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Attualità venerdì 10 febbraio 2017 ore 16:51

Le foibe nelle parole di uno studente

Un momento della cerimonia

​Un giovane dell’Itis Marconi ha letto il suo intervento nel corso della cerimonia promossa dall'Amministrazione comunale, citando Charlie Chaplin



PONTEDERA — Anche Pontedera ha ricordato la strage delle foibe, dedicando al drammatico evento una cerimonia alla quale hanno preso parte alcuni studenti del territorio. Uno di loro, iscritto alla quarta informatica dell'Itis Marconi, ha ricordato l'episodio con queste parole:

Oggi assieme a voi ricordiamo le Vittime delle foibe e dell’esodo Giuliano-Dalmata. Prima di cominciare, però, un grazie all’Amministrazione Comunale che in questa circostanza ci ha coinvolti in una commemorazione che, unita alle altre iniziative, darà sicuramente i suoi frutti.

Il 27 gennaio noi studenti ci siamo soffermati a riflettere sul giorno della memoria.

Adesso al centro della nostra riflessione ci sono le vittime della barbarie perpetrata dall’uomo sui propri simili che ha portato a questi due drammi.

In questi anni abbiamo studiato questi eventi storici, avvenuti in luoghi culturalmente avanzati.

Abbiamo anche ascoltato alcuni testimoni (i pochi che ormai sopravvivono), raccontare storie che per noi, cresciuti in un clima di pace, hanno dell’incredibile.

I nostri compagni dell’Istituto “Fermi” sono da poco ritornati dal viaggio con il treno della memoria. Lunedì, noi del “Marconi”, incontreremo una profuga istriana.

La memoria è fondamentale per comprendere come non diventare protagonisti dell’orrore, per cercare di capire i drammi del nostro tempo e reagire affinché non si ripetano mai più.

Seguire la memoria significa anche divenire protagonisti della storia, di una storia di pace.

Concludo con una citazione di Charlie Chaplin dal film il grande dittatore.

“Le macchine che danno l'abbondanza ci hanno lasciato nel bisogno. La nostra sapienza ci ha resi cinici; l'intelligenza duri e spietati. Pensiamo troppo e sentiamo troppo poco. Più che di macchine abbiamo bisogno di umanità. Più che d'intelligenza abbiamo bisogno di dolcezza e di bontà. Senza queste doti la vita sarà violenta e tutto andrà perduto”.


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