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Attualità venerdì 09 settembre 2016 ore 14:30

Sui luoghi del sisma, Valentina racconta Musicchio

Valentina Bagagli

La ragazza di Parlascio, consigliere giovani della Croce Rossa Italiana di Casciana Terme, ci ha descritto la sua esperienza nelle zone del terremoto



CASCIANA TERME LARI — Valentina Bagagli ha 26 anni, abita a Parlascio ed è partita insieme a Lory Bartoli il 27 agosto scorso da Casciana Terme per Amatrice.

Come la compagna di viaggio di cui ieri abbiamo raccontato l'esperienza in un articolo, anche Valentina è volontaria della locale sezione della Croce Rossa Italiana da ormai dodici anni. Nell'associazione la ragazza ricopre anche la carica di consigliere giovani e per lei Amatrice rappresenta la seconda esperienza nelle zone colpite dal terremoto dopo quella de L’Aquila, nel 2009.

“Non potevo rimanere indifferente - dice Valentina - alla notizia giunta come un colpo al cuore la mattina stessa del terremoto. Dopo l’esperienza a L’Aquila nel 2009 immaginavo quali sarebbero state le conseguenze, mi faceva male il pensiero delle urla, della polvere, del caos che sicuramente regnavano ad Amatrice in quelle ore, sapevo che ci sarebbe stato bisogno di mani che aiutano e di orecchie pronte ad ascoltare, e non avrei potuto restare a casa senza far niente. Il cuore mi diceva che sarei dovuta partire per dare il mio piccolo contributo.

"Lory ed io siamo arrivate al campo di Musicchio - continua - dopo disagi con la viabilità, strade chiuse, informazioni imprecise. Siamo giunti al campo con ruoli indefiniti guidati solo dallo spirito di umanità e dalla voglia di ridare un po’ di dignità a quelle persone a cui il terremoto aveva tolto tutto. Ci siamo imbattute da subito in molti disagi: l’assenza di informazioni, i moduli bagno/doccia da allacciare, le richieste da esaudire, la segreteria ed il magazzino da gestire, il riscaldamento delle tende, le telefonate burocratiche ed in certi momenti anche inutili, e la pioggia con le sue conseguenze, come se alle disgrazie non ci fosse mai fine…. Insieme ad altri volontari, anche se non ci conoscevamo, abbiamo collaborato fin da subito con rispetto e stima reciproca, rimboccandoci le maniche, senza ordini.. sapendo che l’importante era agire prontamente e con determinazione".

"Fin da subito - aggiunge - abbiamo avvertito il calore e l’accoglienza delle persone del posto, abbiamo percepito il loro altruismo reciproco e abbiamo ricevuto preziosi aiuti per la manutenzione del campo. Fermarci a parlare con loro era una straziante miscela di brividi e lacrime. C’erano persone rimaste sole, amici tolti dalle macerie, case inagibili, lavoro perso. E la scuola sarebbe dovuta riaprire tra pochi giorni. Alcuni di loro non volevano spostarsi per poter continuare a dare assistenza ai propri animali ed alla propria terra. Ci siamo calate nella mente e nella speranza di ognuno di loro, per capirli ed aiutarli meglio. Erano proprio loro, i sopravvissuti che ci davano la forza per lavorare giorno e notte senza badare a stanchezza e tensione che invece erano sempre vive specialmente nei momenti più difficili".

"Abbiamo dovuto arrangiare una cucina, e l’abbiamo fatto con sole due pentole, due coltelli ed una fontana d’acqua. Cominciavano ad arrivare gli ordini, ma oltre ad essere imprecisi, richiedevano molto tempo per essere messi in pratica, e così spesso ci siamo autogestiti arrangiandoci con ciò che le persone del posto potevano fornirci. Non ci sono termini appropriati per riportare ciò che l’animo detta in quei momenti difficili e carichi di emozioni - commenta Valentina -, ed è superfluo dire che questa esperienza ci ha reso persone migliori: non bastano parole di un vocabolario intero per descrivere i nostri sentimenti e quella intensa forza d’animo che fa collaborare tutti insieme senza distinzioni di colori o divise, con la spinta comune dello spirito di umanità".

"Poi - prosegue la volontaria - piano piano il coordinamento Regionale ha cominciato a funzionare, i materiali hanno cominciato ad arrivare e una parvenza di vita normale si è riaffacciata. Sono rientrata dopo una settimana che è volata via e a distanza di soli pochi giorni sento già la mancanza di quell’affetto, di quell’attaccamento e di quel legame forte che mi unisce a quelle persone. Quello che abbiamo dato - conclude Valentina - non è niente in confronto a quello che abbiamo ricevuto. Non si dimenticano sguardi, testimonianze, abbracci, ricordi e quegli splendidi rapporti che si sono creati in pochi giorni…ogni volta che lasci il cuore dove hai provato a mettere la parte migliore di te, lì devi tornare".

Questo il racconto di Valentina Bagagli, della sua seconda esperienza in zone post terremoto. Giovanissima, dotata di grande umanità e senso di disponibilità verso gli altri, come Lory Bartoli, ripartirebbe per Amatrice senza esitare anche in questo preciso istante, se le venisse chiesto. Persone splendide Valentina e Lory  che non sentono la fatica e superano ogni difficoltà attraverso l'amore verso gli altri.

Marcella Bitozzi
© Riproduzione riservata


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