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Attualità sabato 21 giugno 2025 ore 10:30

Di Corcia dà l'addio al teatro ed è polemica

La sindaca Del Grande prende posizione dopo le parole di Di Corcia: "Il teatro comunale è un bene pubblico, non una proprietà privata"



SANTA MARIA A MONTE — L'addio di Franco Di Corcia, che nei giorni scorsi ha salutato il teatro comunale di Santa Maria a Monte, fa discutere. Del resto, Di Corcia anima il palco del borgo a chiocciola ormai da un decennio, grazie all'associazione Pensieri di Bo'. Ma, adesso, mentre è in arrivo un bando per la gestione, le strade sembrano ormai separarsi.

Ma la presa di posizione di Di Corcia non è piaciuta alla sindaca Manuela Del Grande, che ha risposto. "Nessuna esclusione, allontanamento o emarginazione è stata operata dall'amministrazione comunale - ha spiegato - a Di Corcia è stata addirittura concessa una proroga della gestione, proprio per garantire la continuità delle attività fino all'uscita del nuovo bando pubblico: una procedura non solo normale, ma prevista dalla legge".

"La decisione di abbandonare il teatro è stata eventualmente unilaterale e, cosa ancora più insolita, è stata presa prima ancora della pubblicazione del bando - ha aggiunto - con questa scelta, Di Corcia decide di privarsi della possibilità di presentare un progetto all'interno di un processo trasparente e meritocratico. Una decisione che solleva interrogativi sulla reale volontà di confronto".

"Il teatro comunale è e resta un bene pubblico, non una proprietà privata o una rendita di posizione acquisita - ha proseguito la sindaca - inoltre, va ricordato, che l'attività ventennale di Di Corcia, pur meritevole, è stata resa possibile grazie a consistenti fondi pubblici, spazi pubblici e sostegno istituzionale. La reazione teatrale di Di Corcia, che ha trasformato un normale e doveroso passaggio amministrativo in una presunta epurazione, rivela più una strategia mediatica che una reale preoccupazione per il futuro culturale della comunità".

"Chi veramente ama il teatro e la cultura non fugge dal confronto, non teme la competizione, non si sottrae al dialogo. La vera cultura si nutre di pluralità, non di monopoli personali - ha concluso - è tempo che il teatro comunale torni a essere ciò che deve essere: uno spazio di tutti, per tutti, gestito secondo regole chiare e trasparenti".


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