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Attualità lunedì 05 novembre 2018 ore 15:19

"No ai fanghi nei campi, neanche in emergenza"

Un cartello di associazioni ambientaliste della Valdera lancia la campagna Liberi dai Fanghi per dire "No allo spandimento nei campi"



PONTEDERA — Liberi dai Fanghi: no allo smaltimento nei campi, neanche in emergenza. Da un mese il tema della gestione dei fanghi da depurazione anima il dibattito sulla tutela dell’ambiente e della salute, dopo che un articolo del decreto sulle Disposizioni urgenti per la città di Genova e altre emergenze, ha introdotto un limite alla presenza di idrocarburi nei fanghi medesimi, che supera di 20 volte il limite fissato in precedenza da una sentenza della Corte di Cassazione. 

Le associazioni locali ( Associazione “Chiodo fisso - dare voce a chi non ha voce” Associazione “Eliantus – volontari per l’ambiente” Associazione “Orizzonte comune” Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Valdera Legambiente Valdera Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, coordinamento provinciale di Pisa Medicina Democratica Slow Food Valdera TAT movimento tutela ambiente e territorio Montefoscoli WWF alta Toscana ) impegnate nella campagna “Liberi dai Fanghi”, vogliano sottolineare alcuni aspetti che non hanno ricevuto la necessaria attenzione nel dibattito:

"Il Decreto Genova si è occupato del solo limite relativo agli idrocarburi “pesanti”, individuati dalla sigla C10-C40, ma lo ha fatto specificando che il limite si applica al fango tal quale, cioè al fango appena uscito dal depuratore. Per tutte le altre sostanze però per cui la legge prevede dei limiti, questi si applicano alla sostanza secca, che è quella che viene sparsa nei campi, e non al “tal quale” che è il fango prima di essere trattato. Un bel rompicapo, specialmente per chi deve fare i controlli. Il criterio applicato poi, che individua la cancerogenicità degli idrocarburi in base a parametri di concentrazione e non sulla base della tipologia (ci sono idrocarburi di origine naturale ma nei fanghi si ritrovano anche quelli di origine industriale), è contestato da molti medici e scienziati che ritengono che l’unico limite accettabile per le sostanze cancerogene sia zero". 

"Nulla ha poi cambiato il Decreto Genova né sui controlli, che sono spesso scarsi e poco efficaci per mancanza di risorse e personale delle strutture pubbliche che li dovrebbero fare; né sulla procedure di autorizzazione allo spandimento, che in tutta Italia si basano sull’ autocertificazione da parte dei trasportatori, della qualità del materiale da spargere nei campi. Il tutto, in una situazione di tecnologie vecchie di decenni, e con impianti fognari che mischiano reflui civili e industriali, facendo sì che nei fanghi di depurazione si possa trovare di tutto. Quindi i fanghi di depurazione civile, pur contenendo materia organica utile, allo stato attuale sono spesso contaminati da varie sostanze inquinanti e pericolose, e la cosa più dannosa che si può fare è usarli per coltivare le piante che producono il nostro cibo. Infatti alcuni paesi europei hanno vietato questo uso". 

"Ma mentre la polemica sugli idrocarburi proseguiva, nella conversione in legge del decreto “Genova” è stato approvato alla Camera un emendamento presentato da Lega e M5S che consentirà di spandere nei campi anche fanghi contenenti diossine, PCB, cromo, arsenico, tutte sostanze cancerogene certe per l’uomo. Si tratta di sostanze che provengono da processi industriali e quindi non dovrebbero stare nei fanghi di depurazione civile, tantomeno essere depositate nei campi. Alcuni dei limiti proposti sono così alti, che se si trattasse di fanghi industriali si potrebbero smaltire solo in discariche per rifiuti industriali, dopo adeguato abbattimento degli inquinanti, mentre nell’emendamento si consente di spanderli nei campi dove si produce cibo! Ci auguriamo che questa pazzia non sia confermata al Senato, altrimenti i danni per la salute di tutti saranno irreparabili. Lo smaltimento dei fanghi in agricoltura, a nostro parere, potrà essere fatto solo in totale sicurezza per l'ambiente e per la salute dei consumatori." 


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