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Attualità martedì 04 febbraio 2025 ore 08:35

Cia Etruria, "Perse due aziende su tre in 30 anni"

L'assemblea del Cia Etruria

L'assemblea dell'organizzazione degli agricoltori ha radunato una trentina di aziende in via Galimberti: discussione su alluvioni e bandi



PONTEDERA — Trenta aziende del territorio si sono ritrovate nell'assemblea organizzata da Cia Etruria, la Confederazione italiana agricoltori che rappresenta e difende gli interessi economici e sociali degli agricoltori.

Nella sede pontederese dell'organizzazione, in via Galimberti, si è discusso delle novità normative riguardanti il settore e delle principali tematiche poste all’ordine del giorno anche delle trattative nazionali. "Un problema molto sentito - ha detto Monica Di Simo, responsabile dell'ufficio Cia Valdera - è quello relativo alla Tari negli agriturismi. A oggi i rifiuti prodotti da tali strutture sono equiparati a quelli di ristoranti, alberghi e altre strutture ricettive: così, l’ammontare della tariffa risulta particolarmente alta".

"Secondo le indicazioni dettate dal Ministero della Transizione ecologica già anni fa i rifiuti delle aziende agricole e degli agriturismi non sono assimilabili ai rifiuti urbani, bensì speciali - ha aggiunto - tuttavia, per il Ministero dell'Ambiente possono rientrare proprio tra gli urbani. Da qui una diatriba che ha aperto un dibattito ancora acceso".

Toccato anche l'argomento relativo alle alluvioni degli ultimi mesi, che hanno danneggiato numerose aziende agricole. "Grande interesse-sottolinea Di Simo- è stato poi riservato ai i bandi del Programma di sviluppo rurale, che possono offrire importanti incentivi ai produttori agricoli, cui abbiamo chiesto di costituirsi in comitati utili a mediare tra il mondo agricolo e quello confederale".

Il ruolo di questi gruppi di agricoltori sarà quello di porsi come sentinelle per le criticità del territorio della Valdera,  così da poter intervenire più velocemente nella ricerca della soluzioni. "Dobbiamo chiederci a quale modello agricolo puntiamo - ha concluso Cinzia Pagni, presidente Cia Etruria- basti pensare che in Toscana abbiamo tanti oliveti abbandonati e rimangiati dalla natura; in 30 anni abbiamo perso due aziende su tre e gli allevatori sono ormai in via di estinzione; perciò, in queste condizioni diventa impossibile fare agroecologia".


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