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Attualità giovedì 15 giugno 2017 ore 18:00

No alla mortadella per merenda, ed è polemica

La scelta del centro sportivo Bellaria per delle famiglie musulmane. Ira di Calderoli e sindaca Ceccardi, riflessioni del primo cittadino Millozzi



PONTEDERA — Una decina di famiglie di religione musulmana avrebbero richiesto di cambiare la merenda da dare ai bambini che partecipavano a una tre giorni di sport organizzata al centro sportivo Bellaria di Pontedera poiché le schiacciate ripiene di mortadella potevano essere discriminanti per i piccoli di fede musulmana. Il centro sportivo, ispirandosi da quanto previsto da una circolare del ministero che per favorire l'integrazione inviterebbe a dare cibo uguale a tutti, ha quindi offerto per lo spuntino schiacciata toscana per tutti.

Il caso ha fatto in poche ore il giro del web e d'Italia, provocando le ire anche del vice presidente del Senato e responsabile organizzazione e territorio della Lega Nord, Roberto Calderoli, che in una nota ha sottolineato come "siamo noi a doverci integrare, a casa nostra, agli islamici che vogliono abolire il Natale, far andare in giro le donne con il burqa, far parlare in arabo i loro figli nei nostri quartieri, mettere moschee al posto delle chiese. Altro che integrazione, ormai siamo alla follia di dover essere noi ad adeguarci a usanze e pretese di chi è appena arrivato qui e pretende di imporci il suo modo di vivere. Un'assurdità - ha aggiunto Calderoli - che una minoranza di 10 famiglie imponga la sua volontà su 400, un messaggio sbagliato, anche a livello educativo, perché significa darla sempre vinta a chi qui sta dimostrando in tutto e per tutto, quotidianamente, di non volersi integrare. L'Italia - ha concluso il leghista - non è l'Arabia".

"È pazzesco - ha commentato con lo stesso tono la sindaca di Cascina Susanna Ceccardi, anche lei leghista -. La mortadella o melone (come si dice dalle nostre parti), il prosciutto cotto e crudo, è parte fondamentale della nostra tradizione culinaria. La nostra cucina tipica è la nostra cultura. Questa - ha concluso - non è integrazione ma disintegrazione".

Non proprio sulla stessa linea è stato il sindaco di Pontedera Simone Millozzi che ha pubblicato sul suo profilo Facebook una riflessione in merito all'episodio della Bellaria. "Non so, né mi interessa sapere, se sia stata una richiesta oppure una decisione presa autonomamente. So però con certezza, che la buona fede di chi ha preso una decisione del genere finisce per produrre un duplice effetto: da un lato offre la sponda e l'occasione immancabile, ai politici, agli amministratori ed ai professionisti dell'orgoglio autoctono, di legare la diversità etnica ai profili del disagio sociale e dell'insicurezza; - dall'altro ingenera l'idea, anche nella maggior parte delle persone di buon senso, che per il timore di discriminare qualcuno si finisca per discriminare noi stessi".

E ancora: "È fuori di dubbio che il tema della diversità, delle migrazioni, dell'accoglienza, dell'integrazione e del multiculturalismo sia talmente complesso da non poter esser trattato ed affrontato sulla scorta di singoli episodi, seppur banali, come questo.
È altrettanto vero, però, che i singoli episodi finiscono poi per accumulare nel sentore collettivo delle società intendimenti, orientamenti, timori e convinzioni che diventano veri a prescindere dal loro grado di verità. Ecco perché ogni singolo episodio, e lo dico da uomo ed amministratore di sinistra, deve esser gestito con prudente attenzione. Nel caso di specie siamo sicuri che la questione non potesse esser gestita diversamente? Credo che in ogni ambito il modo di rispettare tutti sia quello di aggiungere anziché togliere, di condividere piuttosto che imporre, di unire anziché dividere. Le direttive del Ministero dell'Istruzione dicono altro? Troppo complicato? Senz'altro. Ma necessario".

Poi Millozzi conclude: "Penso che la sfida culturale che il mondo moderno ha di fronte sia combattere tutte le diseguaglianze partendo dalla consapevolezza delle tante diversità. C'è chi in questa frattura valoriale spinge a costruire muri e fomentare discriminazioni.
C'è chi, ed io mi sento tra questi, prova a legare le sponde di questo pericoloso dirupo costruendo un ponte. Non uno qualsiasi ma un ponte lastricato di pari opportunità per ciascuno. Per una merenda così come per la vita".


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