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Attualità sabato 05 novembre 2022 ore 19:30

Banchi sul corso, "Siamo dalla parte della scuola"

I banchi in piazza Curtatone a Pontedera

Dopo l'episodio avvenuto al villaggio scolastico e che ha coinvolto un professore e uno studente, il sindaco Franconi invita tutti a collaborare



PONTEDERA — Due lavagne e tanti banchi in piazza Curtatone. Un'aula simbolica, sul Corso, per rilanciare l'idea di una scuola diversa, che coinvolga non solo chi già la frequenta, ma anche chi, da fuori, la osserva. Questo è il significato della classe a cielo aperto, un modo per rispondere ai fatti accaduti nei giorni scorsi nel villaggio scolastico e per dare al sindaco Matteo Franconi l'occasione per fare il punto.

"In questi giorni la nostra scuola è stata al centro della discussione pubblica per un episodio in effetti censurabile e inaccettabile sotto tutti i punti di vista - ha detto il sindaco - prima di ogni altra considerazione mi preme rivendicare come la comunità educativa di Pontedera non sia certamente quella del video. Il nostro è un sistema scolastico popolato da donne e uomini che spendono quotidianamente ottime competenze e straordinarie energie per sostenere il percorso formativo degli studenti; lo fanno con professionalità, determinazione, rigore e umanità".

Per il sindaco, però, l'episodio che ha coinvolto l'alunno e il professore, serve a riflettere. "L'assottigliarsi progressivo dell'etica della responsabilità, il frequente naufragio delle più elementari forme di rispetto, la perdita di autorevolezza delle istituzioni sono concause di effetti che si riverberano anche nello spazio e nel luogo per eccellenza deputato alla formazione delle persone e delle comunità - ha aggiunto - credo serva abbattere quegli steccati che confinano la nostra scuola in un macrocosmo autonomo a cui delegare soluzioni in grado di affrontare i problemi delle disuguaglianze sociali, delle nuove povertà educative, delle marginalità e delle diversità, che invece di costruire occasioni di coesione diventano pretesti di esclusione".

I messaggi sulle lavagne in piazza Curtatone

"La scuola che dobbiamo volere non può esser l'ecosistema dove misurare i ragazzi e accrescerne solo le conoscenze, ma quello dove la società tutta garantisce ai giovani la messa a disposizione degli strumenti per soddisfare la loro curiosità di conoscere il mondo, la possibilità di capirlo, la voglia di migliorarlo - ha proseguito - ecco perché dobbiamo lavorare, anche a Pontedera, per coinvolgere in una discussione intergenerazionale, collettiva e programmatica docenti, studenti, famiglie, istituzioni e associazioni, per costruire insieme un orizzonte condiviso a cui tendere".

"Ecco perché abbiamo deciso di portare simbolicamente un'aula sul Corso: la generazione dei genitori di oggi, seduta su quei banchi, non può non sentirsi fattore integrante e responsabile nella filiera delle soluzioni - ha spiegato - non basta commentare ciò che avviene dentro le aule né pontificare da fuori soluzioni salvifiche; dobbiamo piuttosto sentire nostre le sconfitte e le vittorie che ci vengono vissute, avvertire come nostre le soddisfazioni e le mortificazioni di chi ne fa parte, percepire come nostri i fallimenti sintetizzati in quel video: dagli sberleffi inaccettabili dello studente alla reazione gravissima del professore".

L'aula a cielo aperto

"Ecco perché non possiamo permetterci di stare dalla parte di nessuno: anzi occorre stare, tutti, dalla parte della scuola", ha concluso.


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