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​Compleanni e psicologia

di - venerdì 05 marzo 2021 ore 07:30

Qualche giorno fa è stato il mio compleanno e ho festeggiato. No, tranquilli, nessun assembramento, ho seguito il Dpcm e sono stata a casa. Ma ho festeggiato. Mi sono coccolata la mattina, ho dato sfogo alla beauty routine e ho pranzato in famiglia. Un giorno libero, tutto per me, per dedicarmi alle cose che amo. Quindi un po' di tempo per stare con i miei animaletti, molti dei quali, ahimè, anziani, e poi una bella passeggiata in solitaria con le cuffie nelle orecchie e la mia playlist di sottofondo. Regali scartati, videochiamate, pensieri arrivati da lontano. Il lavoro messo in secondo piano almeno per un giorno, il libro sul comodino e il divano.

Perché vi raconto queste cose? Perché credo fortemente nell’importanza del giorno del compleanno come giorno in cui ricordarci ancora una volta di volerci bene, cosa che, spesso, nella quotidianità, ci dimentichiamo di fare perché diamo priorità ad altro, ad altri.

So che ormai siamo adulti e non voglio fare la bambina piccola che gioca a fare la festeggiata, ma il giorno del compleanno può essere vissuto come una sorta di spartiacque tra ciò che eravamo e ciò che possiamo ancora essere, e questo vale a tutte le età, ma, soprattutto, da adulti.

È un momento che può esserci utile per fare un bilancio e decidere se e come apportare cambiamenti. È chiaro che non tutto dipende dalla nostra volontà, ma è anche vero che ci sono molti aspetti sui quali poter intervenire per poter cambiare e riuscire ad andare nella direzione che riteniamo essere per noi la migliore.

Io ho la fortuna di potermi prendere un giorno per me, sono consapevole che non è possibile per tutti farlo, ma non conta. Quello che conta è ritagliarsi del tempo per prendersi cura di noi, ancora una volta, sempre di più. Tempo per riflettere e pensare a cosa ci piace della nostra vita e concentrarci su ciò che vorremmo fosse diverso.

Se per me il 3 marzo è sinonimo di gioia e diventa quasi un simbolo di rinascita, per altri il giorno del compleanno è diametralmente l’opposto. È un giorno di tristezza, malinconia, e, talvolta, disperazione. Può essere vissuto con indifferenza e atteggiamento svalutante. In questi casi, anziché concentrarci sui propri successi e vedere gli obiettivi non ancora centrati come una spinta a fare di più o a cambiare strategia, si finisce con il leggere tutto come fosse un enorme fallimento. Ed ecco che il nuovo anno si trasforma in un anno in più che sembra sottolineare la nostra inadeguatezza, la nostra inconcludenza.

Ed è proprio allora che dobbiamo tirare fuori le unghie e iniziare una piccola rivoluzione. Cambiamo prospettiva, o, almeno proviamoci!

Uno dei più grandi toscani della storia è sicuramente Galileo Galilei che ci ha regalato numerose perle di saggezza. Tra queste, una in particolare mi è sempre stata cara:

Conta ciò che si può contare,

misura ciò che è misurabile

e rendi misurabile ciò che non lo è.

Una frase che racchiude un mondo di possibilità e di chiavi di lettura differenti. A me rimanda molto all’idea del cambiare, dello sforzarsi a trovare il modo di realizzare ciò che vogliamo con quel “rendi misurabile ciò che non lo è”. Mi fa pensare al rimboccarsi le maniche, al mettersi al lavoro, all’impegno, ma anche alla soddisfazione.

Con questo spirito cerco di vivere ogni anno il 3 marzo e con questo spirito vi auguro di vivere ogni vostro giorno, compleanno incluso!


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