Politica domenica 23 febbraio 2014 ore 13:30
Parco o piazza, la nuova vita dell'ex Ipsia
Per il Movimento5Stelle serve un progetto pubbico e partecipato per riqualificare gli edifici tra via Primo Maggio e via Manzoni
PONTEDERA — Un gruppo di edifici ormai fatiscenti appena fuori dal centro della città, compresi fra corso Matteotti e la zona della stazione. Si tratta del complesso ex Ipsia a Pontedera, al centro delle critiche degli esponenti del Movimento5Stelle.
“La vendita del complesso che comprende la vecchia sede della scuola, quella della Croce Rossa in piazza Belfiore e un garage in via Primo Maggio – hanno scritto i grillini sul loro blog – è in vendita già dal 2011 per tre milioni e 712mila euro ed è basata su un accordo fra Comune e Provincia secondo il quale è prevista l’acquisizione a titolo gratuito dell’edificio in piazza Belfiore da parte del Comune e la vendita degli altri due lotti, con la possibilità di edificare in parte sull’area a scopo direzionale-commerciale o la possibilità di esportare i volumi fabbricativi in altra area a destinazione residenziale-produttiva”. Secondo gli esponenti M5S, questo accordo prevede anche la possibilità, per l’acquirente, di obbligarsi a costruire una nuova sede per il tribunale di Pontedera, anziché pagare gli oneri di urbanizzazione secondaria che servono alla realizzazione di verde pubblico, scuole, chiese, uffici pubblici.
Il nodo sta proprio qui, visto che il tribunale a Pontedera non esiste più da settembre scorso. Perciò i grillini si chiedono che senso abbia ormai questo accordo fra Comune e Provincia. “Siamo allibiti – dicono – nel vedere le possibilità edificatorie concesse in grande abbondanza dal Comune di Pontedera, che evidentemente è cieco e sordo alle evidenze del mercato”.
Per i 5Stelle infatti, non ci sarebbe la necessità di consumare altro suolo, né di costruire nuovi spazi commerciali, visti anche i tanti fondi vuoti nelle vie del centro città. Perciò i grillini chiedono a gran voce una riscrittura dell’accordo fra Comune e Provincia: “Auspichiamo – scrivono – un ripensamento e un’acquisizione pubblica dell’area, magari per farne una piazza o un parco urbano in miniatura, ricorrendo al bilancio partecipato e a un processo partecipativo pubblico”.
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