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​La felicità

di - venerdì 01 aprile 2022 ore 07:30

Non ho mai scritto sulla felicità perché c’è il rischio di fare discorsi o terribilmente banali, o eccessivamente filosofici e complessi.

La felicità dovrebbe essere qualcosa di semplice invece, ma non basico. Spesso si pensa che siano davvero felici soltanto i bambini, perché non sono ancora corrotti dall’idee e dalle sovrastrutture degli adulti. Io credo che possano essere felici tutti, bambini, adulti, anziani, a patto che siano disposti a semplificare, a togliere tutto il superfluo dalle loro esistenze, cercandone un po' più l’essenza.

Ho riflettuto molto sulla felicità in questo ultimo periodo, per due diversi motivi. Il primo è che stavo cercando di capire cosa sia l’opposto della guerra, e sì, ovvio, è la pace, ma mi sono chiesta cosa ci sia dentro questa parola magica, e credo che ci sia qualcosa che ha a che fare con la felicità pura, non solo autocentrata, egoica, di possesso, ma quella che ci rende tranquilli con noi e con gli altri, sempre consapevoli di essere animali sociali, totalmente impossibilitati allo stare bene se non aggiungiamo uno stare bene con…. L’altro elemento che mi ha aiutata nella riflessione è una serie uscita qualche settimana fa su Netflix che mi ha letteralmente rapita. Si tratta di quella di Alessandro Cattelan proprio sulla felicità.

Personalmente ritengo che Cattelan abbia davvero fatto un ottimo lavoro intervistando, sempre alla sua maniera, alcuni personaggi che sulla felicità hanno avuto qualcosa di interessante da dire. Non voglio fare spoiler, quindi nn vi racconterò niente sulla serie, ma vi suggerisco di guardarla con la mente aperta, di trovare le vostre suggestioni, di far vibrare le vostre corde concedendovi il lusso di ascoltarle, di sintonizzarvi lì.

Le immagini che ci lanciano giornali, social e tv su ciò che sta accadendo nel mondo, in Ucraina, sono emotivamente devastanti, e non si penserebbe mai di poter trovare lì la felicità. E invece non è così. Gli occhi del bambino che aveva perso il gatto sul confine e lo ha ritrovato qualche tempo dopo, dicono molto della felicità. Quell’abbraccio tra quel bambino e quel micione grigio mi hanno fatto commuovere tantissimo, ma una commozione di gioia, di condivisione.

Come ho detto anche altre volte, se abbiamo un potere, una possibilità di sconfiggere la guerra, è proprio quella di portare in giro messaggi di felicità, che siano spontanei, non artefatti, e che non siano banali, come le mille frasi fatte che si leggono in giro, ormai così trite e ritrite, da aver perso qualsiasi effetto Wow, ammesso che ne abbiano mai avuto uno.

A fine estate, una sera in cui mi sentivo particolarmente malinconica, sono andata a fare una passeggiata e sono arrivata al laghetto a Pontedera, mi sono seduta su una panchina, ho messo la mia playlist preferita sul telefono ed ho aspettato il tramonto, lasciando andare pensieri e lacrime osservando la superficie piana del lago. E l’ho sentita, l’ho percepita quella tranquillità che mi ha fatto dire: adesso, in questo istante Federica tu sei felice.


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