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Cultura martedì 02 aprile 2013 ore 16:15

Alvaro Fantozzi e l’antifascismo pontederese



socialista, segretario della camera del lavoro e assessore. La storia di Fantozzi a 91 anni dalla sua scomparsa


PONTEDERA – Simbolo dell’opposizione al fascismo negli anni del ventennio e punto di riferimento nella lotta per i diritti dei lavoratori. Alvaro Fantozzi nella sua breve vita è riuscito a fare molto. E’ stato ucciso nel 1922 ad appena 29 anni in circostanze mai realmente chiarite, quasi sicuramente per mano dei fascisti che che vedevano nella sua figura un carismatico sovversivo al regime. Prima semplice esponente del Partito Socialista, poi segretario della Camera del Lavoro, Fantozzi è nato e cresciuto a Pontedera e di professione faceva il pastaio. Durante il suo impegno politico appoggiò gli scioperi dei metallurgici pontederesi e costituì 33 leghe operaie che videro la partecipazione di oltre 4000 lavoratori. Alle elezioni amministrative del 1920 i socialisti ottennero a Pontedera 1436 suffragi, oltre il 78% dei voti, e Fantozzi divenne assessore. Negli anni successivi, con la nascita dei fasci di combattimento, Fantozzi divenne il simbolo delle lotta all’oppressione. Anche le ricostruzioni fatte dagli investigatori a seguito della sua morte sono una testimonianza della grande forza d’animo di Fantozzi, che neanche di fronte a morte certa ha abbandonato i suoi ideali. Secondo quanto emerso il giorno del suo assassinio, nel 1922, Fantozzi stava andando a Palaia per eliminare una vertenza sorta fra agrari e operai. Durante il cammino incontrò a Castel del Bosco, vicino a Marti, due individui che gli chiesero se fosse realmente lui Alvaro Fantozzi. Alla sua risposta affermativa estrassero la pistola e esplosero contro di lui numerosi colpi, che lo uccisero. Il fatto suscitò grande indignazione a Pontedera e nell’intera Valdera, tanto che l’ assassinio di Fantozzi fu il tema di un’interrogazione parlamentare per mano del deputato comunista Mingrino e in seguito dell’onorevole Garosi. Il grande affetto popolare verso Fantozzi fu testimoniato durante il suoi funerali a cui parteciparono numerose persone, nonostante il Prefetto di Pisa Malinverno avesse autorizzato la presenza di una numerosa concentrazione di camice nere. Questo episodio aumentò l’indignazione della gente verso il dilagare delle forze fasciste, e divenne l’emblema di ideali e valori che non si spensero neanche dopo la sua morte. A 91 anni dalla sua scomparsa Fantozzi resta uno dei simboli storici dell’antifascismo della città di Pontedera e a lui saranno dedicate numerose iniziative per l’anno 2013.

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