ad un super lavoro insostenibile che devono oltretutto fare da spola con la radiologia perché a Pontedera non esiste una squadra trasporti".

"Ci sarebbe da domandarsi quanto possono durare gli Operatori lavorando in queste condizioni senza subire problemi psicofisici. Ancora poi più singolare il tentativo di dichiarare di dimettere ancora più rapidamente i ricoverati. Se non si presta attenzione con i giorni di degenza ridotti spesso già all’osso si rischia di ritrovarsi la sera al pronto soccorso i pazienti dimessi al mattino, e francamente non ci sembra una soluzione, sopratutto dove mancano o non funzionano le cure intermedie".

"Ribadiamo ancora una volta che la salute è un diritto universale sancito dalla nostra costituzione e va garantito, senza operazioni di facciata".


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