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Lavoro venerdì 22 maggio 2020 ore 09:37

Piaggio, rsu Fiom: "Meno lavoratori in fabbrica"

Prevenzione Covid e lavoro, i delegati Cappellini, Tecce, Guezze, Mei, Bellagamba e Di Sacco hanno elencato alcune criticità e fatto quattro richieste



PONTEDERA — I delegati rsu Fiom Piaggio Massimo Cappellini, Adriana Tecce, Giorgio Guezze, Davide Mei, Antonella Bellagamba e Simone Di Sacco sono intervenuti per informare i lavoratori, dalla loro posizione di componenti del Comitato di verifica delle misure di sicurezza adottate per la prevenzione del contagio e dei rischi derivanti dal Covid-19.

Le rsu Fiom hanno fatto quattro richieste: "La riduzione del numero dei lavoratori in fabbrica, la garanzia delle reali distanze di sicurezza, la riduzione dell'orario di lavoro, la concessione di pause aggiuntive durante i turni di lavoro".

Riguardo all'organizzazione del lavoro le rsu hanno sottolineato che "nel documento per la ripresa dell'attività produttiva redatto dal Gruppo di lavoro istituito dal Ministero per l'Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, a cui partecipano anche autorevoli esponenti dell'Università di Pisa e della Scuola di Sant'Anna" è esplicitata "la necessità di garantire il distanziamento, assieme alla difficoltà di svolgere il lavoro utilizzando protezioni (guanti, mascherine, etc.) suggeriscono una riduzione sostanziale dell’orario di lavoro – con i lavoratori organizzati in turni. Tale riduzione dovrebbe avvenire a salario invariato con un contributo dello stato (si noti che questo costa meno allo Stato della cassa integrazione a zero ore)".

Poi hanno citato il documento tecnico redatto dall'Inail, in cui viene richiesto:

"1. la rimodulazione degli spazi e delle postazioni di lavoro, dell'orario di lavoro e dell'articolazione dei turni, e dei processi produttivi

2. il riposizionamento delle postazioni di lavoro adeguatamente distanziate tra loro e l'introduzione di barriere separatorie

3. di ridefinire l'articolazione dell'orario di lavoro con orari differenziati che favoriscano il distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in contemporanea nel luogo di lavoro e prevenendo assembramenti all'entrata e in uscita con flessibilità di orari

4. di valutare un'inidoneità temporanea per il lavoratori di età maggiore di 55 e per lavoratori al di sotto di tale età con condizioni patologiche

Per quanto riguarda l'uso delle mascherine: "Diversi studi scientifici con particolare riguardo alle mascherine ffp2, che sono quelle distribuite dalla Piaggio, hanno dimostrato che il loro utilizzo provoca:

1. un aumento significativo della frequenza cardiaca, crescente con il tempo di utilizzo della mascherina

2. un aumento dell’umidità e della temperatura della cute sotto la mascherina, con sensazioni di caldo eccessivo, di umidità, di difficoltà respiratoria e di disagio, anch’esse crescenti con il tempo di utilizzo della mascherina".

"Nello studio - hanno riferito le rsu - lo sforzo consisteva di tre blocchi successivi, ognuno composto di 10-20 minuti di camminata e 10 minuti di riposo, per un totale di 100 minuti. Le persone su cui è stato condotto lo studio erano tutte persone sane e con età compresa tra i 21 e i 41 anni. Gli autori hanno ipotizzato che l’aumento della resistenza al flusso respiratorio, causato dalla mascherina, provochi un’ipossiemia (carenza di ossigeno nel sangue) che, unita allo sforzo fisico, induce un’iperattivazione del sistema nervoso simpatico, cui consegue l’aumento della frequenza cardiaca e le sensazioni di disagio e fatica. Tutto ciò riduce notevolmente la tolleranza allo sforzo e incrementa il livello di stress. È d'altra parte noto, da tutte le evidenze mediche, che l’iperattivazione del sistema nervoso simpatico, correlata o meno allo stress lavorativo, è associata ad un incrementato rischio cardiovascolare, soprattutto nei soggetti con malattie pregresse".

Le rsu hanno citato un secondo studio "sull'utilizzo delle mascherine fa concludere ai suoi i autori che l’utilizzo continuativo dei Dpi dovrebbe essere limitato a periodi brevi (meno di 30 minuti) intervallati da pause adeguate a consentire il riposo dei lavoratori. Tutto questo dimostra che un utilizzo prolungato delle mascherine ha conseguenze sostanziali sulla tollerabilità degli sforzi ed espone a rischi seri per la salute".


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