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Lavoro venerdì 20 marzo 2020 ore 17:50

"Chiudere le fabbriche? Ipocrisia della politica"

Invito alla riflessione da parte dei sindacati Fiom, Fim e Uilm di Pisa sul caso Piaggio, che è anche una replica a Lega e M5s di Pontedera



PONTEDERA — I sindacati Fiom, Fim e Uilm di Pisa si rivolgono a tutti i cittadini, invitandoli a riflettere attentamente su quel che potrebbe provocare una lunga chiusura delle fabbriche, fra le quali la Piaggio, e ricordando che la decisione spetta al Governo più che ai sindacati o alle aziende stesse.

Di seguito la lettera dei sindacati metalmeccanici dei confederali di Pisa, che è anche una replica alle richieste per una chiusura dalla Piaggio giunte da Lega Pontedera e M5s Pontedera.

"Cari cittadini tutti,

leggiamo in queste ore numerosi appelli alla chiusura di tutte le aziende più importanti del territorio.

Soprattutto il Movimento 5 Stelle e la Lega si appellano, ognuno a modo suo e non si sa bene a chi, affinché in particolare venga chiusa del tutto la Piaggio. Detta così sembra facile e risolutiva, però si da il caso che le fabbriche non le chiudono i Sindacati e nemmeno le aziende che rispettando le leggi appena fatte dal Governo e che prevedono appunto di continuare le produzioni.

Le Fabbriche le deve chiudere il Governo, mettendoci i soldi, ma non 4 miliardi di euro, ma almeno 10 volte di più! Perché per chiuderle tutte per almeno un mese (perché si tratterebbe di questo), ci vogliono i soldi e tanti e non i discorsi! A meno che qualcuno non pensi che le fabbriche le debbano chiudere i Sindacati con gli scioperi a oltranza. Qualcuno tra l’altro li sta facendo, con il risultato però che l’emergenza in questo modo la pagano gli operai e gli impiegati di tasca propria.

Il Movimento 5 Stelle per esempio, in un proprio comunicato prima si schiera con i lavoratori che chiedono il momentaneo stop di tutte le attività della Piaggio, ma immediatamente dopo dice che la Piaggio si deve attenere a tutte le disposizioni del decreto governativo in materia di sicurezza.

Allora delle due l’una: o si chiudono del tutto le aziende, o quelle che vogliono continuare a produrre,se rispettano i decreti sulla sicurezza, si lasciano aperte. E se vogliono stare aperte che si fa? Di chi è la responsabilità di chiuderle? Delle aziende stesse? O peggio ancora del Sindacato?

Ci spiace dirlo, ma quella del Movimento 5 Stelle ancora una volta è una politica demagogica e strumentale che li fa stare al Governo a fare le leggi e gli accordi con il Sindacato e le aziende e poi sui territori appoggia tutti coloro che le leggi e gli accordi non li vogliono rispettare.

La stessa identica cosa, dobbiamo nuovamente ricordarlo, che hanno fatto con il lavoratori precari che recentemente sono saliti sul tetto del palazzo blu dell’ASL di Pontedera per protestare.

Quei lavoratori sono rimasti fuori dalla Piaggio soprattutto a causa di una legge, il Decreto Dignità, voluta dal loro stesso Governo e poi vanno a solidarizzare con quei lavoratori scagliandoli contro la Piaggio e soprattutto contro i Sindacati Confederali, mentre le responsabilità come è ormai chiaro a tutti, vanno ricercati in una legge senza capo ne coda che, soprattutto a causa di questa pesantissima crisi si ripercuoterà pesantemente in primo luogo proprio sui lavoratori più precari.

E poi c’è la Lega, la quale ricordiamo che a sua volta ha votato il Decreto Dignità e che fa appello alle aziende, soprattutto le più grandi, le quali dovrebbero prendere atto del fatto che non ci sono le condizioni per poter lavorare e di conseguenza chiudere.

Ricordiamo alla Lega che anche in Lombardia, dove purtroppo le condizioni di diffusione del virus sono ben più drammatiche che in Toscana, le fabbriche sono ancora quasi tutte aperte, nonostante un appello di Cgil, Cisl e Uil della Lombardia che chiedono da giorni al Governo e alla Regione, amministrata da loro, di chiudere tutto ciò che non è indispensabile.

Ricordiamo inoltre alla Lega che in tutte le grandi aziende del territorio, sono stati fatti accordi, con temporanee chiusure per sanificare, riorganizzare e ridurre i turni di lavoro andando in molti casi anche ben oltre alle disposizioni del Decreto, scioperando quando necessario e che i delegati sindacali in queste ore, anche rischiando in proprio, sono ancora dentro le aziende, nei comitati di controllo e per la sicurezza, a verificare, controllare e se necessario modificare quanto è stato concordato. Nessuno invece si preoccupa piuttosto delle piccole aziende, soprattutto dove non ci sono i delegati sindacali e dove di conseguenza è più difficile controllare la corretta applicazione delle disposizioni sulla sicurezza da parte delle aziende e tutto è lasciato alla buona volontà dei datori di lavoro.

Cari cittadini, questa brutta e difficile situazione dimostra purtroppo che molta della politica attuale, anziché assumersi le proprie responsabilità e cercare un confronto costruttivo, scarica le proprie colpe sugli altri, non avendo molte volte, né le informazioni né la conoscenza delle problematiche che riguardano il lavoro e le singole fabbriche.

Fim, Fiom e Uilm di Pisa, che non fanno politica ma sindacato, al contrario, sono insieme ai propri delegati nelle aziende, e stanno cercando di aiutare concretamente i lavoratori, non abbandonandoli a se stessi, cercando di dargli anche un supporto su come utilizzare al meglio gli ammortizzatori sociali, su come poter richiedere i congedi parentali e quelli per l’assistenza ai familiari con gravi patologie.

Stanno cioè cercando di far sentire le persone meno sole e più consapevoli, certi del fatto che prima o poi questa emergenza finirà e che l’impegno di tutti noi dovrà essere anche quello di garantire una ripresa produttiva che non lasci dietro di se solo macerie e disperazione.

Fim, Fiom e Uilm di Pisa colgono anche l’occasione per esprimere il più sincero ringraziamento ai lavoratori metalmeccanici delle imprese di manutenzione dei reparti ospedalieri, degli operatori della sanità e della distribuzione alimentare che in questo momento, sono costretti più di ogni altro a sopportare il peso e i rischi di questa inedita e drammatica situazione".


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