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Attualità mercoledì 24 settembre 2025 ore 12:01

FiPiLi,"Limiti strutturali sotto gli occhi di tutti"

L'intervento del sindaco Matteo Franconi: "Decisioni non più rinviabili. Le elezioni regionali sono un'occasione per affrontare il tema"



PONTEDERA — "L’arteria principale della viabilità toscana è a buon titolo definita la strada dei 'dannati', un imbuto che non lascia scampo perché senza alternative benché totalmente inadeguata". A dirlo è il sindaco di Pontedera Matteo Franconi. Oggetto dell'intervento la superstrada Firenze-Pisa-Livorno.

"E' un’opera pensata male -prosegue Franconi- progettata negli anni Sessanta per volumi di traffico lontani anni luce da quelli odierni, costruita peggio (nei quasi 35 anni che sono serviti a finirla), gestita prima in maniera disastrosa per diventare poi un pozzo senza fine di fondi pubblici inghiottiti dagli infiniti cantieri che si affannano a mantenere l’arteria sopra il limite minimo della decenza".

"Ogni giorno i 60mila veicoli che sono costretti a imboccarla sono obbligati, loro malgrado, a sperare nella buona sorte e giocare alla ruota della sfortuna: il rischio minore  - aggiunge Franconi- è trovarsi bloccati in colonna per ore con allegato travaso di bile; quello peggiore è trovarsi (la media è vicina a uno al giorno) in un incidente anche grave. Se per gli utenti occasionali questi sono solo episodi fastidiosi e scocciature in grado di rovinare una giornata, per chi è costretto ad usarla per lavoro si tratta di un calvario quotidiano che rovina la vita e impatta negativamente sul sistema economico".

"I limiti strutturali sono troppi e sotto gli occhi di tutti - prosegue il sindaco di Pontedera - Corsie a tratti molto strette, poche piazzole di sosta, assenza di corsie di emergenza per gran parte del tracciato, manto stradale non drenante per diversi tratti, grande flusso di mezzi pesanti e assenza per tutto il tracciato di terze corsie per consentire un deflusso più regolare del traffico".

Secondo Franconi le elezioni regionali sono un'occasione per affrontare il tema. "Il quadro scoraggiante deve spronare la politica a prendere decisioni non più rinviabili. Per il presente e per il futuro della Toscana - dice Franconi - Non c'è alcun dubbio che occorrano risorse ingenti e straordinarie per dotare la FiPiLi di infrastrutture anche minime di sicurezza e scorrevolezza. Sotto un profilo macro-economico l'intervento serve anche a capitalizzare la straordinaria opportunità del progetto Darsena Europa che vede il porto di Livorno come uno degli hub fondamentali lungo il corridoio Scandinavo-Mediterraneo. Per questo motivo, nel Piano Operativo di Pontedera, abbiamo previsto una infrastruttura di valenza territoriale (Truck-Park) all'uscita della FiPiLi pensata al servizio degli autotrasportatori, dei mezzi pesanti e del polo logistico innervato lungo la FiPiLi".

Franconi si dice poi d'accordo con l'idea di una società dedicata alla progettazione e alla realizzazione degli investimenti necessari e individua tra le "assolute emergenze" la terza corsia nel tratto tra Montopoli - Pontedera e la diramazione Pisa-Livorno così come l'ingresso in Firenze. "Il vero problema - è la riflessione di Franconi - resta quello della sostenibilità. Se, come sembra evidente, non sarà possibile trovare le risorse pubbliche straordinarie per le opere, e quelle ordinarie per la manutenzione, io credo che si debba mettere sul piatto della discussione pubblica un ventaglio di alternative su cui far discutere e decidere i cittadini toscani. La mia idea è che sia sbagliato immaginare un pedaggio (alto) per i tir e i mezzi pesanti: caricare soltanto sulle spalle del sistema produttivo e del trasporto su gomma rischia per un verso di gravare troppo su un segmento importante dell'ecosistema toscano e per altro verso di non esser nemmeno sufficiente allo scopo".

"Non credo - aggiunge Franconi- sia un'eresia far discutere le comunità e i territori su qualche opzione alternativa, magari prendendo esempio da quel che succede intorno a noi. Mi riferisco a qualcosa di simile al bollino (giornaliero, settimanale, mensile o annuale) che Svizzera, Austria e molti altri paesi vendono a chi voglia usare le loro, quelle sì, sicure e scorrevoli, superstrade. So che in questi tempi di slogan e soluzioni semplici ai problemi complessi si tratterebbe di una discussione complicata, ma se davvero due o tre euro al mese fossero il prezzo da pagare per finanziare la costruzione di una strada sicura e finalmente adeguata alle esigenze del traffico di oggi e di domani, potrebbe anche valerne la pena avviarla.L'alternativa peggiore è quella di non fare niente, condannando alla dannazione eterna chi non può scegliere di non percorrerla questa strada".


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