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Attualità domenica 27 marzo 2022 ore 07:00
In carcere, ma con allegria
Dalle celle di Palazzo Pretorio sono ovviamente passati tanti reclusi, da quelli, pochi, 'importanti' a quelli che passavano un sol giorno per far transitare in sicurezza il treno del Re.
PONTEDERA — Quando passava da Pontedera il treno che veniva da Firenze e arrivava a Pisa-San Rossore passando da Empoli, Pisa e altri centro minori, un gruppo di pontederesi doveva andare 'da Cesare'. Per una notte o magari per un giorno. Andare da Cesare significava andare in carcere nel palazzo pretorio sotto la 'guida' di Cesare Belli, il custode.
I carcerati di una notte o di un giorno erano Catullo d'Enea, Cupido Ciompi, Alfero Tosi insieme al figlio Vaillant, Balilla Vanni, Anacleto dei Turbe e pochi altri. Venivano presi dalla polizia e portati in carcere. Erano gli antifascisti, diciamo così', incalliti e attivi ma, ecco la sorpresa, anche allegri. 'Di quell'allegria popolare che sa di bevute e di canti. Catullo e gli altri dovevano andare in carcere non soltanto quando passava il treno ma anche, per fare un esempio, quando il re Vittorio Emanuele che venne a Pontedera per inaugurare il villaggio Piaggio.
Catullo e gli altri si venivano preventivamente convocati nella caserma dei carabinieri, ancora quella dopo cent'anni o quasi, e gli 'interessati' dicevano, con una frase fatta, 'mi hanno chiamato al 'picchetto'. Anche Mario Marianelli, personaggio primario per Pontedera recentemente deceduto, studente italiano a Mosca passò una notte in cella per aver contestato il divieto contro il colonialismo. Poi Marianelli diventò anche vicesindaco.
Chi finiva, per un giorno o due o tre, da Cesare trovava ladruncoli di bassa lega. Ladri di polli, lega, 'toccatori' del lato 'b' delle belle ragazze, ladruncoli sacrileghi nelle chiese, donne di facili costumi che lavoravano 'in proprio' fuori dal Villino Azzurro (la casa ufficiale di fuori del ponte per gli amori altrettanto ufficiali e a pagamento).
Si mangiava il 'piatto del carcerato', piatto poverissimo ricavato dalla bollitura della trippa di scarto. Una sera venne arrestato uno zingaro che faceva ballare un orso, che però non poteva andare in carcere per cui fu chiuso nei macelli comunali dove i bimbi, così si dice, portarono 'per vari giorni palle di cavolo'.
Nell'immediato dopoguerra fu portato in carcere anche un bandito 'vero', il famoso Cucchiara. Lo catturò un carabiniere in servizio a Pontedera che poi andò a fare la guardia alla Piaggio, dove fu chiamato 'Il Cucchiara'.
Quando nel '44 cambiò la politica. diversi pontederesi finirono nelle celle di Palazzo Pretorio perché compromessi con fascismo che ormai non esisteva più. Oltre alle celle di Palazzo Pretorio varie persone furono poi mandati anche nel nel campo di Coltano, campo di prigionia per fascisti, dove finirono anche Albertazzi e Valter Chiari.
Alcuni pontederesi furono interrogati ma, ad esempio, l'allora famoso dottor Emilio Zoli, molto conosciuto e stimato in città, fu quasi subito rilasciato. Un altro personaggio famoso fu invece il giornalista-commerciante (operava in centro) Orazio Pettinelli, corrispondente soprattutto de La Nazione, che dopo un inizio difficile tornò a diventare il più importante giornalista della città.
Mario Mannucci
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