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Attualità sabato 09 maggio 2015 ore 17:30

Ribechini: "Istituzioni? Subalterne alla Piaggio"

Il candidato alle regionali per la lista "Sì - Toscana a sinistra" critica anche il governatore Rossi: "Nel 2012 era con Colaninno in Vietnam"



PONTEDERA — Milioni di utili tra i soci, ma per i lavoratori peggiorano le condizioni. Rossi nel 2012 è andato in Vietnam con Colaninno a inaugurare l'ennesima delocalizzazione”.

Maurizio Ribechini, candidato al Consiglio regionale nelle elezioni del prossimo 31 maggio con la lista Sì – Toscana a sinistra esprime la sua opinione sulla situazione della Piaggio di Pontedera: “Un'azienda che nonostante le difficoltà del mercato delle due ruote sta continuando a produrre utili e che negli ultimi 5 anni ha distribuito tra i suoi soci profitti per ben 114 milioni di euro. Purtroppo nonostante questo negli ultimi anni le condizioni materiali di vita dei lavoratori dell'azienda pontederese sono in costante peggioramento, senza che le istituzioni locali e regionali si siano mosse concretamente in loro difesa. Le aziende dell'indotto ricevono sempre minori commesse, a causa della sempre più diffusa pratica di Piaggio di acquistare la componentistica in Cina e in India: ormai circa l'80 per cento dei materiali usati arriva da questi paesi e sempre più spesso di rivela di qualità inferiore rispetto a quelli prodotti nelle aziende del territorio, le quali entrano così in una spirale di crisi e tagli al personale”.

Ribechini fa un attacco diretto anche al governatore Rossi: “Nel 2012 lo stesso presidente Rossi si recò fieramente in Vietnam assieme a Colaninno per inaugurare uno stabilimento Piaggio, vantandosi di esportare un marchio toscano all'estero, senza però dire che si trattava dell'ennesima delocalizzazione fatta sulla spalle dei lavoratori italiani, per puntare sulla convenienza dei bassi salari degli operai dei paesi esteri. Tutto ciò d'altronde è purtroppo coerente con il peggioramento delle condizioni dei lavoratori di Piaggio a Pontedera, i quali da un punto di vista economico hanno un arretrato di tre anni per i premi di produttività e di quattro anni per l'integrativo aziendale e fra i quali è sempre più alto il numero di precari e part time verticali. Il tutto a fronte di ritmi di lavoro sempre più incalzanti, legati anche a una sempre più alta stagionalizzazione del lavoro. Ormai è infatti risaputo che di fatto in Piaggio si lavora da marzo a settembre, mentre nei restanti sei mesi si ricorre molto spesso a contratti di solidarietà e a cassa integrazione, facendo ricadere sulle casse pubbliche la mancata volontà aziendale di programmare la produzione in modo più coerente e sostenibile. Insomma la vecchia ricetta della "privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite", che penalizza sia i lavoratori che i contribuenti in generale, per favorire solo i profitti privati”.

Ribechini conclude l'intervento con un invito alle istituzioni: “In questo quadro le istituzioni locali e la Regione Toscana devono avere un rapporto meno subalterno rispetto alle scelte aziendali di Piaggio e degli altri colossi multinazionali. Servirebbe invece più programmazione economica pubblica, in modo che si torni a puntare sull'innovazione, sulla qualità dei prodotti e sui diritti di chi lavora, tutti elementi sempre meno considerati dalla classe imprenditoriale italiana, anche per colpa di una certa politica che non punta al bene comune ma solo alla salvaguardia degli interessi dei poteri forti. E' anche per questo che occorre creare un'alternativa rispetto a chi ha governato finora la Toscana”.


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