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Attualità giovedì 27 ottobre 2022 ore 19:00

Centro diagnostico al via nei primi mesi del 2023

I lavori in corso per la nuova diagnostica della Pubblica assistenza

Nuovi macchinari all'avanguardia e ambulatori specialistici: la struttura sarà consegnata entro fine anno. Intanto, si affronta il caro energia



PONTEDERA — Circa 900 metri quadrati disposti su due piani con macchinari all'avanguardia, una palestra per la riabilitazione e otto ambulatori specialistici. Per un investimento complessivo da circa 4,5 milioni di euro.

La Pubblica assistenza segue passo passo i lavori per il nuovo centro diagnostico, che sorgerà proprio alle spalle della sede di via Profeti. "Se tutto filerà liscio, contiamo di dare inizio alle attività nei primi 4 mesi del 2023 - ha specificato Claudio Ciabatti, presidente della Pubblica assistenza pontederese - gli inconvenienti sono sempre dietro l'angolo, ma puntiamo a riuscirci".

Il cantiere del nuovo centro è stato aperto a Febbraio dello scorso anno. E, come tutti gli altri, ha risentito non solo delle limitazioni dovute alla pandemia, ma anche della successiva impennata dei costi dovuta alla guerra in Ucraina. "Per il momento i lavori procedono senza grandi intoppi, anche se il problema dell'aumento dei costi dei materiali c'è - ha aggiunto - non ci lamentiamo, però. Cerchiamo di far fronte a tutte le problematiche".

La struttura provenendo dalla pista ciclopedonale

"Dovrebbero consegnarci il fabbricato entro la fine dell'anno - ha proseguito - poi, dovremmo fare tutte le pratiche con la Regione per l'installazione dei nuovi macchinari per poter cominciare le attività. Tutto quel che poteva essere fatto in anticipo a livello amministrativo lo abbiamo fatto, ma per queste pratiche dobbiamo attendere l'agibilità dei locali: senza quella, possiamo soltanto attendere".

Del resto, la Pubblica assistenza, che ha investito autonomamente in questo nuovo centro, ha deciso anche di affidarsi a macchinari totalmente rinnovati, che dovranno essere allestiti nella nuova struttura. "Nessuno ci ha dato niente, abbiamo fatto da soli - ha puntualizzato - i macchinari vecchi, che hanno una decina di anni, saranno smantellati nel momento in cui daremo inizio alle attività, in modo da garantire la continuità. Tra le altre, abbiamo acquistato una risonanza magnetica di ultima generazione, una tac dentale e una nuova tac, oltre a un mammografo".

La struttura vista dall'adiacente pista ciclopedonale

"Al piano terra, poi, ci saranno i locali per le ecografie, oltre alla sala d'aspetto e di accettazione - ha continuato Ciabatti - al primo piano, a cui si può accedere anche con un ascensore barellato per accogliere i pazienti, oltre a una parte dedicata agli uffici, ci saranno 8 ambulatori specialistici e la palestra con due ambulatori dedicati".

La futura nuova diagnostica dal parcheggio di fronte al "Carlesi"

Insomma, un vero e proprio polo sanitario a fianco del Polo "Carlesi", dove vanno avanti i lavori per mensa e palestra. E che darà un'ulteriore spinta alla Pubblica assistenza, in un momento in cui il volontariato, tra caro energia e mancanza di personale, si trova in difficoltà. "Qualche problema ce lo abbiamo - ha ammesso - c'è una mancanza di volontari a seguito dalla pandemia, con quelli più anziani che hanno fatto un passo indietro. Anche se sembra che la situazione stia un po' migliorando".

"Per quanto riguarda i costi dell'energia e del carburante, invece, è più complicato - ha spiegato - i rimborsi sono fermi da qualche anno, anche se c'è un dibattito aperto con la Regione per capire se riusciremo ad arrivare a qualche soluzione. Sembrerebbe che ci sia la disponibilità a trovare un punto d'incontro, ma poi vanno valutate le cose in pratica: quando parte un'ambulanza, occorre che ci sia il pieno".

La sede della Pubblica assistenza di via Profeti

"Noi abbiamo la diagnostica, che in parte ci dà una mano, così come può essere la gestione del cimitero da parte della Misericordia - ha concluso Ciabatti - senza questi servizi aggiuntivi, andare avanti sarebbe un gran bel problema: se dovessimo garantire soltanto l'operatività 24 ore su 24 per il 118, con i rimborsi relativi ci servirebbero altri 30 o 40mila euro all'anno per essere almeno in parità. Sarebbe impossibile".

Pietro Mattonai
© Riproduzione riservata


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