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Imprese & Professioni giovedì 13 febbraio 2020 ore 10:50

Giovani e Azzardo: il Cnr di Pisa lancia l’allarme

Lo studio condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa in collaborazione con il Servizio prevenzione e tutela sanitaria della Regione Abruzzo.



TOSCANA — Appare come una vera e propria “azzardopoli” l’Abruzzo in uno studio che il Cnr di Pisa ha condotto in collaborazione con il Ser.D della Asl di Lanciano - Vasto - Chieti. Lo studio si è concentrato sui giovani in quanto c’era già la sensazione di un fenomeno dilagante proprio nelle fasce più giovani della popolazione.

La dottoressa Paola Fasciani, in veste di direttrice del Ser.D (Servizio dipendenze) della Asl di un’area geografica molto vasta, ha condotto le ricerche che hanno portato a dati sconcertanti. Risulta che un ragazzo su due scommetta o giochi d’azzardo abitualmente. I giovani, addirittura minorenni, sarebbero tra quelli che giocano di più soprattutto nel settore scommesse.

La direttrice si è espressa sui dati che sono venuti fuori da uno studio dal nome “Azzardopoli: il gioco d’azzardo tra la popolazione studentesca e la popolazione generale in Abruzzo”. La ricerca è stata condotta dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa in collaborazione con il Servizio prevenzione e tutela sanitaria della Regione Abruzzo.

Si cerca già di correre ai ripari in un’epoca dove ormai il gioco è disponibile anche sugli smartphone (con slot o casino senza deposito) e quindi potrebbe addirittura tendere ad allargarsi.

L’analisi condotta nelle scuole: i risultati

Lo studio si è basato su ben 24 scuole abruzzesi e i dati raccolti sono dell’anno 2018. I giovani sono stati sottoposti a un questionario al quale hanno risposto circa 2100 ragazzi. Il 52% del campione era composto da individui di genere maschile, e il 59% di essi era minorenne al momento dello svolgimento del test.

I risultati? Il 49% degli studenti dichiara di aver giocato almeno una volta nella vita. Poco meno della metà invece, lo ha fatto almeno una volta solo nei 12 mesi precedenti lo studio. Dalle analisi risulta che per un 10% dei partecipanti il loro comportamento di gioco risulta essere a rischio, mentre un 6,5% di loro ha comportanti giudicati problematici.

I dati raccolti in Abruzzo testimoniano che non solo nel caso degli adulti, ma anche in quello dei giovani c’è una maggiore diffusione dell’abitudine al gioco. Si evince, infatti, che i minorenni abruzzesi che hanno provato l’azzardo siano oltre la media nazionale.

Le analisi si sono spinte a valutare anche le situazioni a livello geografico. Chieti è la provincia abruzzese dove i ragazzi si sono dedicati di più al gioco con un totale del 46,3% tra maggiorenni e minorenni. Poi c’è L’Aquila con il 45,9%, infine Pescara e Teramo in coda con il 45% secco. Ma quali sono le tipologie di azzardo che hanno spopolato di più tra i più giovani? I ragazzi si sono mostrati dediti alle scommesse calcistiche come era lecito aspettarsi. Alle ragazze, invece, piacerebbe tentare la fortuna maggiormente con i gratta e vinci, oltre l’80% di loro infatti ne ha provato uno almeno una volta. I maggiorenni invece hanno provato la lotteria istantanea nella maggior parte dei casi. Ma i giocatori problematici sono soprattutto quelli dediti a slot machine e videolottery (48,5%).

Secondo lo studio, sarebbero le false credenze il principale carburante che spinge i giovani a giocare d’azzardo. Molti credono che il gioco possa essere fonte di ricchezza e soddisfazioni e più di 1 su 10 è convinto che conti l’abilità nel gioco allo scopo di vincere


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