Politica giovedì 18 agosto 2016 ore 14:30
"Uniti si vince, divisi saremo schiacciati"
Così sull'Europa l'ex premier Enrico Letta all'incontro al Castello dei Vicari: "E' l’antidoto per curare tutti i cancri del nostro tempo"
CASCIANA TERME LARI — Tanta gente ieri sera, mercoledì 17 agosto al Castello dei Vicari di Lari per ascoltare Enrico Letta nell’incontro dal titolo Castelli ed Europa...Europa ieri, oggi e domani?.
L'ex premier, direttore de l'École d'affaires internationales di Parigi e presidente dell'Istituto Jacques Delors, si è espresso davanti al pubblico su temi caldi come la crisi economica, l’immigrazione, il terrorismo. Non ci sono equivoci, secondo Letta, dai problemi attuali, grandi e difficili e soprattutto inaspettati, non si può uscire con politiche nazionali ma solo rafforzando l’europa. “Si respira - ha detto - aria di nazionalismo, pericolosissimo e dispersivo che non serve ma anzi è dannoso perché si può parlare di futuro solamente in un’ottica Europea”.
La Brexit, secondo Letta, sarà portatrice di grosse problematiche e non solo per i paesi europei ma anche per l'Inghilterra stessa. “Pensiamo solo – ha detto – a come cambieranno le regole sulle importazioni e sulle esportazione, alla possibile reintroduzione dei dazi, e per la circolazione delle persone”.
“Un paese se n’è andato – ha continuato Letta – ma sicuramente se venissero fatti i Referendum in altri paesi, come ad esempio l’Olanda che è uno dei fondatori, se ne andrebbe e forse anche l’Italia, perché dilaga nelle persone la sensazione che l’Europa non le protegga, che sia solo un enorme ammasso di regole burocratiche e niente altro. L’Europa è senz’altro da rivedere, è vero, ma la via giusta non è sicuramente quella di sgretolarla. Personalmente avverto questo pericolo – ha concluso - ma sarebbe un errore madornale dal quale non potremmo più tornare indietro”.
Parlando di crisi economica, Letta ha detto che la colpa non è da attribuirsi all’Euro, come quasi tutte le persone fanno. La crisi è iniziata nel 2000, e il motivo per cui è nata è da attribuirsi alla crescita sfrenata dell’economia asiatica. Il boom economico della Cina e dell’India hanno portato alla diminuzione delle esportazioni di tutte gli altri Paesi, compresa l’Italia, e questo è un altro motivo per dare sempre più forza all’Europa, oppure le singole nazioni saranno schiacciate”.
Anche il problema dei migranti, secondo Letta, non può essere affrontato singolarmente. Tocca all’Europa scrivere le regole. “E se per ora - ha detto Letta - è stato il caos è perché ogni nazione ha voluto decidere per conto proprio. E’ un tema che va affrontato con durezza e realismo - ha detto Letta - perché è giusto non mettere in discussione la nostra identità, ma bisogna tener presente che è la più grande crisi migratoria mai vista dal dopoguerra, e per di più fatta di persone diverse per cultura e religione. Non serve fare lo struzzo, la risposta è una grande strategia di integrazione. La Germania ha fatto una scelta coraggiosa, ma che lascia pensare - ha concluso Letta - perché i migranti sono fatti culture ed etnie diverse, sono società nella società che deve integrarli”.
“Non si scappa dalla geografia e dalla storia – ha detto ancora Letta – si stanno muovendo 20 milioni di persone, e dopo la chiusura della Turchia si è aperta la rotta verso l’Italia . E’ impensabile che il problema si possa affrontare da soli, occorre una strategia europea comune fatte da una Europa unita”.
Dopo gli attentati in Francia, Letta racconta di aver parlato con i genitori dei ragazzi che volevano ritirare i figli dalle scuole, per paura. E’ l’emarginazione che ha trovato cibo nell’islamismo radicale, un frutto maturo di una integrazione non riuscita. Ci sono errori nella politica internazionale, secondo Letta, che hanno conseguenze inarrestabili, come la guerra in Iraq o l’aver abbattuto Gheddafi senza programmare il “dopo”, lasciando la Libia fuori controllo. "L’umanità - ha detto Letta - ha bisogno di valori, e le armi sono l’estrema ratio".
Un altro errore che secondo l'ex premier si sta facendo, è il comportamento verso Putin che "un giorno è aperto e il giorno dopo è chiuso, chiudendo così le porte ad interloquire con un politico importante".
Dal pubblico si è levata una domanda: Ma come si fa a fare l’Europa Unita?. “Dobbiamo rivedere le regole sul veto e immettere il voto di maggioranza", ha risposto Letta.
Cambiando argomento e parlando della modifica alla Costituzione, Letta ha detto con chiarezza che secondo lui non si tratta di fare le cose in fretta, ma di avere consenso e di essere portatore di idee comuni. Decidere in fretta, e per tutti, non è un toccasana, ma può portare solo effetti negativi. E' il consenso che deve rimanere il caposaldo di un governo serio.
Letta non è d’accordo con il “doppio euro”, e secondo lui anche se la maggioranza della popolazione è critica nei suoi confronti, non tornerebbe alla lira.
“Il centro del mondo economico si è spostato dall’Europa all’Asia - ha detto l'ex premier - e non si può pensare di reggere da soli un confronto così grande. L’Europa sbaglia a rimanere immobile di fronte a questi cambiamenti, a non capire che dobbiamo essere uniti e fare regole comuni per reggere il confronto. L’Asia ha fatto passi da gigante togliendo ben 1 milione di persone dalla fame, e l’Europa è rimasta immobile. Bisogna aprirci all’Asia, uniti e con regole comuni oppure le regole le faranno loro e noi ubbidiremo e saremo schiacciati”.
Decisivi i prossimi dodici mesi, secondo Letta, o il declino cominciato nel 2000 quando l’Europa era al centro del mondo, avanzerà inesorabile.
In finale di serata Letta è stato contestato sull’argomento “voli aerei” da parte di un ex comandante Alitalia. Secondo Letta l’abbassamento di tariffe, il fatto che ora tutti possono permettersi di volare a costi contenuti è frutto di una volontà europea per consentire una più libera circolazione, mentre per il comandante la “deregulation” è prettamente americana.
All'incontro, organizzato dalla associazione culturale Il Castello e Fare politiche, erano presenti il sindaco Mirko Terreni, l'ex ministro Maria Chiara Carrozza e il consigliere regionale Andrea Pieroni.
Marcella Bitozzi
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