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Attualità lunedì 12 aprile 2021 ore 18:30

Il caso-cuoio, da un mese in zona rossa

Covid, nel comprensorio cinque Comuni sono in zona rossa dal 15 Marzo. I sindaci: "Le micro zone rosse non funzionano, questa è una certezza"



SAN MINIATO — Cinque Comuni su sei del comprensorio del cuoio sono in zona rossa dal 15 Marzo. Quella iniziata oggi è la quinta settimana nella zona con le massime restrizioni per contenere il contagio da coronavirus. Nel frattempo l'intera Toscana è entrata e uscita dalla zona rossa, in cui è rimasta dal 29 Marzo all'11 Aprile.

I cinque Comuni del cuoio coinvolti sono Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Montopoli Valdarno, San Miniato e Santa Croce sull'Arno. Sempre escluso da questi provvedimenti è stato il Comune di Santa Maria a Monte, i cui cittadini sono in carico ad Asl nord ovest, a differenza degli altri cinque Comuni che sono sotto Asl Centro. 

Se sabato 17 Aprile il cuoio tornerà in zona arancione (i numeri sono ancora alti ma stanno scendendo) avrà passato 32 giorni in zona rossa, quattro settimane e mezzo. Un caso analogo è quello della provincia di Pistoia, rimasta in zona rossa per 44 giorni, fino a ieri.

Perché nel comprensorio del cuoio la curva del contagio non è scesa nonostante la lunga permanenza in zona rossa?

Lo abbiamo chiesto ai sindaci del territorio e tutti concordano nel dire che "le micro zone rosse non funzionano", tanto che i numeri dei contagi hanno iniziato a scendere "quando tutta la Toscana è diventata rossa" ha sottolineato Giulia Deidda, sindaca di Santa Croce.

Venerdì scorso tutti e sei i Comuni avevano un'incidenza ben superiore ai 250 nuovi casi settimanali per 100mila abitanti (qui i dati).

Ad oggi i numeri sono in calo e Fucecchio (222) e Montopoli (243) sono sotto la soglia dei 250 nuovi casi a settimana per 100mila abitanti. Ancora sopra Castelfranco (362), San Miniato (318) e Santa Croce (305).

Nei restanti Comuni dell'Empolese Valdelsa quasi tutti sono sotto alla soglia 250, salvo Gambassi Terme (332) e Montaione (309). L'unione Empolese-Valdelsa a oggi ha un'incidenza di 197, che la colloca fuori dalla zona rossa

Se i dati nel cuoio continueranno a migliorare ci sono buone probabilità che da sabato 17 Aprile alle 14, quando scade l'ordinanza del presidente della Toscana Eugenio Giani, anche il comprensorio del cuoio torni in zona arancione.

Tornando alle ragioni per cui la zona rossa ha avuto poco effetto, almeno nelle prime settimane, Deidda ha aggiunto: "In questa settimana noi siamo rossi, ma lo sono anche l'Empolese Valdelsa e le intere province di Firenze e Prato. Spero che questa contiguità di territori aiuti. Contiamo di veder scendere ulteriormente il contagio. Quel che abbiamo capito è che la zona rossa funziona solo su un'area vasta, non su soli cinque Comuni".

"Dove c'è movimento, dove ci sono molte industrie, il contagio cresce di più - ha spiegato Alessio Spinelli, primo cittadino di Fucecchio - e non scende se sono chiusi tre parrucchieri e aperte 500 concerie. Avevo chiesto a Giani di mettere in zona rossa anche i Comuni della bassa Valdera e Santa Maria a Monte, ma il presidente ha detto che non era possibile farlo".

"Siamo Comuni molto interconnessi - ha detto Giovanni Capecchi, sindaco di Montopoli Valdarno -, nei giorni scorsi noi avevamo chiesto a Giani di lasciare tutta la Toscana in zona rossa, ma avere anche Firenze e Prato nella stessa zona è comunque meglio di niente. Speriamo che il trend di discesa del contagio prosegua".

"Siamo entrati in zona rossa prima che arrivasse il picco dei contagi - ha spiegato Simone Giglioli, sindaco di San Miniato - e molte attività produttive hanno continuato a lavorare. La nostra è una zona molto permeabile, con persone che lavorano fuori e altre che vengono a lavorare qui da altre parti. Invece la zona rossa funziona se i territori sono impermeabili agli spostamenti". 

"È comunque una zona rossa in cui c'è grande mobilità - ha aggiunto il sindaco di Castelfranco di Sotto, Gabriele Toti - in più certi servizi che nei Comuni rossi sono sospesi sono aperti nei Comuni di confine, a un chilometro".

A preoccupare nel territorio non sono solo i nuovi positivi, ma anche la saturazione dei posti letto negli ospedali: "Noi siamo zona rossa anche perché l'ospedale di Empoli è da tempo in difficoltà - ha detto Giglioli - e il maggior numero di ricoverati viene da San Miniato".

"Ogni giorno - ha spiegato Spinelli - ci sono almeno 13-15 ingressi di malati nel reparto Covid di Empoli e spesso succede che 3-4 pazienti siano trasferiti in altri ospedali. Fino alla scorsa settimana in quelli fiorentini, ma ora anche quelli sono pieni e ci si deve rivolgere altrove, è successo di mandarli a Massa o a Poppi addirittura".

I posti letto negli ospedali della zona sono i seguenti: 142 posti a Empoli (120 nel reparto covid ordinario e 22 in terapia intensiva), 34 posti di cure intermedie all'ospedale di Fucecchio ("dove molti interventi sono sospesi" ha detto Spinelli) e 16 posti di cure intermedie in quello di San Miniato. Totale 192.

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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