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Politica venerdì 29 marzo 2013 ore 18:50

Nella "tana" dei grillini, il rito della partecipazione



Abbiamo partecipato a un incontro del Movimento 5 Stelle per scoprire com’è la vita di un attivista in Valdera

PONSACCO – Nei giorni del motto “Berlusconi e Bersani, padri puttanieri” per bocca del leader Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle continua la sua battaglia, anche a livello locale. Siamo stati a uno dei loro periodici incontri che si svolgono in un bar della zona industriale di Ponsacco per osservare da vicino la loro organizzazione interna e il modo di fare e concepire la politica. Alle 22 entriamo all’interno del bar “Melagodo”, quella che si percepisce è un’aria familiare. Le persone chiacchierano tra loro con estrema confidenza, nessuna cravatta ma tante felpe e tenute da dopo lavoro, sorrisi e discorsi semplici di gente comune, che si riunisce per parlare di come si vive in Valdera. Quando inizia la riunione sono quasi una sessantina i partecipanti che si siedono tutti in cerchio, “faccia a faccia” come tengono a precisare alcuni di loro. Nel gruppo c’è gente proveniente da tutti gli angoli della Valdera: Casciana Terme, Capannoli, Ponsacco, Lari, Pontedera, ma anche Bientina e zone limitrofe. Un microfono gira nella sala e invita tutti a prendere la parola, perché come sussurrano alcuni: “Qui non esiste che uno parli per tutti, ci sono mille voci e mille volti”. La discussione è un pò animata perché all’ordine del giorno c’è l’approvazione di un regolamento che servirà a organizzare i diversi ruoli, ben differenti dalle cariche di un partito, e a gestire la formazione dei continui nuovi arrivi. Andiamo con ordine. Il regolamento della Valdera è stato concepito nell’ottica del “non-statuto” nazionale, il decalogo delle 7 regole d’oro da seguire per rimanere coerenti allo spirito del Movimento. L’idea del regolamento locale, ci spiegano che è nata per un’esigenza molto semplice. Quando il Movimento si è diffuso in Valdera, un paio di anni fa, era composto da gruppi disomogenei di appena 3 o 4 persone che si riunivano per discutere di problematiche nazionali e locali. Negli anni e soprattutto dopo le elezioni politiche dello scorso febbraio, i numeri degli attivisti sono esplosi. “Lo tsunami ha travolto anche la Valdera - commentano – durante l’ultimo incontro eravamo quasi in 100”. Il regolamento servirà quindi a stabilire i ruoli all’interno dei gruppi degli attivisti 5 stelle. Ci sarà chi si occuperà della comunicazione e dei social network, chi penserà ai banchetti nella piazze e al volantinaggio, chi accoglierà i nuovi arrivati e così via. “Qui non esiste un io, esiste sempre il noi” continuano a ripetere i grillini riuniti a Ponsacco. I ruoli verranno stabiliti tutti insieme, per alzata di mano, in base alle caratteristiche e alle competenze del singolo partecipante e ruoteranno nel corso dei mesi per dare a ognuno la possibilità di cimentarsi in un’attività diversa all’interno del Movimento. Nel gruppo esiste un ruolo ben preciso: il “tutor”. La persona incaricata si occupa anche di affiancare i nuovi attivisti. Inizialmente deve instaurare con loro un rapporto, capire le aspettative e le ragioni che li hanno spinti a partecipare e solo dopo li introduce all’interno dell’assemblea generale. Insomma un percorso dal sapore un po’ iniziatico per entrare nella cerchia delle 5 stelle. Anche giovedì sera i nuovi arrivati hanno potuto ascoltare la riunione generale, ma dopo pochi minuti sono stati riuniti in un cerchio più piccolo. Uno ad uno i “nuovi” si sono presentati e hanno manifestato la loro voglia di entrare da attivisti nel Movimento. Il cursus è rigido. Si parte dal basso, dai volantinaggi, dagli incontri con il tutor, dall’affiancamento ai primi interventi pubblici. “All’interno del Movimento non c’è modo di fare carriera – precisa il tutor designato per la serata – ma c’è bisogno di informarsi e formarsi per essere in linea con i valori del Movimento”. La realtà dei fatti è subito messa in chiaro: “Ci sono stati alcuni di noi che per essere qui stasera hanno dovuto rinunciare a tanto – ha continuato il tutor – ad amici, parenti anche al lavoro. Tutto in nome della libertà di partecipazione, per un’esigenza di dire la propria, di non nascondersi dietro alla scusante che c’è sempre qualcunaltro che risolverà il problema”. Sembra che anche in Valdera si voglia quindi proseguire sulla strada nazionale de “l’onesta andrà di moda”, almeno fino a che ci sarà margine di poter parlare e discutere senza prendersi sulle spalle un impegno politico concreto anche a livello locale.

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