Politica giovedì 03 dicembre 2015 ore 11:15
Educazione di genere, Ciampi risponde al Comitato
Lunga lettera del primo cittadino calcinaiolo, spiega al gruppo "Famiglia scuola educazione Pisa" il punto di vista di chi ha approvato la mozione
CALCINAIA — L’oggetto del contendere continua a essere la mozione “Educare alle differenze” – o meglio, la sua interpretazione – approvata nello scorso Consiglio Comunale calcinaiolo, tenutosi giovedì 26 novembre.
Questo il pensiero di Lucia Ciampi:
“Dispiace constatare dai quotidiani che il Comitato Famiglia Scuola Educazione Pisa, presente con alcuni suoi membri alla seduta consiliare di Giovedì 26 Novembre, non abbia compreso non solo l’intento della mozione, ma anche le numerose spiegazioni e precisazioni che sono state espresse in sede di Consiglio da consiglieri e assessori.
Sarebbe stato sufficiente leggere con attenzione il testo della mozione, proseguendo oltre il titolo, e ascoltare gli interventi per capire che non c’è niente di generico in quanto viene esplicitato nel documento. Nel testo si parla infatti di concetti che stanno alla base della nostra società democratica, fortunatamente già rispettati e valorizzati in ambiente scolastico, quali contrasto a ogni forma di sopraffazione o discriminazione, prevenzione delle violenze legate al genere e all’orientamento sessuale, pacifica convivenza delle diversità. Stupisce che ancora oggi qualcuno sia contrario alla sensibilizzazione in ambito educativo a simili valori.
Definire i principi fondamentali della civile convivenza “suadenti” ci sembra offensivo delle stesse Carte nazionali e internazionali che li promulgano, dalla Costituzione Italiana, alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, fino alla Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo.
Abbiamo già risposto in sede di Consiglio a chi taccia la mozione di dichiarare una cosa, ma di volerne in realtà promuovere un’altra: si tratta di una mistificazione. Il riferimento nel documento al “superamento di logiche discriminatorie e stereotipanti” non ha niente a che vedere con ciò che una fervida immaginazione suggerisce ai membri del Comitato. I pregiudizi da estirpare fin dalla tenera età sono quelli che non lasciano immaginare una donna meccanico o ingegnere, oppure un uomo ballerino o baby sitter; quelli che spingono all’omofobia o che vogliono bollare la figura femminile necessariamente ed esclusivamente come “angelo del focolare”, deputata alla cura della casa e dei figli. In una sola parola, vorremmo fare in modo che i cittadini di domani crescessero in un contesto educativo che propone libertà e rispetto reciproco.
Non togliere, ma aggiungere: questo è il concetto che sta alla base della mozione “Educare alle differenze”. Promuovere la prevenzione della discriminazione di genere e il contrasto al sessismo attraverso percorsi formativi per gli insegnanti, iniziative di informazione e sensibilizzazione per docenti, dirigenti e famiglie, potenziamento dell’offerta di libri in scuole, biblioteche e ludoteche non significa negare ai genitori la libertà di educare i propri figli, ma offrire strumenti e opportunità in più per costruire una scuola, dunque una società, libera da bullismo, violenza e sopraffazione.
Per quanto riguarda la discussione su simili tematiche, le porte dell’amministrazione rimangono aperte, ma nelle sedi preposte. “Non neghiamo a nessuno il confronto ma negli ambiti adatti, in maniera sistematica e non improvvisata. Il Consiglio Comunale non è il luogo atto alla discussione collettiva. Chiunque avesse avuto qualcosa da dire in merito alla mozione, poteva farlo nei mesi successivi alla prima presentazione della stessa, resa pubblica in data 21 Settembre 2015. Nessuno però si è fatto vivo, né con me, né con assessori e consiglieri che hanno presentato il documento. La porta non è comunque chiusa: rimaniamo disponibili per un dialogo nel rispetto delle reciproche posizioni”.
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