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Attualità sabato 21 luglio 2018 ore 16:28

"​La stazione come Montmartre il secolo scorso"

Un cittadino dice la sua sul quartiere più discusso della città e lancia una domanda aperta agli amministratori di oggi e ai candidati futuri



PONTEDERA — Pubblichiamo una lettera di un cittadino che esprime il suo punto di vista sulla città di Pontedera, sull'amministrazione attuale e sul tanto vituperato quartiere stazione. In fondo alla lettera il cittadino lancia una domanda aperta all'amministrazione attuale e ai candidati in vista delle elezioni della prossima primavera.

"Salve redazione,

sono un vostro lettore e cittadino pontederese da due generazioni. Le mie famiglie sia materna che paterna arrivano dalle campagne. Io ho sempre vissuto qua.

Abito sul confine tra quelli che molti, purtroppo, definiscono la Pontedera civile da quella incivile. Abito in poche parole dove finisce un quartiere e dove comincia il quartiere della stazione. Abito abbastanza in alto per poter godere di un buon panorama. L'aria, con un po' di fortuna, è fresca anche d'estate e mi piace dormire con le finestre aperte.

Sento raramente urla o schiamazzi nella notte. Poche sirene. Pontedera è una città tranquilla. Lo so che c'è qualche problema di spaccio. Lo so che in alcuni condomini la convivenza è difficile.

Ma in quale quartiere stazione la situazione non evidenzia problemi di spaccio

Siamo realisti, in tutte le città italiane accade. Bisogna combattere e contrastare il problema, certo. Mi sembra che l'attuale amministrazione lo stia facendo. Rispetto a due anni fa la stazione sembra un'astronave da quanto è illuminata di notte. Meglio, più sicurezza per i viaggiatori e i cittadini. Vogliamo poi parlare del dispiegamento di forze dell'ordine? Carabinieri, polizia, esercito e municipale sorvegliano la nostra città. Ci sono anche associazioni di volontari. Non scherziamo, chi può dire che a Pontedera non ci sia non una ma molte luci accese su questo problema (o la percezione di esso), peraltro comune a tutte le altre realtà.

Per quanto riguarda i condomini voglio fare una domanda: quando in un appartamento da quattro persone ce ne vivono 12 senza contratto e con le utenze a singhiozzo di chi è la colpa? Solo di chi ci vive o anche di chi affitta così abusivamente? Non credo ci sia bisogno di rispondere. Non credo si possa obiettare su questo.

La stazione è il quartiere con più fermento e più potenziale della città. Le case costano pochissimo, il mercato immobiliare propone soluzioni dignitose anche a 50mila euro. Per chi non ha l'auto la stazione è ottima perché ci sono il treno e gli autobus.

Penso che venire a vivere alla stazione possa essere un affare per chi abbia risorse limitate, una visione aperta e multiculturale del mondo e per chi, soprattutto, voglia contribuire e vivere qualcosa di reale in questi anni di spaesamento.

Alla stazione si vede nascere l'integrazione. Pensate che i nostri figli che ora vanno alle elementari abbiano, in media, gli stessi pregiudizi di chi in classe era circondato solo da italiani?

Le generazioni che verranno saranno naturalmente multiculturali. E' un processo irreversibile.

Allora sarebbe bello che il Comune mettesse in piedi misure politiche per far popolare il quartiere anche da giovani. Altri quartieri cittadini come Bellaria e Fuori del ponte sono mediamente in salute e il costo delle case tiene.

La stazione è in picchiata e secondo me è tempo di far di questa situazione un'occasione da sfruttare.

Sarebbe bello che, seppure con le dovute proporzioni, si pensasse a un quartiere Montmartre, ovvero un quartiere dal grande fermento creativo. Tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento in quel quartiere scomodo e periferico di Parigi vissero Picasso, Renoir, Modigliani e altri pittori, tutti insieme, attratti dal basso costo delle abitazioni.

E' una cosa irripetibile, è vero. Ma perché non studiare un progetto ad hoc per rilanciare la vendita delle case e creare nuovi equilibri? E' una domanda aperta che rivolgo agli amministratori di oggi e a quelli che fra poco si candideranno per il domani. Che ne pensate?".

Lettera firmata.


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