Attualità venerdì 29 agosto 2014 ore 19:43
Agenti insultati, scattano le denunce

Automobilisti non in regola e diffamazione a mezzo stampa. Provvedimenti della polizia dell'Unione Valdera nei confronti di italiani e stranieri
PONTEDERA — Raffica di denunce per italiani e stranieri da parte della polizia locale dell'Unione Valdera.
Le prime tre sono scattate a carico di cittadini italiani che dopo la presentazione alla stampa del nuovo strumento in dotazione alla polizia locale “segugio” che permette di identificare automobili non in regola con i documenti, o rubate, hanno insultato e denigrato il corpo della polizia municipale commentando su social media e giornali online i servizi giornalistici e apostrofando con vari insulti gli agenti e in particolare le donne che vestono la divisa del corpo di polizia.
Due donne di Massa Carrara, un uomo di Montecatini Terme e un altro di Pisa sono stati denunciati per diffamazione a mezzo diverso dalla stampa in concorso e ora dovranno rispondere davanti al magistrato della loro affermazioni ingiuriose.
Due cittadini stranieri invece sono stati denunciati perché, dopo che avevano parcheggiato in via del Fosso nuovo a Pardossi un mezzo pesante, impedendo la circolazione dei veicoli sulla strada, quando sono arrivati gli agenti della polizia locale per chiedere loro di spostare il veicolo, hanno preso a insultarli, a offenderli e a minacciarli.
Alla fine i due stranieri residenti nella zona, e che lavorano presso un'azienda di mobili, sono stati denunciati per vari reati tra cui ingiuria, violenza oltraggio, minacce e resistenza.
Denunciato anche un cittadino che dopo essersi rifiutato di fornire i documenti agli agenti che lo avevano sorpreso al volante mentre teneva il cellulare all'orecchio, ha pensato bene di recarsi al comando di Pontedera per reclamare con gli ufficiali, ma non trovandoli ha lasciato una lettera ingiuriosa per gli agenti che lo avevano sanzionato e per il corpo della polizia dell'Unione. Avendo messo nero su bianco le offese ha prodotto una prova concreta del suo operato e dovrà risponderne davanti al giudice.
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