Marte
di - domenica 21 marzo 2021 ore 07:30
Siamo di nuovo sul Pianeta Rosso! Qualcosa di rosso resiste ancora nell’Universo e senza essere affetto dalla pandemia. La missione spaziale Mars 2020, partita il 30 Luglio 2020, si è conclusa il 18 febbraio 2021, dopo un viaggio di 203 giorni e 470 milioni di chilometri. La Nasa ha pubblicato lo spettacolare video dell'atterraggio del rover Perseverance suMarte, nel cratere Jezero, dal nome di un paesino lacustre della Bosnia che in bosniaco significa “lago”, perché un tempo in quella zona su Marte c’era un lago.Che poi si dovrebbe dire “ammartaggio”, come “allunaggio”, ma noi veniamo dal pianeta Terra e la nostra impronta la vogliamo sempre lasciare. Sono poco più di tre minuti, ma bastano a farci trattenere il fiato: si vedono il dispiegamento del paracadute supersonico, il suolo marziano che si avvicina e la discesa del rover. Finché la voce della speaker annuncia, tra applausi scroscianti, il successo dell’impresa. Seguono esultanze e abbracci in sala comandi e a me viene sempre da piangere. Il microfono a bordo del rover ci fa anche sentire per alcuni secondi il rumore del vento di Marte e ci si immagina come deve essere impressionante trovarsi lì, i primi, in un pianeta deserto, ferroso e ostile, ma senza nessun altro conterraneo a fare malestri o rompere i coglioni. Le immagini del suolo marziano che ci giungono mostrano un pianeta non così rosso, visto da vicino, ma questa ormai non è più una novità.
Anche il drone-elicottero Ingenuity, parcheggiato dentro Perseverance, ha inviato le sue prime comunicazioni alla Terra e ha iniziato a caricare le batterie in vista del volo. Ci vorranno dai 30 ai 60 giorni. L’operazione è fondamentale, perché le batterie devono mantenere la giusta temperatura per far resistere l'elettronica di bordo alle rigide notti marziane, dove il termometro può scendere fino a 90 gradi sotto zero. Che, diciamo la verità, non è quel caldo esagerato. Una volta pronto, il drone-elicottero avrà un mese di tempo per tentare il volo, alimentato dai pannelli solari di bordo. Ne potrà fare quattro, sarà il primo in assoluto su un altro pianeta. Ingenuity non vuol dire ingenuità, ma ingegnosità, inventiva. Perseverance invece significa proprio perseveranza, la capacità di insistere, superando ogni avversità.
L'esplorazione di Marte è una parte importante delle missioni spaziali degli Stati Uniti, dell’Unione Sovietica e della Federazione Russa, dell’Europa, dell’India e della Cina. Dagli anni sessanta sono state inviate verso Marte, una serie di sonde automatiche senza equipaggio che includono orbiter, i satelliti orbitali, lander, i veicoli di atterraggio che trasportano rover,i mezzi mobili. Tutto ciò allo scopo di raccogliere dati e rispondere a domande sul pianeta rosso e il suo passato, che potrebbero portare a scoperte ulteriori per la storia e il futuro della Terra. Il presente ormai è quel che è. L'esplorazione di Marte ha raggiunto costi finanziari considerevoli e le missioni fallite -quasi tutte quelle sovietiche, nonostante il pianeta fosse rosso- sono circa due terzi delle missioni totali a causa delle estreme difficoltà dell’impresa.
Le prime antiche osservazioni telescopiche di Marte avevano rilevato cambiamenti cromatici che furono originalmente attribuiti a vegetazione stagionale e segni lineari, i famosi canali -descritti dagli astronomi Giovanni Virgilio Schiaparelli e Percival Lowell a fine 800- che si credeva fossero dovuti a esseri intelligenti e invece si rivelarono illusioni ottiche. Queste erronee interpretazioni produssero un grande interesse pubblico per Marte, nonché una vasta produzione fantascientifica, letteraria e cinematografica, che ha affascinato e disturbato i nostri anni giovanili: “Cronache marziane”, “La guerra dei mondi”, “Noi marziani”, “Lucky Starr, il vagabondo dello spazio”. C’era anche “Maledetti marziani” perché forse noi toscani discendiamo da Marte. Altre osservazioni telescopiche fecero scoprire due piccole lune: Fobos e Deimos. E inoltre canali prosciugati, depressioni e calotte polari. Il Monte Olympus, la montagna più alta del sistema solare, 27 km di altezza, tre volte il monte Everest, con un’ampiezza pari quasi alla Francia e la Valles Marineris, il più grande sistema di canyon del sistema solare. Marte è un pianeta roccioso, simile alla Terra -i due pianeti si sono formati all’incirca nella stessa epoca- ma con una superficie desertica e fredda e con un diametro pari alla metà del nostro. E quindi, per effetto della minor gravità, un terrestre di 75 chili su Marte ne peserebbe solo 28. La famosa dieta marziana: un motivo in più per andarci. Oggi, grazie alle esplorazioni, sappiamo che sotto la superficie di Marte ci sono formazioni di ghiaccio e che un tempo il pianeta aveva acqua in superficie e forse forme viventi, anche se non proprio marziani. Peccato, continuiamo ad essere o a sentirci soli in tutto l’Universo. E la solitudine, dall’ospizio allo spazio, non è mai una bella cosa.
Il cinema si è occupato di Marte e dell’esplorazione dello spazio. Citerò quattro film fondamentali più recenti. Il primo è “Mission to Mars”,un viaggio fantascientifico alla ricerca delle nostre origini che ci rivela che, insomma, i marziani siamo noi, che non discendiamo soltanto dalle scimmie. Una buona notizia, soprattutto per le scimmie: toglie loro la responsabilità del nostro processo evolutivo. Il secondo, film non tanto fondamentale quanto divertente, è “Fascisti su Marte”.Poi c’è “Interstellar” chenon riguarda specificamente Marte, ma ci dice come Marte può essere stato e come la Terra potrebbe divenire. Infine, imperdibile, è “Sopravvissuto-The Martian”, dal romanzo “L’uomo di Marte” di Andy Weir. Siccome dicono che scrivo troppo -chissà perché- solo chi lo desidera può leggere le recensioni di questi film in fondo al testo.
Un giorno metteremo davvero piede su Marte. Oltre alle agenzie spaziali pubbliche sono partiti anche i privati. Certo al momento non sarebbe consigliabile usare i razzi del magnate Elon Musk, quelli che decollano e rientrano in verticale: è già il terzo che esplode. In questi giorni intanto sono salito a bordo di una “Tesla”, la macchina elettrica prodotta da Musk: quando l’auto, silenziosa, accelerava, venivi schiacciato sul sedile e sembrava davvero di essere in partenza per lo spazio!
Anche Jeff Bezos, quello di Amazon, si interessa del cosmo, però pare più propenso ad investire sulla creazione di grandi colonie spaziali orbitali o sulla colonizzazione della Luna. Bezos ritiene che l’umanità inizierà a trasferirsi nello spazio, man mano che la popolazione si espanderà e le risorse della Terra diminuiranno. Tutto ciò apre molte riflessioni. Innanzitutto rassegnarsi al fatto che possiamo depredare e inquinare il nostro pianeta a piacimento, tanto poi ce ne andremo altrove, è irresponsabile e folle. L’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria, le mutazioni climatiche che con il nostro modello di sviluppo abbiamo indotto, stanno compromettendo la sopravvivenza di popolazioni e aree del mondo e la nostra stessa esistenza. Abbiamo depredato la Terra. Uno studio mostra, in termini di biomasse, le proporzioni degli organismi viventi sul pianeta: siamo circondati da piante e batteri, ma è l'uomo a comandare. L'uomo, che rappresenta solo lo 0,01% di vita sulla Terra, ha già distrutto l'83% delle altre speci. La nostra impronta ecologica è esorbitante e non più sopportabile per il pianeta.
Un cambiamento drastico e repentino si rende necessario e non è solo il Coronavirus a dettarne le ragioni. Sono la nostra salvezza e quella delle nuove generazioni a imporlo. È impellente ridurre le emissioni, limitare il riscaldamento del pianeta. Green economy, circular economy, new green deal non possono restare slogan o pie intenzioni, ma divenire presupposti di una crescita sostenibile da fonti rinnovabili. Il riciclo dei rifiuti, la loro valorizzazione -anche energetica compatibilmente a parametri ecologici- significa invertire il ciclo. Siamo stati abituati a produrre con presupposti di obsolescenza programmata, dall’elementare, la materia prima, al complesso: il prodotto. Ora occorre pensare al riutilizzo e alla riproduzione dal complesso, il rifiuto, all’elementare: la materia seconda. Il governo Draghi ha varato il Ministero per la Transizione Ecologica, guidato dal fisico Roberto Cingolani. Ad maiora e, speriamo, per aspera ad astra.
Ma che c’entra la fantascienza, che c’entrano i viaggi planetari? C’entrano, anche se non possono essere una via di fuga per chi pretende di rovinare quello che ha e andare a far danni altrove. Possono e debbono rappresentare un monito e un proponimento per tutti noi. Noi, la razza umana, un’unica specie senza razzismi di sorta. Diciamolo sempre e con più forza oggi, 21 marzo, nella giornata mondiale contro il razzismo che ricorda il massacro di Sharpeville, avvenuto in Sudafrica durante l’apartheid. Si può imparare anche da un comportamento negativo, traendone un insegnamento positivo: non solo dovremo smettere di sconvolgere la vita della Terra e sulla Terra, ma abbiamo l’occasione di farla tornare su Marte, di colonizzare la Luna, di abitare lo spazio portando con noi, non la nostra paranoia e la nostra sete di dominio e sfruttamento, ma i presupposti sociali della nostra specie che si riassumono nella parola “umanità”.
Perché siamo noi, la nostra fantascienza. Noi, esseri tragici e fantastici, di “questo oscuro granel di sabbia, il qual di terra ha nome”. Noi che abbiamo iniziato la guerra dei mondi e che abbiamo lanciato il nostro ultimatum alla Terra e dalla Terra abbiamo ricevuto il suo. Noi che andremo alla ricerca di un nuovo pianeta in cui vivere, perché il nostro non ci sopporta più. E forse saremo ancora noi, o quel che resta dell’umanità, tra milioni di anni, in viaggio per l’Universo verso un altro sistema solare perché la nostra stella, quella che ci ha consentito la vita, sarà tramontata per sempre. Avrà smesso di risplendere sulle sciagure umane. Si sarà eclissata come fece Zingaretti nel terzo millennio, al passaggio della costellazione del Drago. Buona domenica e buona fortuna.
Libero Venturi
Pontedera, 21 marzo 2021
_______________________
“Mission to Mars” è un film del 2000 diretto da Brian De Palma, con musiche di Ennio Morricone, interpretato da Tim Robbins, Gary Sinise, Connie Nielsen e incentrato sull'esplorazione di Marte, in particolare sul mistero di una formazione rocciosa, ripresa dalla sonda Viking 1, nella regione di Cydonia. Dalle immagini la roccia appariva come un volto rivolto verso l’alto: in realtà si trattava di un’illusione ottica. Nel film si immagina essere un’astronave. L'ologramma di un marziano, alto, maestoso e triste, mostra agli esploratori terrestri, penetrati al suo interno, la storia di Marte. Il pianeta moltissimi anni fa era simile alla Terra, con mari e continenti ed era abitato da una specie vivente evoluta, ma la collisione con un gigantesco meteorite lo trasforma in un deserto arido, freddo e inadatto alla vita. Gli abitanti del pianeta devono abbandonarlo per dirigersi verso un'altra galassia. In questa fuga, inviano il loro DNA sul primordiale pianeta Terra, ancora senza vita, e, attraverso l'evoluzione, tale patrimonio genetico si trasferisce agli esseri umani. Alla fine anche quell’ultima astronave marziana parte, dopo che ci è stato rivelato che i marziani sono i nostri veri progenitori.
“Fascisti su Marte”, diretto nel 2006 da Corrado Guzzanti -che ne è anche interprete- e Igor Skofic, è un film fantapolitico e satirico. È tratto dagli omonimi sketch televisivi e girato come un falso documentario, parodiando lo stile dei cinegiornali dell’Istituto Luce del ventennio fascista, intanto che in Italia dominava il governo Berlusconi II. Questa la trama. Nel 1938 un manipolo di camicie nere, comandato dal gerarca Gaetano Maria Barbagli, s'imbarca sul prototipo di razzo spaziale tedesco Repentaglia IV, costruito con l'aiuto del fisico Majorana -nientemeno- e parte alla conquista di Marte: «rosso pianeta bolscevico e traditor». Arrivati a destinazione, gli uomini si danno all'esplorazione del pianeta, risolvendo il primo grande problema, la rarefazione dell'atmosfera, con un semplice, ma imperioso ordine del Barbagli: «Respirate!!!». Del resto «A mali estremi, estrema destra!». Dopodiché i nostri impavidi astronauti in orbace sottomettono il pianeta e dichiarano Marte «fascista». Ma gli eventi incalzano, cibo e acqua scarseggiano, atterra improvvisamente un disco volante, pilotato da amazzoni aliene. In effetti l’era geologica più recente di Marte è detta periodo Amazzoniano e c’è anche una regione detta Amazonis Planitia, non chiedetemi perché e non chiedetemi altro. Aggiungerò soltanto che purtroppo l’avventuroso e antesignano viaggio di questi impavidi camerati cadde nell'oblio a causa degli eventi della seconda guerra mondiale e, al termine del conflitto, nessuno ebbe più interesse a ricordare quest'opera di conquista del regime; solo nel 1997, durante la missione Mars Pathfinder, il rover Sojourner rinverrà quel che resta della temeraria e audace spedizione.
Il film “Interstellar” parla di astrofisica e di esplorazioni spaziali. Diretto nel 2014 da Christopher Nolan, interpretato da Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Matt Damon e Michael Caine, ha vinto l'Oscar per i migliori effetti speciali. Il fisico teorico del California Institute of Technology, Kip Thorne, insignito del Nobel nel 2017, ha contribuito al film come consulente scientifico. Nel XXI secolo il pianeta Terra sta diventando inabitabile per l'uomo in seguito al precipitare dei mutamenti climatici: il cibo scarseggia perché solo poche colture resistono alla "piaga", un flagello naturale che si nutre di azoto e che consuma l'ossigeno dell’atmosfera. Immense tempeste di sabbia rendono la vita impossibile. Il genere umano rifiuta la scienza e il progresso, dedicando le ultime risorse alla propria sopravvivenza, ma appare a breve destinato all'estinzione. Un gruppo di astronauti, diretti da scienziati dell’agenzia spaziale americana che ha proseguito in segreto la ricerca, viaggiano attraverso un “wormhole” in cerca di una nuova dimora per l'umanità. «Inoltrandoci nell'universo dobbiamo affrontare la realtà del viaggio interstellare. Dobbiamo arrivare molto al di là della nostra personale esistenza. Dobbiamo pensare non come individui, ma come specie» dice il professor Brand, lo scienziato interpretato da Michael Caine, che recita la struggente poesia di Dylan Thomas per incoraggiare gli esploratori e gli uomini a non arrendersi e tentare l’orizzonte, oltre i propri limiti. “Non andartene docile in quella buona notte, / i vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno; / infuria, infuria contro il morire della luce. / Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta / perché dalle loro parole non diramarono fulmini, / non andartene docile in quella buona notte; / infuriati, infuriati contro il morire della luce”. E nel pensiero dell’astronauta Cooper, interpretato da Matthew McConaughey, sta il significato del film e forse il senso delle esplorazioni spaziali. «L'umanità è nata sulla Terra, ma non è destinata a morirci».
“Sopravvissuto - The Martian” èun film del 2015, diretto da Ridley Scott, basato sul romanzo “L’uomo di Marte” di Andy Weir. Bello il film, ancora più bello il libro. La storia ha come protagonista l'astronauta Mark Watney, interpretato da Matt Damon. Allo scatenarsi di una violenta tempesta di sabbia su Marte, nella zona dell‘Acidalia Planitia l'equipaggio della missione NASA, Ares 3, capitanato dal comandante Melissa Lewis -Jessica Chastain- deve abbandonare precipitosamente la base e ripartire per tornare sulla Terra, ma Mark rimane separato dalla squadra, viene dato per morto ed abbandonato sul pianeta. Il film racconta la sua lotta per la sopravvivenza e gli innumerevoli sforzi per salvarsi e tornare sulla Terra. L'uomo, ingegnere meccanico e botanico, riempie una stanza del modulo spaziale con il terriccio, usa le sue feci e quelle lasciate dal resto dell'equipaggio, come concime ed escogita un modo per produrre l'acqua tramite la combustione di riserve di idrazina. Con questo sistema riesce a creare una coltivazione di patate che gli potrebbe consentire di sopravvivere fino alla missione successiva. I sol, così si chiamano i giorni su Marte, si susseguono uno dopo l’altro e scandiscono la solitudine di Mark, primo ed unico abitante di un pianeta affascinante e tempestoso, che spostandosi tramite il rover, riesce a recuperare il vecchio Sojourner della missione americana Mars Pathfinder del ‘97. Così trova anche il modo di comunicare alla Terra la sua esistenza. Ma imprevisti e incidenti sconvolgono tutto, mettendo a dura prova la vita del naufrago spaziale. Anche se il film è già datato non spoilero il finale. Chi non l’avesse ancora visto, lo veda. È un film emozionante e, in fondo, non è fantascienza: forse è futuro prossimo venturo.
La “Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale” è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1966. Si osserva ogni anno il 21 marzo. La data è stata scelta in ricordo del massacro di Sharpeville del 1960, la giornata più sanguinosa dell'apartheid in Sudafrica: 300 poliziotti bianchi uccisero 69 manifestanti che protestavano contro l'Urban Areas Act che imponeva ai sudafricani neri di esibire uno speciale permesso se venivano fermati nelle aree riservate ai bianchi.
“Questo oscuro granel di sabbia...” è la Terra ne “La ginestra” di Giacomo Leopardi e che il sole risplende -finché risplende- sulle sciagure umane, lo dice Ugo Foscolo, concludendo “I Sepolcri”.
Dati da: Repubblica “Green&Blue”, Giacomo Talignani
Esplorazione di Marte: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Esplorazione_di_Marte