Flavio Insinna torna in tv su La7: «Accoglieremo tutte le famiglie d'Italia senza nessun pregiudizio»
Lavoro venerdì 28 marzo 2014 ore 17:10
Calano i consumi e i negozi chiudono
Il 2013 si è chiuso con una contrazione nelle vendite al dettaglio. In un anno in provincia hanno chiuso 255 punti vendita
PROVINCIA DI PISA — Nei negozi c’è
sempre meno gente, anche a Natale. Per il commercio al dettaglio della
provincia di Pisa infatti il 2013 si è concluso con un altrocalo delle vendite al dettaglio del 4,5 per cento.
Non è bastato il Natale a dare vigore ai consumi e bisognerà aspettare ancora
per sapere se un po' d'ossigeno sono riusciti a darlo i saldi.
Quel -4,5 per cento, però, non è tanto brutto se paragonato alla media toscana
e a quella italiana: secondo i dati dell’Ufficio Studi e statistica della Camera di Commercio, le
vendite al dettaglio dell’ultimo trimestre del 2013 in Italia sono
scese del 5,8 per cento, del 4,7
in Toscana.
A conferma delle crescenti difficoltà che affrontano le imprese commerciali pisane viene anche il livello contenuto dell’inflazione (+0,9 per cento), sintomo che non è stato possibile far pagare ai consumatori gli aggravi di costo subiti dalle imprese.
Nel periodo tra ottobre e dicembre 2013 la crisi conferma lemaggiori difficoltà delle piccole unitàche
perdono il 5,5 per cento in termini di vendite. Male anche le medie
strutture (6-19 addetti) che arretrano del 3,4%. Il segno di come la crisi
non molli ancora la presa viene dalle vendite delle grandi unità
che, nonostante l’innegabile vantaggio competitivo rispetto alle strutture
di minori dimensioni hanno registrato una caduta delle vendite dell’1,8
per cento.
L’alimentare,
con una flessione delle vendite del 5,4 per cento, è il settore nel quale
adesso le famiglie sono costrette a
risparmiare di più. Il non alimentare, dove i consumatori
avevano cominciato la “spending review”, prosegue nella fase calante,
mettendo a segno una contrazione del 4,7 per cento. Più complessa
la dinamica di ipermercati, supermercati e grandi magazzini che con un
-1,3 per cento evidenzia un netto peggioramento rispetto al dato
dell’ultimo quarto del 2012 (+4,2%).
Confermando la tendenza in atto ormai da un anno e mezzo, continuano a calare
le aziende attive nel commercio al dettaglio: a fine 2013 il numero dei punti
vendita scende a quota 8.055 unità, con una contrazione di 255
unità rispetto a fine 2012 (-2,7%). Il non alimentare (-222
unità, -3,5%), in ragione dei bisogni meno impellenti dei consumatori che
queste imprese vanno a soddisfare, segna la battuta d’arresto più consistente a
causa, soprattutto, degli ambulanti (-132 unità, -6,0%). Difficile, tuttavia,
anche la situazione del commercio in sede fissa sia per l’abbigliamento e
accessori (-58 negozi, -5,0%) che per prodotti per la casa ed elettrodomestici
(-28 unità, -3,3%).
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