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Attualità martedì 11 ottobre 2016 ore 19:58

Fanghi, le norme sono da aggiornare

Ok del consiglio regionale alla mozione Pd sullo spandimento dei fanghi. Respinta la richiesta dei Cinque stelle, la Regione non sarà parte civile



FIRENZE — È passata con un voto a maggioranza in Consiglio regionale la proposta di risoluzione collegata alla comunicazione di Giunta sull'attività di spandimento dei fanghi in Toscana.

La mozione è stata presentata dal Pd, con primo firmatario Stefano Baccelli, presidente della commissione Ambiente. Nel testo grande attenzione ai controlli sul riutilizzo dei fanghi in agricoltura, per tutelare la salute dei cittadini, il settore agricolo e l'ambiente.

Il testo impegna la Giunta su due punti, in primis "portare avanti - ha detto Baccelli - in modo sempre più approfondito, attraverso Arpat, l'attività di verifica delle caratteristiche dei fanghi prodotti da impianti di depurazione, destinati all'uso agronomico, così come definito dal progetto attuato in coordinamento con la magistratura".

Il secondo punto è una richiesta all'esecutivo toscano di "attivarsi, nei confronti dei ministeri competenti, per un aggiornamento della normativa nazionale che disciplina l'utilizzo dei fanghi reflui di depurazione come ammendanti in agricoltura, in modo da definire un protocollo analitico completo e condiviso di verifica preventiva all'utilizzo dei fanghi, finalizzato ad assicurare le doverose garanzie igienico-ambientali, e la protezione del suolo e delle acque superficiali e sotterranee".

Per quanto riguarda i fatti recenti l'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni ha detto: “Fermo restando che la situazione ambientale dei terreni potrà essere valutata alla luce degli esiti dell’indagine in corso, finora non sono note ad Arpat situazioni che necessitano l’avvio di procedimenti di bonifica”. 

Tema di strettissima attualità, con l’inchiesta in corso che ipotizza lo smaltimento illegale di oltre 80mila tonnellate di rifiuti pericolosi, tra fanghi civili e industriali, che da almeno tre anni sono utilizzati come fertilizzanti su 800 ettari di terreni toscani coltivati a grano e graminacee. “Nell’indagine più volte ricordata dalla cronaca di questi giorni – ha rilevato l’assessore - Arpat ha svolto una importante attività di supporto assicurando l’espletamento di ispezioni”.

Nella lunga informativa resa al Consiglio, è stato ricordato il quadro normativo di riferimento sull’uso dei fanghi in agricoltura. “In Italia – ha detto l’assessore – le condizioni per l’esercizio delle attività, ed in particolare la tipologia di fanghi ammessi allo spandimento, la quantità, le caratteristiche dei terreni utilizzati per lo spandimento, i massimi quantitativi di fanghi che possono essere utilizzati per ettaro di terreno, le condizioni dell’utilizzo, le modalità di controllo su terreni e fanghi, sono disciplinati dal decreto legislativo 99/1992 che da attuazione alla direttiva europea 86/278/CEE”. Stante questa normativa e la discussione sulla “possibile presenza nei fanghi di sostanze inquinanti non considerate nel decreto”, l’assessore ha confermato la necessità di un “aggiornamento” e “riallineamento” dei testi, sebbene sia intervenuto il testo unico ambientale del 2006.

E' stata respinta la mozione dei Cinque Stelle che chiedeva la costituzione della Regione come parte civile per il procedimento penale in corso. Stessa sorte per l'atto presentato da Sì- Toscana a sinistra che voleva impegnare l'esecutivo toscano alla creazione di una filiera regionale certificata che sviluppi delle tecnologie per il recupero, il riciclaggio e il trattamento dei rifiuti speciali. Bocciata anche la mozione della Lega Nord che chiedeva alla Giunta di attivarsi con Arpat per ripetere i controlli sullo stato delle acque.


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STEFANO BACCELLI SU SPANDIMENTO FANGHI - dichiarazione
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