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Igea marina

di - lunedì 07 dicembre 2015 ore 07:00

Si dice ammazzare il tempo. In realtà è una bella gara fra te il tempo su chi ammazza prima chi, in questo ridicolo hotel. Porta il nome di San Giorgio, un megalomartire, un martire mega, ipervenerato nel mondo: un santo guerriero che, secondo tradizione, morì più volte, tutte in modo atroce, e più volte resuscitò perché si vede che una sola vita e una sola morte non gli erano bastate. Perciò esistono i santi. Uccise un drago, forse per difendere una principesca fanciulla e dal sangue del drago nacque un roseto che fioriva in aprile: per questo la memoria più bella gliela dedicano in Catalogna dove lo collegano alla festa degli innamorati che il 23 aprile, “diada de Sant Jordi”, in suo onore e per il loro amore, o almeno si spera e si spera che duri, si regalano una rosa rossa. E anche amici, genitori e figli si regalano rose e pure libri, rivendicando così il valore della cultura catalana. Antoni Gaudì dedicò a San Giorgio Casa Batlló. Sono stato da poco a Barcelona per lavoro: il mondo è piccolo e tutto si tiene.

L’hotel ammazzatempo associa anche il nome alla dinastia sabauda: avanti Savoia! La riviera adriatica d’inverno in luogo marino offre un grande languore: pochi locali aperti dove a cena mangi cappelletti o passatelli in brodo, roba buona che un tempo cucinavano le nonne e bevi discretamente. Qui si cucina all'italiana: perfino lo shampodoccia in albergo è all'olio d'oliva. Per la strada, dopocena, ci sono solo le case e la notte. La finestra dell’albergo si affaccia sul mare notturno che si sente appena e non si vede. Nell’oscurità una luce fioca passa, accompagnata dal rumore lontano di una barca a motore. E poi più niente: è il buio. Possiamo solo evocare tempeste, mareggiate e addormentarci pensandole.

In alternativa, da svegli, si legge o si scrivono parole, si appuntano pensieri: il logos. Sennonché, a proposito del logos e nonostante quello, Eraclito di Efeso sosteneva che gli uomini non comprendono cosa fanno da svegli, come non sono coscienti e si scordano di quello che fanno dormendo. Così, svegli o dormienti, non abbiamo speranza. Ma tanto Platone diceva che Eraclito diceva che tutto si muove e nulla sta fermo e questo, da piccolo, me lo urlava anche la mia mamma, aggiungendo che avevo l’argento vivo addosso: pure questo è un frammento di memoria. E, sempre Eraclito, ci assicura che non ci si bagna mai nella solita acqua del fiume, per cui tutto scorre, panta rei, tutto passa. È così alla fine, per un filosofo greco, come per un illustre drammaturgo partenopeo e anche per me, passerà la nottata. Domani si va a Rimini ad “Ecomondo”: è un ecomondo difficile!

Qui eravamo già venuti tempo fa a vedere ”L’Italia in miniatura” con la piccola, quando siamo stati felici. L'Italia in miniatura è una trovata che solo agli emiliani poteva venire. Ci mettemmo in posa per la foto davanti a una piazza dei miracoli con torre pendente in formato ridotto. Ognuno torna da dove viene. Anche allora fummo in inverno: l'adriatico offriva un lungo arenile deserto e un pontile gettato sul mare con gabbiani, una diga di massi e poi niente. C'eravamo noi. Sulla spiaggia raccogliendo conchiglie, lasciammo le nostre impronte che seguivano il nostro destino e le nostre speranze.

Igea Marina, 3 Novembre 2015


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