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Attualità giovedì 08 settembre 2016 ore 14:00

Amatrice raccontata dagli occhi di Lory

Lory Bartoli, Antonia Piras, Valentina Bagagli

Ecco l'esperienza al campo base della Regione Toscana a Musicchio della volontarie della Croce Rossa di Casciana Terme



CASCIANA TERME LARI — Lory Bartoli della Croce Rossa di Casciana Terme, insieme a Valentina Bagagli di Parlascio, ha affidato alla nostra redazione le sua testimonianza dopo una settimana passata nel campo di Musicchio, sopra Amatrice, nelle zone recentemente colpite dal terribile sisma.

Entrambe volontarie preparate per la protezione civile, che hanno le carte in regola dal punto di vista professionale e hanno frequentato vari corsi di specializzazione, soprattutto sono dotate di un forte senso di altruismo che non le fa  tirare indietro di fronte al bisogno di aiuto del prossimo in difficoltà.

“Non ci ho pensato due volte – ha detto Lory Bartoli – a rispondere alla richiesta di aiuto e partire per le zone colpite dal sisma, appena me lo hanno chiesto. Sono cose che si fanno col cuore – ha continuato Lory – è un richiamo irresistibile che non è possibile ignorare. Siamo partite con un pullmino la mattina del 27 agosto da Casciana Terme e con me e Valentina c’erano altre due persone di Ponsacco. Strade interrotte e ponti inagibili ci hanno impedito di raggiungere Amatrice. C'erano solo macerie su macerie, che venivano rimosse giorno e notte in modo inarrestabile dalle escavatrici che ci facevano compagnia con il loro “bip bip” continuo. Non potevamo passare, giravamo a vuoto. L’ordine era di raggiungere Musicchio, una frazioncina di 28 anime che faceva da terrazza su Amatrice, per sostituire personale della Croce Rossa di Pontedera, ma non ci riuscivamo. Abbiamo girato e girato, cercando strade alternative e possibili, abbiamo visto anche un pullman traversato in strada che ci ha fatto perdere le speranze. Musicchio era lì, a portata di mano, ma abbiamo percorso 150 km senza poterlo raggiungere. Alle 23 ci siamo arrese e abbiamo deciso di riprovarci l’indomani. A mezzanotte, mentre dormivamo in branda, siamo state svegliate da tre scosse magnitudo 4.5. Rumore cupo, la branda che dondolava, il terrore dentro. La base della Regione Toscana a Musicchio, l’abbiamo raggiunta la mattina dopo”.

“Il primo disagio nei sopravvissuti era quello di non poter disporre di bagni, di servizi igienici, di acqua calda – ha raccontato Lory – e questo presupponeva la presenza di idraulici, di elettricisti, di impianti Enel. A Musicchio noi della Croce Rossa con tutte le altre Associazioni presenti, abbiamo fatto gruppo, e con i telefonini personali, rimboccandoci le maniche, ci tenevamo in continuo contatto cercando di venire incontro il più possibile ai bisogni della popolazione. La nostra formazione non ci permette di disperdere energie o tempo e così quando ci siamo accorti che era mezzanotte, non ci abbiamo pensato un attimo e senza ascoltare la nostra stanchezza, abbiamo con caparbietà continuato a lavorare fino alle 2 e mezzo di notte per consegnare due sezioni di bagni, uno per le femmine ed uno per i maschi. Alla nostra volontà faceva eco la dignità dei sopravvissuti che si aggrappavano a noi come ad amici sempre conosciuti e senza piangersi addosso si consideravano persone fortunate per essere state risparmiate alla morte”.

“Intorno ad Amatrice sono stati allestiti campi delle varie Regioni, e quello della Regione Toscana era Cornillo Nuovo. C’era bisogno di tutto - ha aggiunto -, soprattutto di fronteggiare la situazione medico sanitaria. C’erano persone che avevano bisogno di assistenza perché ammalate e persone che erano rimaste ferite nel sisma. Il contatto con i medici era continuo, ed i medici che erano lì erano arrivati nel dopo terremoto, e non avevano certo la conoscenza dei pazienti come avrebbero potuto avere i medici di famiglia che non c’erano più. E c’erano soprattutto i bambini, spaesati, senza niente. Oltre alla necessità di tipo sanitario impellevano bisogni comuni: scarpe, mutande, biancheria, tutto materiale da selezionare per taglie e misure. E per fare da mangiare, oltre alle materie prime,  occorrevano pentole e fornelli. Era un incubo, nelle abitazioni rimaste in piedi c’era tutto, ma non potevamo prendere niente. In attesa di avere una vera cucina da campo abbiamo allestito il piazzale della Pro-Loco a Musicchio (la zona fiera). Avevamo poche pentole e una sola caffettiera tipo moka da 12 tazze che non smetteva mai di fare caffè. Poi piano piano il coordinamento Regionale ha cominciato a funzionare, abbiamo ricevuto tantissimi aiuti e sono state installate le tende. Davanti alla prima tenda ho sentito il bisogno di posizionarci un vaso di fiori recuperato tra le macerie. Un fatto inutile, ma un atto di amore e di stimolo per il ritorno alla vita normale. Siamo rimaste una settimana, lavorando duramente e dopo di che siamo tornate in sede. Mi sento di ringraziare ed elogiare il lavoro degli enduristi che sono accorsi in tantissimi e hanno fatto da collegamento tra i vari segmenti del territorio, ed i taxisti di Roma che sono arrivati quasi subito con pacchi di materiale in risposta a necessità particolari”.

“Due ricordi mi porto dentro – ha detto Lory – la gente che ci chiamava per nome e ci chiedeva di non lasciarli soli e il sorriso negli occhi dei bambini quando è arrivato un carico di zainetti e cancelleria per l’imminente apertura dell’anno scolastico. Ma ho anche un rammarico – ha concluso Lory – di non vedere conclusa l’opera iniziata, e per questo motivo, per vederla conclusa, ripartirei anche domani”.

Lory ha ricevuto anche la visita del presidente della Regione Enrico Rossi

Non scende in particolari inopportuni Lory, ma discretamente ci racconta la sua esperienza facendo leva sui suoi sentimenti senza mai portare alla luce fatti che potrebbero ledere la dignità di altri.

Nei prossimi giorni vi racconteremo anche la testimonianza della compagna di viaggio di Lory, Valentina Bagagli.

Marcella Bitozzi
© Riproduzione riservata


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