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Lavoro giovedì 25 febbraio 2016 ore 11:27

'Privilegi' e discriminazioni alla Piaggio

La denuncia di Fiom Cgil: "A casa persone che non ritenute adeguate agli standard produttivi, ritmi più alti per chi ha il 'privilegio' di lavorare"



PONTEDERA — "La Piaggio tiene a casa le persone che non ritiene adeguate all'aumento degli standard produttivi e vorrebbe costringere a ritmi più alti e a peggiori condizioni di lavoro chi seleziona per il 'privilegio' di lavorare. La stragrande maggioranza di quelli destinati ad essere parcheggiati a casa hanno problemi di salute, spesso causati dai ritmi di lavoro usuranti delle catene di montaggio. Sono spesso persone che, avendo avuto un contratto precario per 10 o 15 anni, hanno subito il ricatto di dover dimostrare di non essere meno produttivi degli altri. Una competizione che ha fatto ingrassare la Piaggio a spese della funzionalità degli arti superiori dei lavoratori, soprattutto di molte operaie". I delegati della Rsu Fiom Cgil hanno denunciato con queste parole la situazione che stanno vivendo nelle officine pontederesi.

Nel comunicato a firma congiunta Tecce, Malventi, Guezze, Cappellini hanno aggiunto: "Quest'anno l'applicazione del contratto di solidarietà è diventata sempre più pesante e discriminatoria. Alla Piaggio con questo accordo viene anche consentito di colpire un lavoratore perché svolge attività sindacale in un modo non gradito all’azienda. Nel reparto Acn, ad esempio, durante questa settimana sono rimasti a casa solamente 2 o 3 persone su 30, ma tra loro, guarda caso, il rappresentante dei lavoratori, mentre pochi giorni prima sono stati fatti arrivare da altri reparti diversi operai per sopperire alle necessità produttive, e mentre continua ad essere effettuato il lavoro notturno".

L'atteggiamento di Piaggio ha provocato una risposta dei lavoratori: "La scorsa settimana c'è stato lo sciopero di un'ora in tutto lo stabilimento, lunedì uno di mezzora al reparto Acn".

"E' uno sciopero - hanno concluso i Fiom - che non è solo contro Piaggio. E` anche di denuncia delle istituzioni pubbliche, evidentemente poco interessate a guardare oltre i muri della fabbrica più grande della regione, anche quando utilizza ingenti fondi pubblici e tanti soldi che vengono dai contributi dei lavoratori per discriminarli e mettere in discussione i loro diritti".


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