Attualità domenica 25 agosto 2019 ore 07:00
Il pontederese che imbrogliò tutti
Mezzo secolo fa un ex operaio Piaggio cominciò a rilasciare interviste dichiarandosi capo dei fascisti europei. E non solo.
PONTEDERA — Mezzo secolo fa, tempi di stragi e rivoluzionari in azione, non solo l'Italia ma l'Europa intera scoprirono da un servizio de L'Espresso - un 'grande scoop' - che un esercito fascista era pronto a entrare in azione. Lo appresero da un pontederese autodichiaratosi rifugiato nella Spagna ancora franchista (il generalissimo e caudillo Francisco Franco morirà nel 1975) che si presentò all'inviato della famosa rivista come capo di stato maggiore, appunto, dell'esercito clandestino fascista.
Un pontederese, dunque, che poteva far tremare l'Europa.
A quel punto la Tv e la grande stampa - Corriere della Sera, l'Europeo, Panorama fino ai giornali di provincia- si scatenarono con servizi in prima pagina e grossi spazi nei telegiornali. E ci volle del tempo per rendersi conto che si trattava di un bluff, oggi si direbbe una grande fake news.
Agli inviati delle prestigiose testate, il gran capo dei... rinati fascisti si dichiarava agente o ex agente dei servizi segreti della difesa, rivelava nomi degli autori delle stragi di piazza Fontana e di Brescia, dava particolari sul presunto tentato golpe Borghese - che avrebbe dovuto instaurare in Italia un governo di destra ma che fallì abbastanza clamorosamente e con episodi anche risibili, tanto che vi fu fatto un film, 'Vogliamo i colonnelli' con Ugo Tognazzi - vantando conoscenze altolocate. E una lontana parentela, questa vera, con Giovanni Gronchi, il presidente della repubblica pontederese di cui era biscugino.
Fino al punto di un fantomatico incontro con Fanfani al quale avrebbe offerto la presidenza della Repubblica.
E.S. - preferiamo non rendere noto nome e cognome - raccontava inoltre di viaggi come ufficiale addetto alla sicurezza di Gronchi in visita - davvero avvenuta - alla Russia Sovietica, e del Papa in Terra santa. Fino a proclamarsi, appunto, capo dell'esercito europei 'dei neri'.
Interviste con nome coperto, eccoci al punto, per le quali chiedeva un compenso allo scopo, spiegava, di trovare finanziamenti per l'attività del 'suo' esercito clandestino, come del resto facevano anche gli esponenti dei gruppi rivoluzionari 'rossi' o dell'Eta, l'esercito separatista basco.
Poi, pian piano, la verità. E.S. non era un ingegnere elettronico, come si dichiarava, ma un ex operaio della Piaggio prima di aprire un negozietto in città, poi andato male. Ma prima di andare in Spagna era stato anche condannato anche per truffe su polizze assicurative, e altro ancora, con fascicoli a suo carico che arrivano ai carabinieri di Pontedera da tutte le caserme d'Italia.
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