Attualità lunedì 22 dicembre 2025 ore 12:05
Il presepe contro il riarmo di don Armando

"Giù le armi! Mai più guerra!": questo il titolo scelto dal parroco per l'allestimento della Natività. "Le basi militari non portano benefici"
PONSACCO — L'atteso presepe di don Armando Zappolini, parroco di Ponsacco che ormai da anni fa l'allestimento della Natività uno spunto per parlare dell'attualità, è un grido a pieni polmoni contro la guerra e il riarmo. Il titolo, del resto, è chiaro: "Giù le armi! Mai più guerra!".
Il presepe, ideato da don Armando e allestito nel battistero adiacente la parrocchia di Ponsacco, chiama direttamente in causa Governi e istituzioni che, negli ultimi anni, hanno alimentato la spesa militare: nel 2024, del resto, sono stati superati a livello internazionale i 2.700 miliardi di dollari. Nel nostro Paese, nel periodo 2025-2026, la spesa è in aumento e si aggira tra i 31 e i 34 miliardi di euro all’anno, con la prospettiva di aumento per soddisfare l'obiettivo dell'1,5% del Pil.
Del resto, anche la nota pastorale della Conferenza episcopale italiana chiede di abbandonare l'escalation della spesa militare. "Il riarmo non aiuta la pace - ha commentato don Armando - e la tanto ripetuta e abusata parola sicurezza non può essere la panacea per legittimare gli interessi della lobby dell’industria militare".
Per questo, a fare da sfondo al presepe, ci sono delle foto che provengono da alcuni dei conflitti che interessano milioni e milioni di persone: da quello di Gaza all'Ucraina, passando per il Sudan. "Di fronte a questo non ci si può voltare dall’altra parte né possiamo restare a guardare - ha aggiunto - l'unica cosa che non dobbiamo disarmare sono le nostre coscienze. Per il resto dobbiamo disarmarci’, disarmare i nostri Paesi, le nostre comunità, le nostre menti, i nostri cuori".
Proprio con riferimento alle comunità, il presepe di don Armando richiama l’attenzione anche sul progetto di base militare diffusa tra Coltano e Pontedera. "A Gello, sui terreni della Tenuta Isabella, è previsto il progetto di una pista di addestramento per mezzi militari e un poligono di tiro a cielo aperto - ha detto il sacerdote - le basi militari non sono innocue, come ci vogliono far credere, non è così vero che non partecipano ai conflitti mondiali in corso. Le basi militari non portano benefici ai territori: le uniche a guadagnarci sono le grandi multinazionali delle armi e i loro gregari".
"Quando la guerra ti entra in casa - ha concluso don Armando - non possiamo lavarcene le mani. Le armi sono armi ovunque e, a volte, uccidono in silenzio, senza rumore. E possono uccidere anche un territorio come il nostro. Il riarmo non è la soluzione o il vero sviluppo, lo sono le voci di cittadini consapevoli che non si tirano indietro e lottano per il bene comune, a difesa della bellezza, della salute e di una pace autentica".
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