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Politica lunedì 16 novembre 2020 ore 15:00

Forte preoccupazione per le popolazioni saharawi

La ripresa delle attività militari da parte del Marocco ha suscitato l'immediata reazione di chi da sempre sostiene la causa Saharawi



PONTEDERA — Arci Valdera, l'associazione Arci Yallah Ma’ana e il gruppo politico Progetto Pontedera esprimono forte preoccupazione per la ripresa delle attività militari da parte del Marocco contro le popolazioni saharawi.

"Gli scontri a fuoco iniziati ieri tra il Regno del Marocco e il Fronte Polisario, dopo la violazione del cessate il fuoco da parte del Marocco - commentano da Arci Valdera e Yallah Ma'ana -, ci hanno fatto piombare nel nostro più terribile incubo: la ripresa delle armi nel Sahara Occidentale. Una violazione che va ad interrompere il silenzio assordante che da sempre contraddistingue questa causa di autodeterminazione. Quello che lega la nostra associazione ed il popolo saharawi è un legale di solidarietà ed amicizia nel segno della lotta per i diritti, della giustizia sociale e dell’autodeterminazione dei popoli".

"Da sempre siamo a fianco del popolo saharawi e del suo legittimo rappresentante - ricordano dall'Arci -, il Fronte Polisario, nella risoluzione pacifica di un conflitto che dal 1975 non ha visto una risoluzione, nonostante le numerose missioni ONU. Dal 1991, data in cui i saharawi hanno siglato il cessate il fuoco, il popolo del deserto attende un referendum di autodeterminazione che dia loro modo di esprimersi in merito al proprio futuro. ARCI Valdera, i propri circoli e le proprie associazioni, sono state coinvolte negli anni in missioni solidali, scambi culturali di conoscenza, accoglienza estiva dei piccoli ambasciatori di pace, progettazioni sanitarie, incontri di sensibilizzazione, progetti di cooperazione, promozione politica; e proprio per questa forte vicinanza non possiamo rimanere inermi di fronte a quanto sta accadendo in queste ore". 

"Ancora una volta l’occupante dimostra la propria arroganza militare su un popolo inerme - concludono dall'Arci - che ha fatto della pace la sua bandiera verso l’autodeterminazione. Ancora una volta si va a ledere civili per motivazione economiche. Ancora una volta si obbliga il popolo saharawi a difendersi. Ancora una volta le donne saharawi dovranno piangere e seppellire i loro, i nostri, martiri. Ancora una volta noi diciamo fortemente ed ad alta voce NO e rimaniamo vicini al popolo saharawi ed al suo legittimo rappresentante, il Fronte Polisario, rinnovando il nostro impegno a stare al loro fianco per il riconoscimento dei loro diritti".

"Dai primi anni '90 la Regione Toscana, e con essa il Comune di Pontedera hanno stretto patti di amicizia e gemellaggio con il popolo sahrawi - così da Progetto Pontedera -. Centinaia di bambini sahrawi sono stati accolti nel nostri territorio con il progetto “Piccoli ambasciatori di pace”. Si sono strette relazioni di solidarietà, sono stati realizzati progetti di cooperazione nei campi profughi nel sudovest algerino che consentissero di alleviare l’estrema difficoltà di vivere in mezzo al deserto. Molti di quei bambini si sono curati qui, hanno potuto studiare e formarsi. Molti volontari e amministratori sono stati in visita nei campi profughi algerini per conoscere e per ritrovare. E’ quindi una relazione stretta quella che lega tutti noi al popolo saharawi: un popolo che ha scelto la strada della nonviolenza e che da 45 anni risponde a persecuzioni, violenza, attacchi politici ed economici con la diplomazia, nonostante il percorso di pace sia da anni in stallo in attesa di un referendum mai realizzato".

"Due generazioni di saharawi sono nate e cresciute nell’attesa della piena attuazione del diritto internazionale - sottolineano ancora da Progetto Pontedera -, attendendo la realizzazione del referendum di autodeterminazione che viene loro negato, dal Marocco ma anche dalle Nazioni Unite che in quelle terre sono arrivate (con una specifica missione: la MINURSO) con la promessa di una soluzione del conflitto. Venerdì scorso le forze armate marocchine hanno effettuato un’operazione militare nella zona cuscinetto di Guerguerat, al confine con la Mauritania interrompendo pertanto il cessate fuoco tra le parti stabilito dagli accordi del 1991. El Guerguerat rappresenta un punto nevralgico nella gestione dei confini tra Sahara Occidentale occupato e Territori liberati, i cui confini dovrebbero essere sorvegliati dalla MINURSO, e che il Marocco sfrutta invece per il commercio illegale delle risorse provenienti dal Sahara Occidentale".

"Questo ennesimo atto di aggressione - proseguono dal gruppo Progetto Pontedera - si aggiunge ai quotidiani e gravissimi atti di violazione dei diritti umani perpetrati dal regno del Marocco a danno di donne e uomini sahrawi che vivono nei territori liberati del Sahara Occidentale, portando a centinaia di carcerazioni illegali. Le Istituzioni Locali e quelle Nazionali intervengano per evitare un nuovo conflitto armato, sollecitino il Consiglio di Sicurezza ad attuare il referendum di autodeterminazione stabilito nel trattato di pace del 1991".

Detto questo, Progetto Pontedera si unisce all’appello del movimento solidale italiano di amicizia con il popolo sahrawi rivolto a tutte le istituzioni democratiche , agli Enti Locali gemellati, al Ministero degli Esteri "nel chiedere di condannare l’aggressione armata marocchina e di proporre misure economiche in grado di contrastare il traffico illegale di merci da parte del regno del Marocco".

"Il popolo sahrawi non ha mai scelto le armi, mai un attentato o azione plateale - concludono da Progetto Pontedera -. Tutti noi, cittadini, volontari, associazioni e Istituzioni locali abbiamo sempre appoggiato e riconosciuto come un Valore il loro continuo sforzo di confidare pacificamente nella piena applicazione del diritto internazionale. Non è sufficiente “dirsi preoccupati” di questa violazione del cessate il fuoco. Lasciarli soli adesso vuol dire rinnegare totalmente quel patto di amicizia costruito negli anni".


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