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Politica sabato 30 marzo 2013 ore 17:25

Acqua pubblica: "La remunerazione del capitale deve essere restituita"



Toti, il responsabile dei servizi pubblici del Pd regionale interviene dopo al sentenza del Tar sulla remunerazione del capitale VALDERA - Il responsabile degli servizi pubblici locali del Pd regionale, Gabriele Toti interviene in merito alla recente sentenza del Tar Toscano sulla mancata applicazione della volontà espressa con il referendum abrogativo del 2011 da parte del gestore dei servizi idrici. Il punto in questione è la remunerazione del capitale investito fissata dalla legge Galli al 7% e che dopo il referendum non doveva più essere computata in bolletta all’utente. “La sentenza del Tar della Toscana, in merito alla gestione del servizio idrico evidenzia due punti molto chiari riferiti alla tariffa ed agli investimenti – dice Gabriele Toti -. Relativamente alla tariffa, ribadisce la necessità del rispetto della volontà popolare manifestatasi con la vittoria del referendum del giugno 2011, riprendendo in questo senso quanto già espresso in un parere del Consiglio di Stato riguardo alla non applicabilità della ‘remunerazione del capitale investito’ nel periodo compreso tra il 21 luglio al 31 dicembre 2011; dal 2012 entrerà in vigore la tariffa transitoria prevista dalla specifica Autorità indipendente dell'energia e del gas. Quella parte di tariffa pagata impropriamente dagli utenti, pertanto, dovrà essere restituita, con le forme dovute anche se sono importi contenuti, questo dovrà avvenire nelle forme più veloci: l’Autorità Idrica Toscana dovrà deliberare rapidamente le nuove tariffe 2013-2013. Proprio per eliminare la remunerazione del capitale investito, come indicato dalla volontà popolare”. Il responsabile Servizi pubblici locali del Pd toscano Gabriele Toti poi aggiunge: “Il secondo tema toccato dalla sentenza - prosegue Toti - è relativo agli investimenti. Infatti viene affermata la legittimità del prolungamento, di cinque anni, degli affidamenti all'attuale gestore del servizio idrico nell'ex Ato2 Toscana, necessario proprio per far fronte alla esigenza crescenti di interventi nel settore. Il Tar, precisa che ‘appare legittima in quanto correttamente motivata con l'esigenza di investimenti infrastrutturali’. Il servizio idrico integrato ha necessità sempre crescenti di investimenti. Gli interventi compiuti nel corso di questi anni – evidenzia l’esponente del Pd toscano - rappresentano un fattore positivo di miglioramento delle dotazioni infrastrutturali, ma non può esser considerato certamente un punto di arrivo. Le stime indicano una necessità a livello toscano di 2-3 miliardi di euro di ulteriori investimenti nei prossimi 20 anni. Cifre necessarie per migliorare gli acquedotti che oggi registrano perdite superiori al 30%, e il rispetto delle normative in maniera ambientale, con la copertura entro il 2015 della depurazione nei centri superiore a 2.000 abitanti. Per fare questo è necessario che siano individuate tutte le forme possibile per effettuare investimenti, compreso il coinvolgimento di privati, come nel caso dei progetti per la depurazione del comprensorio del cuoio, in cui partecipano anche gli imprenditori della zona, e le forme di intervento pubblico considerando una sorta di "grandi opere ambientali" interventi nel servizio idrico”. “Dovremmo provare – conclude il responsabile servizi pubblici locali del Pd della Toscana – a declinare il concetto di "acqua pubblica". Penso che sia da intendersi come capacità del pubblico di tutela, indirizzo, regolazione, fissando regole certe e chiare, prevedendo forme di partecipazione degli utenti. Dico questo perché, l'esperienza insegna come non basta dire "pubblico è bello", ricordiamoci l'esperienza di aziende consortili (pubbliche) dell'acqua che non hanno avuto risultati esaltanti. Oggi bisogna parlare di investimenti per migliorare ed estendere la depurazione e ridurre le perdite degli acquedotti, cercare di ridurre i consumi civili e industriali-agricoli, considerando l'acqua come una risorsa esauribile”.

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