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Attualità martedì 24 giugno 2025 ore 10:55
Trend delle imprese, meno negozi e più ristoranti
La Camera di Commercio tasta il polso dell'imprenditoria pontederese: in cinque anni diminuiscono le attività, ma il saldo è positivo rispetto al 2023
PONTEDERA — La ritirata delle imprese su scala nazionale non risparmia Pontedera, che nel contesto pisano fa registrare dati negativi su alcuni fronti, riuscendo comunque a mantenere un saldo positivo tra chiusure e aperture rispetto agli anni passati.
Lo hanno dimostrato i numeri della Camera di Commercio Toscana nord ovest, che dopo aver messo sotto la lente d'ingrandimento le tre province di Pisa, Lucca e Massa-Carrara che costituiscono il suo bacino di riferimento, ha disaggregato i dati relativi alla città della Vespa. "Occorre sempre ricordare - ha specificato Valter Tamburini, presidente dell'ente camerale - che i numeri, se non interpretati, possono essere fuorvianti"
La contrazione delle imprese tra 2019 e 2024, a Pontedera, è superiore al dato provinciale: mentre in tutto il Pisano si è attestata al 6,1%, nella città della Vespa si parla di una riduzione dell'8,1%. Nel dettaglio, nel 2019, prima del Covid, le imprese nel territorio comunale di Pontedera erano 3.850, mentre nel 2024 erano 3.540. "Pontedera, però, è la città con il maggior numero di imprese dopo Pisa in provincia - ha precisato - quindi, occorre anche capire come sia più probabile la chiusura di un numero più grande di imprese".
In questo contesto, hanno registrato un piccolo calo anche le imprese straniere, passate da 756 nel 2019 a 684 nel 2024. Un calo di quasi il 10%, che però non ha alterato troppo l'incidenza sul totale, che è passata dal 19,6% al 19,3%.
Cali ben più vistosi si registrano nell'ambito delle imprese femminili e nelle imprese giovanili, che nel quinquennio sono diminuite rispettivamente del 6,3% e del 20,1%. Le percentuali in crescita, invece, si registrano nei settori della ristorazione e dei servizi alla persona, come parrucchieri ed estetisti. "Soffre soprattutto il commercio al dettaglio - ha aggiunto - un po' per la presenza dei grandi centri commerciali, un po' perché la pandemia e l'isolamento hanno cambiato i modi di acquistare delle persone, che si sono riversate sull'online".
"Serve fare quadrato e salvaguardare le nostre imprese - ha concluso Tamburini - occorre che dal Governo centrale e dalle altre amministrazioni che hanno la possibilità, come la Regione, facciano di tutto per stare vicine alle imprese, che sono la nostra vera ricchezza".
"Come tutte le città, Pontedera sta subendo una grande trasformazione - ha detto Claudio Del Sarto, responsabile di Confesercenti per Valdera e Cuoio - il centro si sta snaturando rispetto al passato da boutique della Valdera, le catene stanno prendendo il sopravvento. Dobbiamo sforzarci ad aprirci al mondo e alle innovazioni, ma anche capire che c'è bisogno di dare una mano ai commercianti: non bastano più soltanto gli slogan, occorre avere i piedi per terra".
"Il saldo tra imprese cessate e aperte, nel 2024, è comunque positivo: ci sono alcuni segnali - ha concluso Alessio Giovarruscio di Confcommercio - inoltre, a fronte di numeri che evidenziano la fase complicata delle imprese, i dati evidenziano anche una forte propensione all'innovazione".
Pietro Mattonai
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