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Cultura giovedì 10 giugno 2021 ore 19:00

La ceramica multimediale di Nicola Boccini

Nicola Boccini

Domani a Legoli "Giudizio universale". L'artista umbro innalza la lavorazione della ceramica ad arte ultracontemporanea tra innovazione e tradizione



PECCIOLI — In occasione dell’imminente inaugurazione a Legoli, prevista per domani 11 giugno, nella chiesa dei Santi Giusto e Bartolomeo, dell’opera di ceramica contemporanea "Giudizio Universale" ispirata all’omonimo trittico di Hans Memling del 1467, abbiamo incontrato  l'autore Nicola Boccini e approfondito la conoscenza di questa forma d’arte sperimentale.

Commissionata nel 2016 dal Museo Nazionale di Danzica a Boccini, come reinterpretazione del capolavoro lì conservato, l’opera dell'artista umbro ne ha mantenuto il titolo “Giudizio Universale” e da questo tema è scaturito il processo creativo il cui esito rimarrà in esposizione a Legoli dal 12 giugno 2021 all’11 gennaio 2022. Durante questi sette mesi sarà possibile ammirare l'opera tutti i giorni dalle 10 alle 18.30. Boccini ha da tempo instaurato un dialogo fertile con l’amministrazione di Peccioli come parte integrante della squadra ‘Laboratorio Peccioli’ per la Biennale di architettura di Venezia.

Figlio di ceramista e natio di Deruta in provincia di Perugia, dove si contano 200 tra laboratori e botteghe di ceramica, su una popolazione di circa 5000 abitanti, Boccini la ceramica ce l’ha nelle ossa: “Sotto la guida attenta di mio padre, un maestro artigiano, ho cercato, nella mia formazione artistica, di acquisire il massimo da tutti: segreti, antiche procedure tramandate nei secoli, dedizione, passione per un’arte millenaria.” 

Con questo impeto Boccini ha lasciato l’Italia e ha dedicato gli anni della formazione allo studio delle tecniche dei cicli ceramici in giro per il mondo dalla Russia, alla Cina, alle Americhe, senza tralasciarne nessuna e contemporaneamente ripercorrere il tragitto tecnologico della ceramica più antica fino ad oggi. Particolarmente significativi gli anni all’Accademia Reale dell’Aia in Olanda, dove è nata la passione per il concettuale che diventare l’altro polo protagonista della sua arte, insieme al mondo della tradizione.

“Quest’esperienza mi ha portato fuori dalla concezione di ceramica come arte minore e da giovane aspirante artigiano, sono diventato ricercatore sperimentale ed artista.” Da questa consapevolezza è nato un nuovo modo osservare la realtà, cercare nuovi materiali da provare, mischiare o modificare, inventare nuove tecniche come frutto di combinazioni mai pensate prima, ribaltare e stravolgere le regole conosciute: “Per me creare vuol dire ricerca di nuove tecniche e soluzioni, non ho mai creato prima la forma e poi applicato la tecnica, ho sempre prima creato la tecnica e poi l’ho adattata alla forma”. 

Da questo modus operandi originano idee come la Tecnica Boccini, divenuto brevetto internazionale di porcellana maiolicata. Altra tecnica sperimentata è la “Porcelain Veins" che sfrutta la traslucidità della porcellana e del bone china ad alta temperatura in ossidazione oppure in riduzione. Fili di diversi metalli e di diversa grandezza (rame, ferro, platino, cobalto, nikel, kanthal, ecc.) vengono pressati all’interno della porcellana per creare disegni o segni, la cottura ad alta temperatura scioglie i filamenti lasciando una traccia visibile della loro ossidazione.” Dai primi lavori in poi è chiaro l’intento di donare nuova linfa vitale a uno dei materiali più preziosi che abbiamo perché disponibile a bassissimo costo ma dotato di grande versatilità ancora in parte da scoprire.

"Giudizio universale"

Porcelain light è la tecnica utilizzata nei suoi ultimi lavori compresi “Giudizio Universale” e “Lane” presentata per il laboratorio Peccioli alla Biennale per l’architettura a Venezia in collaborazione con il fumettista Riccardo Burchielli. Si tratta di pannelli creati a mano in porcellana e bone china combinate con minerali, metalli, solfati e altri elementi: “Le opere sono studiate per essere multimediali ed interattive grazie alla collaborazione di ingegneri elettronici e programmatori. L’elevata cottura della ceramica vetrifica e scioglie insieme porcellana e metalli, creando un unico pezzo.” L’interattività con lo spettatore nel caso ad esempio di “Lane”, si materializza nella traduzione in colore di un impulso sonoro come la voce o una musica che l’opera riconosce tramite microfoni e altro hardware.

Intuire, ricercare e sperimentare fino a possedere una tecnica per poi trovare la forma che meglio la esprime e una volta che la si padroneggia, condividerla, attraverso l’insegnamento o la collaborazione con artisti e scienziati. Divulgare è un talento che Boccini si riconosce ed è alla fonte del suo forte impegno per l’insegnamento e la condivisione di ciò che impara e scopre. Per questo gira il mondo non solo con esposizioni delle sue opere sempre più richieste dai centri di arte contemporanea da oriente a occidente, ma anche tenendo workshop e corsi di ceramica presso scuole di design e università. 

Da anni ha una scuola nel suo paese a Deruta, la Scuola d’arte ceramica Romano Ranieri. “Il giovane che si affaccia al mondo della ceramica oggi, ha davanti una strada difficile non solo perché all’interno del mondo dell’arte già in sofferenza, soprattutto oggi, ma perché la ceramica è relegata al mondo dell’artigianato di tradizione e della replica. Solo da pochi è considerata arte di avanguardia e sperimentazione proiettata nella contemporaneità e nel futuro. E’ mia premura infondere coraggio in quei giovani che formeranno la generazione di artisti della ceramica multimediale di domani”.

Altro elemento rilevante nel percorso di Boccini è una tendenza alla contaminazione, tra arti, tra materiali, tra tecniche, mischiare, contaminare per veder nascere il mai visto prima. Di notevole impatto i lavori in porcellana fluorescente come le borsette o i vestiti e i gioielli nati rispettivamente dalla collaborazione con la designer Annalisa Caricato e la stilista di Dior Gaia Pace. La curiosità e la sete di conoscenza spingono l’artista oltre il proprio mondo conosciuto e attraverso il superamento degli stessi suoi limiti, allarga il campo d’azione della sua arte. 

Nel nome della ricerca in Boccini si fondono le figure del ceramista, del designer, dello scultore, del pittore, del tecnologo, dell’artigiano e dell’artista che spesso alcuni critici tenderebbero a separare come profili distinti e contrastanti, non intuendo che nel mondo dell’arte lo scambio, la contaminazione e la ricerca sono alla base dell’evoluzione del linguaggio. Boccini propone oggi una visione dell’arte della ceramica di domani e delinea un possibile itinerario di scoperta delle sue inesplorate potenzialità ripristinandone il prestigio spesso dimenticato. 

Elisa Cosci
© Riproduzione riservata


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