Attualità sabato 20 giugno 2020 ore 12:59
Cave dismesse, idee ambiziose per il recupero
L'agronomo Giovanni Bruno da anni chiede interventi per le cave del Monte Pisano. Oggi propone soluzioni sostenibili di modellazione paesaggistica
CASCINA — Sui versanti sud del Monte Pisano fanno brutta mostra di sé decine di cave dismesse e in stato di degrado, disseminate nei terremoti di Vecchiano, San Giuliano Terme, Calci e Vicopisano. Il dottor agronomo Giovanni Bruno vive a Cascina e da anni guarda quelle cave, interrogandosi su come recuperarle e suggerendo soluzioni. Oggi chiede di puntare su "recuperi ambiziosi" di modellazione paesaggistica, che trasformino le cave in aree sportive e, perché no, in opere d'arte.
Per Bruno, innanzitutto, il recupero delle cave è "urgente sotto l’aspetto idrogeologico e paesaggistico".
"Negli ultimi anni - ci spiega - sono stati elaborati strumenti normativi validi, che prevedono e incoraggiano il recupero di queste aree, ma oggi manca ancora qualcosa per tradurre la teoria in pratica. Il fattore che condiziona la realizzazione degli interventi è principalmente economico. La riqualificazione dei siti richiede alti costi e l’applicazione di tecniche di recupero complesse da adattare alle caratteristiche di ciascuna cava. E’ quindi comprensibile la scarsa propensione dei proprietari ad intraprendere una operazione ritenuta molto costosa, fine a se stessa e priva di benefici tangibili".
Esperto in progettazione rurale e restauro paesaggistico, Bruno pensa che il problema economico sia superabile soltanto sposando progetti ambiziosi.
Esempi di modellazione paesaggistica
"L’obiettivo di riqualificare una cava dovrebbe essere - osserva -, oltre che la messa in sicurezza ed il recupero ecologico, la valorizzazione funzionale e socio-economica dell’area, in modo che la produzione di un reddito sostenibile e duraturo possa sostenere i costi dell’intervento. La realizzazione di progetti validi può rendere più agevole l’accesso al credito ed a finanziamenti di vario tipo. Solo così i proprietari possono essere motivati ad intervenire. La via obbligata è dunque quella di pensare in grande, puntare cioè a mirabili recuperi funzionali tagliati su misura per ciascuna cava e ottenere vere e proprie opere d’arte a cielo aperto. Le cave hanno una elevata visibilità, perché non sfruttarla per creare mega mosaici, mega disegni verdi, mountain sculptures, impianti ludici e sportivi (palestra di arrampicata, pista di bike e run cross, ecc.) o altro ancora. Tutto il Lungomonte pisano potrebbe diventare un parco tematico unico al mondo dove bellezza e meraviglia prendano il posto di dissesto e degrado paesaggistico".
Un progetto che secondo Bruno potrà portare sul Monte Pisano molti visitatori e molti posti di lavoro.
ArteSella in Val di Sella (Trentino)
"Questo può sembrare un po’ utopistico - commenta in proposito -, ma non lo è. Ci sono esempi concreti di come l’intelligenza e la lungimiranza di una comunità hanno saputo reinventare, praticamente dal nulla, l’economia locale. La Val di Sella in Trentino è riuscita ad abbinare le peculiarità del proprio territorio alla cultura. Alcune decine di anni fa, un gruppo di amici immaginò di inserire opere di arte contemporanea nella natura. Contattarono artisti da tutto il mondo e furono create le prime opere d’arte calate nel contesto naturale montano. Nel tempo furono aggiunte nuove opere e oggi la Val Sella è una realtà internazionale, in continua evoluzione, meta di oltre 100mila visitatori all’anno. Nel giro di una ventina di anni una comunità di montagna è riuscita a rivitalizzare la propria economia nel pieno rispetto della natura (meglio ancora, celebrandola)".
Per Bruno l'esperimento è assolutamente replicabile, basta la volontà: "Certamente la nostra realtà è diversa, ma non tanto. La sfida è simile ed in un certo senso partiamo avvantaggiati, se non altro per trovarci in un luogo di alta visibilità, già molto conosciuto e visitato per altri motivi. Non ci resta altro che unire gli sforzi e lavorare per obiettivi ambiziosi".
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