Attualità giovedì 20 febbraio 2025 ore 13:00
Ambulatorio per follow-up, in due anni circa 200 pazienti

Prosegue l'attività del percorso dedicato ai lungodegenti della terapia intensiva. Carnesecchi: "Mettiamo il paziente al centro delle cure"
PONTEDERA — Dal Novembre 2022, quando è nato l'ambulatorio di follow-up rianimatorio all'ospedale "Lotti", a Pontedera sono stati dimessi e seguiti circa 200 pazienti. Quello del "Lotti" è un percorso innovativo, lanciato con l'obiettivo di rispondere alle esigenze dei pazienti lungodegenti della terapia intensiva, anche dopo le dimissioni.
"L’ambulatorio è destinato ai pazienti che sono stati ricoverati in terapia intensiva per più di cinque giorni - ha spiegato Paolo Carnesecchi, direttore del Dipartimento Emergenza urgenza, area critica blocco operatorio dell’Ausl Toscana nord ovest - in Toscana, gli ambulatori di follow-up post-intensivo sono in crescita: nella nostra Ausl, oltre a quello di Pontedera, c’è anche quello di Lucca, che vanta una lunga esperienza e ottimi risultati ed entrambi hanno l’unico obiettivo di mettere il paziente al centro del percorso di cura".
"A sei mesi avviene l’incontro in presenza o in videochiamata per chi ha difficoltà motorie - ha specificato Carmela d'Angelo, medica anestesista - in questa fase, l'équip analizza documentazione clinica e accertamenti, suggerendo eventuali visite specialistiche grazie a un canale prioritario per ridurre i tempi di attesa. A nove mesi dal ricovero vengono valutati i risultati dei controlli effettuati, mentre a dodici mesi si conclude il percorso con una lettera di dimissione inviata anche al medico di famiglia".
Del resto, il paziente che si ritrova in terapia intensiva solitamente ha a che fare con l'uso di presidi invasivi come la ventilazione meccanica o con l'allettamento prolungato. "Insieme alla somministrazione di farmaci sedativi, ciò può comportare complicanze fisiche, come difficoltà nella deglutizione e ulcere da decubito, ma anche psicologiche, come ansia, insonnia, depressione - ha aggiunto Francesca Tosi, medica anestesista rianimatrice dell’ambulatorio - che possono durare mesi o addirittura anni".
"Esperienze di questo tipo sono stressanti, traumatiche e lasciare un impatto nella persona - ha detto Cristina Pagni, psicologa della Uoc psicologia di continuità ospedale territorio - per cui diventa importante fornire un aiuto che consenta di elaborare al meglio queste esperienze: si tratta di riuscire a integrare l'esperienza del ricovero nel percorso di vita della persona".
"Nel momento in cui entrano in ambulatorio ai pazienti vengono somministrati dei questionari e delle schede di valutazione che permettono a noi operatori di capire qual è la qualità di vita successiva alla dimissione della terapia intensiva - ha concluso Silvia Morandi, coordinatrice infermieristica del reparto di anestesia e rianimazione – in questo modo riusciamo ad avere un importante feedback".
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